LA STORIA

Edoardo, parmigiano selezionato tra gli aspiranti medici più talentuosi in Usa

Anna Pinazzi

Il 17enne dal Romagnosi agli States

Edoardo Tedesco è uno di quelli che «se si mette in testa un obiettivo, lo raggiunge». Il coraggio non gli manca, tanto che a 17 anni ha deciso di partire per un semestre in America, lasciando qui la famiglia, gli amici, i compagni del liceo classico Romagnosi, insieme a tutte le ore di greco e latino che appena tornato dovrà prontamente recuperare (solo qui si percepisce nella voce un filo d’incertezza).

Il suo percorso scolastico alla Martins Ferry School in Ohio è brillante, i buoni voti si moltiplicano, insieme alle belle esperienze. Colleziona «A» (il voto massimo nel sistema di valutazione americano) in tutte le materie scientifiche.

Si distingue per impegno e risultati, tanto che pochi giorni fa, una lettera lo ha informato di essere stato nominato per il riconoscimento del «Congress of future medical leaders award of excellence». Un premio istituito dalla «National Academy of future physicians and medical scientists», che mira a infondere fiducia e consapevolezza negli studenti di talento delle scuole superiori che vogliono intraprendere la carriera nell’ambito medico.

I partecipanti, tra cui Edoardo, ascolteranno premi Nobel, presidi di facoltà di medicina, professionisti di alto livello nel campo medico, inventori e scienziati pluripremiati. «Ho sempre voluto fare il medico, ho le idee molto chiare su questo. L’ho scritto anche nella lettera di presentazione per la scuola americana che sto frequentando - racconta il diciassettenne -. Mio papà è medico, mia mamma è infermiera, da loro mi arriva tutta la passione per questo lavoro».

L’arrivo dell’invito per partecipare al prestigioso congresso di esperti «è stata una grande emozione per me, ma anche per la mia famiglia - confida -. È una bellissima possibilità per avvicinarmi a ciò che spero di diventare in futuro e confrontarmi con i massimi esperti del settore, compreso il premio Nobel italiano Mario Capecchi: un’esperienza unica».

Saranno due giorni - il 22 e il 23 giugno 2023, per la precisione - intensi, pieni di incontri, emozioni, riflessioni. Una delle tante, bellissime esperienze che Edoardo sta facendo in quella realtà «così diversa dalla nostra». «L’attenzione che si dà alle passioni e alle predisposizioni dei singoli studenti è qui molto più forte - dice -. Partendo dalla scuola. Qui, oltre a qualche materia obbligatoria, possiamo scegliere quali corsi frequentare. Inoltre, c’è ogni giorno la possibilità di confrontarsi con studenti di età diverse, non essendo divisi in classi».

Se pensa al suo futuro lo trova lì: «Tornerò sicuramente in America - confida - sia per il mio futuro lavorativo, perché qui la professione del medico è molto riconosciuta e si dà molta importanza alla ricerca, sia per una questione affettiva: mi mancherà la famiglia che mi ha ospitato in questi mesi e spero di rincontrare Pat, un altro ragazzo ospitato dalla stessa famiglia, che sta facendo la mia stessa esperienza di studio».

A gennaio tornerà a Parma «pieno di motivazione e di carica - sottolinea -. Il rientro non mi spaventa e sono contento di tornare dalla mia famiglia, dai mie fratelli e dai miei amici». Ma un pezzo di cuore, ormai, lo ha già lasciato in quella che sembra, a tutti gli effetti, la sua seconda casa.