RICONOSCIMENTI

Aurora, alfiere della Repubblica grazie alla forza delle parole

Chiara Cabassi

La sedicenne Aurora Vannucci sarà tra i trenta giovani che, a Palazzo del Quirinale, verranno nominati dal presidente Marrarella nuovi alfieri della Repubblica.
Il prossimo 14 dicembre, la Capitale Italiana della Cultura vedrà riconosciuto il talento e l’impegno di questa giovanissima parmigiana che a 11 anni aveva già conquistato il primato di scrittrice più giovane d’Italia dopo aver pubblicato una raccolta di racconti e, nel 2016, il primo romanzo: «Volevo la sesta elementare».
Aurora è instancabile sia nello sfogliare pagine di letture, sia nel muovere avventure e personaggi nel mondo dei suoi anni e dei suoi coetanei. Aurora, che frequenta il liceo linguistico Romagnosi, ha anche uno spiccato spirito agonistico. Pratica il tennis tavolo da diversi anni, è stata campionessa regionale nella sua categoria e ora milita in serie B femminile con il tennis tavolo San Polo.
L’attestato d’onore arriva dopo decine di premi letterari, nazionali ed internazionali, dedicati agli inediti di letteratura per ragazzi, che ha inanellato, uno dopo l’altro, partecipando anche a festival letterari e continuando a mettere nel cassetto nuovi romanzi che aspettano solo di essere pubblicati. A Roma, la scelta per gli attestati d’onore 2021, è caduta su giovani che, per comportamento o attitudini, possano rappresentare un modello di buon cittadino. Aurora non si è sottratta al suo impegno, alla sua vocazione di scrittrice nemmeno durante la pandemia. Il filo rosso che lega tutti e trenta i ragazzi che verranno insigniti del titolo è proprio quello di aver mostrato una straordinaria dose di resistenza, di creatività di coraggio ed un uso delle nuove tecnologie che ha saputo traghettare i coetanei fuori dalla tempesta. Per molti di loro si è trattato di aiutare compagni in difficoltà con la Dad, di sostenere concittadini nella prenotazione dei vaccini o di aiuto alla spesa o alla consegna di farmaci, o di essere parte di un percorso di integrazione o di guarigione.
Per Aurora (e per altre due giovani scrittrici, un’altra emiliana e una trentina) si è trattato di credere nel potere taumaturgico della letteratura, di seguire la propria passione anche durante l’isolamento e le difficoltà della pandemia continuando a scrivere. «Mentre tutti eravamo improvvisamente pericolosi, mentre dovevamo restare a distanza, abbiamo scoperto davvero quanto sia prezioso il mettere in comune la nostra fantasia giovane, la dimensione che viviamo. Nell’adolescenza, come nella pandemia, siamo in mezzo ad una tempesta, non sempre riusciamo ad avvicinarci. Sarò un alfiere pronto a spendermi per quel grande strumento di condivisione della vita che è la letteratura e per quel tesoro prezioso che è la letteratura per ragazzi» dice Aurora orgogliosa del titolo che le verrà presto assegnato.