«Siamo certi, librerie e volumi cartacei non moriranno mai»

ISABELLA SPAGNOLI
 Luca e Carlo Ferrari sono stati i primi a portare a Parma il «marchio» Mondadori, aprendo, nell’aprile del 2004, la loro libreria che si trova ancora oggi, dopo quindici anni, all’interno del centro commerciale Euro Torri.
 Fratelli e entrambi direttori della libreria, i Ferrari, rispondono alle nostre domande in pieno accordo. 
Luca, quando e perché ha deciso di diventare libraio? 
«E’ stato un caso fortunato. Avevamo terminato, entrambi, un’esperienza lavorativa e per magia si è aperta la possibilità di portare la Mondadori a Parma. Non ci abbiamo pensato un attimo, vivendo appieno questa esperienza che continua negli anni a regalarci grandi soddisfazioni».

Chi è stato il suo maestro? 
«La Mondadori stessa che ci ha permesso di seguire corsi interni e poi i rappresentanti delle grandi case editrici che ci hanno aiutato a capire come funzionava il mestiere. Non per ultima l’immensa passione per la lettura che negli anni ha portato entrambi a frequentare le librerie». 
Chi entra oggi alla Mondadori?
 «Abbiamo diverse tipologie di clienti, molti giovani e moltissimi bambini. Il settore per l’infanzia è in enorme sviluppo e la nostra libreria dispone di una vasta scelta di libri per i piccoli; i bambini sono sempre più attenti, curiosi e esigenti. La fascia di lettori mancanti riguarda i trentenni». 
Il lettore ha ancora un libraio di fiducia? 
«Certo; è quella la parte più bella del mestiere: diventare un punto di riferimento per i clienti che, non solo chiedono consigli, ma soprattutto li danno. Quanti libri magnifici abbiamo scoperto proprio grazie ai consigli dei nostri lettori».
 Come si stimola un cliente alla lettura? 
«Credo che formare una persona alla lettura sia compito della scuola e della famiglia, quello che noi possiamo fare, con umiltà, è indirizzare il potenziale lettore verso libri capaci di strappare sorrisi. La lettura deve essere approcciata con ''speranza''; il libro non è un ostacolo da superare bensì uno strumento che regala allegria e nuove aperture sul mondo».
 Quali libri preferisce consigliare? Classici o contemporanei? 
«Non c’è una regola precisa anche perché amo entrambi i generi, ma io preferisco consigliare novità di narrativa contemporanea. Ci sono autori straordinari come Kent Haruf, Daniel Silva o Amos Oz che non mi stanco mai di leggere e di consigliare. Però abbiamo anche tanti clienti che amano i classici rivisti grazie a nuove traduzioni».
 Come vede il futuro della libreria? 
«Con molta fiducia. Siamo convinti che la libreria come luogo fisico non morirà mai, così come il vecchio libro in carta. Sono sempre meno le persone che si affidano a gli e - book o agli audiolibri (alternativa di lettura intelligente ma sfruttata soprattutto da chi ha problemi di vista o persone che passano molto tempo in macchina o in altre attività che non permettono loro di sfogliare il volume). Con soddisfazione posso dire che da due anni a questa parte il nostro fatturato è in aumento. Sono sempre di più le persone che ci vengono a trovare e si affidano ai nostri consigli. Ad oggi le nostre entrate sono al 90% proprio grazie ai libri, nonostante Mondadori venda anche articoli di cartoleria e diversi gadget. E’ impensabile per noi quindi pensare che le librerie in futuro potranno morire».
 Amazon è un temibile concorrente? 
«E’ un nemico-colosso! Per arginare il fenomeno delle vendite on - line noi cerchiamo di giocare una partita diversa, dalle differenti strategie. Prime fra tutte: le relazioni con il cliente; occorre sviluppare con quest’ultimo un rapporto onesto e amichevole, fatto di un percorso di crescita che coinvolga entrambi».
 Quale differenza c’è tra il libraio e il commesso? 
«L’immenso amore per la lettura. Non dico che il commesso sia indifferente ai libri, ma per il libraio, questo lavoro, è un vero scopo di vita. Poi ci sono i corsi di formazione, l’esperienza maturata negli anni e migliaia di libri letti. Per il libraio, il volume stretto tra le mani, è un oggetto sacro, qualcosa che si porta dentro dall’era dei tempi. Per finire posso aggiungere, però, che il libraio deve anche essere un bravo commesso…sistemare bene i libri, sapere dove si trovano ecc ecc». 
Consiglierebbe ad un giovane di intraprendere questo mestiere? 
«Assolutamente no se il giovane pensa di arricchirsi aprendo una libreria e sperando che questo sia un mestiere facile. Non è cosi. Aprire una libreria deve nascere da un forte impulso personale, solo così si potranno trarre grandi gioie. A noi, a volte, non sembra neppure di lavorare».