Zero gas serra nel 2030, parte la corsa di 9 città
Focus su edifici e trasporti, Rapporto Mims indica le soluzioni
Al nastro di partenza nove città italiane - Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino - in corsa per tagliare i gas serra e raggiungere la neutralità climatica nel 2030, con venti anni di anticipo rispetto al 2050 stabilito dall’Unione europea. Saranno «apripista» nella sperimentazione di soluzioni innovative di decarbonizzazione.
Le nove città pronte a bruciare le tappe in soli otto anni «potranno essere veri e propri laboratori di innovazione per la trasformazione ecologica delle aree urbane», e «il loro impegno sarà decisivo per sperimentare soluzioni di decarbonizzazione da estendere alle altre città» ha detto il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims), Enrico Giovannini, incontrando i sindaci delle nove città, selezionate dalla Commissione europea tra le 100 partecipanti alla Missione di Horizon Europe «Climate-neutral and smart cities».
A suggerire le linee di intervento, anche grazie all’uso del Fondo per la mobilità sostenibile, che prevede un miliardo di euro di investimenti, è il Rapporto «Le città a impatto climatico zero: strategie e politiche» elaborato dalla Struttura per la transizione ecologica della mobilità e delle infrastrutture del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, presentato oggi ai nove sindaci.
Gli edifici e i trasporti sono al centro dell’attenzione: producono dal 75 al 90% delle emissioni in ambito urbano e, insieme ad altri inquinanti, causano gravi danni alla salute e circa 60.000 morti premature ogni anno, ricorda il Mims. Fra le possibili soluzioni a proposito della mobilità ci sono «interventi di pianificazione urbana» per ridurre quanto più possibile l’auto-dipendenza; favorire lo shift modale; supportare l’elettrificazione del traffico pubblico e privato; elettrificare le operazioni di terra di navi e aerei. Per gli edifici la tendenza generale è verso il «full-electric». Fra le azioni indispensabili di efficientamento e risparmio energetico vengono suggerite «corrette soluzioni d’involucro e di ventilazione», incremento dell’efficienza dei sistemi energetici a servizio dell’edificio (da caldaie a gas a pompe di calore reversibili); la copertura della rimanente richiesta di energia attraverso l’uso di fonti energetiche rinnovabili (solare fotovoltaico e termico).
Da favorire, poi, le Comunità Energetiche Rinnovabili, rendere smart il sistema energetico, incrementare le infrastrutture verdi e blu (giardini, parchi, aree verdi), gestire le risorse idriche. A supporto di tutto ci deve essere la digitalizzazione mentre fra gli strumenti economici, ci sono 10 miliardi del Pnrr per trasporti, edifici e rigenerazione urbana a cui si potrebbero aggiungere altri strumenti di finanziamento pubblici locali e privati.