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Sciopero dei distributori: code alle pompe di benzina

Questa sera  scatta lo sciopero dei benzinai, e già dalle prime ore di oggi si sono formate delle code davanti alle pompe di benzina in città. L'annunciato sciopero scatterà sulla rete stradale ordinaria alle 19 di oggi e proseguirà fino alle 19 di giovedì: oltre al «servito» coinvolgerà anche i self service. Differita di tre ore la serrata degli impianti in autostrada, dove comunque un minimo di servizio deve restare garantito.
Nella nostra zona significa che saranno a disposizione i distributori di carburante nelle aree di servizio Arda Ovest e Est al km 73 dell'A1, e Medesano Ovest e Tugo Est sull'A15. 

Il ministero delle Imprese e del made in Italy ha convocato per le ore 15 di oggi i gestori dei carburanti a poche ore dall’inizio dello sciopero della categoria su strade e autostrade. Lo si apprende da fonti informate secondo cui alcune delegazioni si collegheranno da remoto e non riusciranno ad essere presenti. 

Salvo un accordo in extremis, gli impianti di rifornimento carburanti rimarranno chiusi per sciopero - compresi i self service - per 48 ore consecutive, dalle 19 di questa sera alle 19 del 26 gennaio sulla rete ordinaria e dalle 22 di stasera alle 22 del 26 gennaio sulle autostrade. Sarebbe il primo sciopero durante il governo Meloni. Le organizzazioni Faib, Fegica e Figisc-Anisa hanno deciso la chiusura degli impianti per protestare contro le misure del decreto Trasparenza sui prezzi dei carburanti e in particolare contro l’esposizione del cartellone con il prezzo medio regionale settimanale e contro le sanzioni previste in caso di mancato rispetto della pubblicità dei prezzi. Una protesta confermata anche dopo che il ministro Adolfo Urso, titolare del Mimit, aveva proposto un alleggerimento delle misure. Ieri la premier Giorgia Meloni aveva difeso il provvedimento e affermato che non si torna indietro: «Li abbiamo convocati già due volte, il governo non ha mai immaginato provvedimenti per additare la categoria dei benzinai ma per riconoscere il valore dei tanti onesti. Poi la media del prezzo non diceva che erano alle stelle. Sono state molto poche le speculazioni. Ma non potevamo tornare indietro su provvedimento che è giusto, pubblicare il prezzo medio è di buon senso. Su altro siamo andati incontro. Nessuno vuole colpire la categoria».