'Si prova il gioco del «Celo-manca» reinventandosi barman per bere'

CeloManca, ma no... si pronuncia così ma si dovrebbe scrivere ce l’ho - mi manca , il giochetto che faccio quotidianamente nella magione dell’internato volontario che deve fare i conti sia con la zona logistico-pratica (ad esempio  finite lamette per rasoio, no prob mi faccio crescere il pelo che è anche bianco ormai e canticchio tra me e me il Battisti di «ho la barba lunga come tu la vuoi... questa casa è tutta da pulire…» variazione letterario-sanificante di un appartamento che necessita di prendere aria, come chi lo abita...
Finite le bottiglie di acqua confezionata, o bevo quella del sindaco o  mi reinvento barman (vedi che aver avuto un locale per tanti anni a qualcosa è servito? Si chiamava BarPicasso, in Oltretorrente, un pienone ogni sera tanto da farlo diventare il circolo con più iscritti della città, superando il prima inarrivabile Pedale Veloce ), attivo il bollitore, adagio bustine di zenzero e curcuma o tarassaco e finocchio selvatico , faccio raffreddare o bevo a temperatura variabile, mentre il pane, quello ho finito da tempo di mangiarlo e anche avessi della farina in casa non mi metto certo a farlo (manco ho il «Bimbi», quindi carboidrati, per ora e forse per sempre, se non è un addio è di sicuro un arrivederci) e vado di residuati post bellici, gallette di riso integrale modello «ho un bel cartone in bocca»...
Mi manca il non poter venire a Parma dare un bacetto o due a mia sorella Maura, e mi accontento del «ce l’ho» con il Whatsapp e lo Skype, anche se non è proprio la stessa cosa... 
L’elenco dei «mi manca» sarebbe troppo lungo e lamentoso e non coadiuvante per il periodo che stiamo passando, mentre quello dei ce l’ho, pur striminzito, ha ancora in lista la certezza del ce la faremo ce la dobbiamo fare con un ancora non detto ce l’abbiamo fatta!!!