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Affitti in nero agli studenti universitari: 1.700 casi sospetti in Emilia. Nei prossimi mesi, Parma nel mirino
Sono 1.700 le «posizioni sospette" tra gli studenti universitari fuori sede in affitto in un alloggio in Emilia-Romagna sulle quali saranno svolti specifici riscontri. Il dato è frutto dell’attività che stanno svolgendo in sinergia i militari della Guardia di Finanza dell’Emilia-Romagna e i funzionari dell’Agenzia delle Entrate, con la collaborazione delle Università di Bologna, Modena-Reggio Emilia e Ferrara, della Regione e di Ergo, Agenzia regionale per il diritto agli studi superiori.
Per contrastare il fenomeno degli affitti in nero e il rischio che gli studenti fuori sede restino intrappolati nella «giungla» delle locazioni irregolari, il gruppo di lavoro ha incrociato i dati della registrazione dei contratti d’affitto, il numero degli iscritti fuori sede agli Atenei e le richieste degli studenti alle Aziende sanitarie per il medico di base.
L’analisi dei dati ha permesso di selezionare alcune situazioni anomale, da approfondire, per smascherare quei proprietari di case che sfruttano gli studenti e non pagano le tasse. Nel dettaglio: a Bologna saranno sottoposti a ulteriori riscontri 687 studenti senza contratto registrato, a Modena 602, a Reggio Emilia 302 e a Ferrara 115. L’indagine sarà presto estesa anche agli studenti dell’Università di Parma e raffinata nei criteri di analisi.
Questa è una delle strategie adottate per affrontare il problema. Non solo, il «patto antievasione» tra Gdf, Agenzia Entrate e istituzioni locali prevede anche la diffusione di una «Guida affitti» e di alcuni videoclip sui siti istituzionali e i social network, per fornire agli studenti indicazioni su come usare benefici fiscali e agevolazioni all’affitto.
Anche in questo campo sono già emerse alcune irregolarità: «Circa un milione di euro solo a Bologna. Si tratta di illeciti relativi all’utilizzo dei fondi - sottolinea il Generale Ivano Maccani, comandante regionale della Guardia di Finanza - abbiamo già individuato un filone importante, che riguarda in particolare stranieri che hanno approfittato della situazione e scavalcato in graduatoria chi realmente ha bisogno dei soldi che vengono stanziati dallo Stato, dalla Regione, dal Comune».
«Speriamo che questa strategia migliori la situazione complessiva, soprattutto nelle città universitarie come Bologna, sommerse dal problema locazioni», osserva Rossella Orlandi, direttrice regionale dell’Agenzia delle Entrate.
Il Rettore dell’Alma Mater Giovanni Molari, ribadendo quanto il tema delle politiche abitative sia sentito dall’ateneo, rivolge due appelli: «Sul piano nazionale abbiamo bisogno di interventi puntuali, che trovino una soluzione alla piaga della crescita smisurata dei bed and breakfast, serve una legge nazionale al più presto, una misura non più rimandabile». E aggiunge che è «necessario costruire una cultura della legalità diffusa anche nel mercato abitativo, arginando il mercato degli affitti turistici brevi». Inoltre, il Rettore lancia l’appello affinchè si denuncino gli illeciti «anche solo il semplice mal costume diffuso, non sempre illegale, ma comunque immorale - conclude - dobbiamo lavorare su questo, semplici segnalazioni possono aiutarci».