La storia
Parma, il padrone muore e lei resta sola in casa: gattina salvata dalle guardie dell'Enpa
Pur suo malgrado, Ariel è diventata la gattina più famosa di Parma grazie al salvataggio da parte delle guardie zoofile dell’Enpa e, soprattutto, al fatto che c’è stato qualcuno che non ha pensato «vabbè, è solo un gatto». La storia è di due settimane fa ma, in questi giorni, ha fatto il giro del web riaccendendo i riflettori sulle tragedie della solitudine, che spesso coinvolgono anche gli animali.
In questo caso, Ariel era la gattina di due persone di mezza età che, pur vivendo in condominio, conducevano una vita riservata. La prima a mancare è stata la padrona, strappata alla vita da una malattia. Poi è toccato al padrone, stroncato probabilmente da un malore. Per giorni nessuno si è accorto del dramma che si era consumato dietro la loro porta, finché un cattivo odore non ha iniziato ad invadere l’androne del palazzo ed è stata scoperta la tragedia. La confusione improvvisa, unita al fatto che Ariel non fosse abituata ad avere ospiti in casa, ha suggerito alla micina di nascondersi da qualche parte e questa scelta, decisamente «da gatto», avrebbe potuto condannarla a morte.
Nessuno, infatti, aveva notato né la sua lettiera sporca né le sue ciotole vuote e, terminata la pietosa operazione di recupero del cadavere, la porta era stata chiusa, precludendo qualsiasi possibilità di fuga alla gatta. Ma quando la notizia della triste dipartita del condomino ha iniziato a rimbalzare da un appartamento all’altro, a qualcuno è venuto in mente che con lui viveva una bestiola e ha telefonato all’Enpa sperando che fosse ancora viva nonostante fossero ormai passati oltre dieci giorni.
«Abbiamo contattato tutte le Forze dell’Ordine di Parma per avere informazioni, fino ad arrivare ad Acer, che gestisce l’appartamento, e chiedere il permesso di entrare nonostante siano giorni festivi» ha ricordato la volontaria Teodora Campanini. Ma la ricerca non è stata facile: anche questa volta la gatta si era nascosta bene. «Ad un tratto rovesciamo il cesto della biancheria e schizza fuori un esserino grigio che sguscia dalla porta e si infila nell’androne... Ariel! Ci risponde con un sonante miagolio a cui segue una stretta che è un abbraccio».
Ora Ariel è in stallo da una volontaria per il tempo che sarà necessario a rimettersi in sesto dalla disavventura, ma appena sarà tornata in forma le verrà cercata una nuova casa dove tornare ad essere amata. Per lei, tutto sommato, c’è stato un lieto fine, ma quanti sono gli animali rimasti imprigionati in casa e morti di stenti perché i loro padroni sono deceduti improvvisamente e nessuno si è più curato di loro? Trovare una soluzione non è semplice, ma se da un lato chi adotta un animale non può certo sapere quando passerà a miglior vita, dall’altro è certo che chi ha un rapporto speciale con un pelosetto non vorrebbe una fine così per il suo piccolo amico. Quindi, qualunque età si abbia, se si vive soli e non si ha una cerchia di persone con cui ci si rapporta frequentemente, il consiglio è quindi quello di indicare all’ingresso di casa, e magari segnalare ad un vicino, la presenza di un quattrozampe, in modo che, in caso di necessità improvvisa, qualcuno possa farsi carico della sua cura e, nella peggiore delle ipotesi, del suo affidamento ad una delle associazioni del territorio.