il caso

Michele Dalai e il viaggio in treno con il borettese che ha chiesto il selfie alla De Filippi: “Non si è pentito, gli hanno pure offerto soldi”

L'amministratore delegato di Zebre rugby era nello scompartimento con lui: "Il pensiero era di non aver mai avuto tante visualizzazioni". Ma nel frattempo si è cancellato dai social

Aveva fatto polemica, suscitando un coro (vedi tweet, post, commenti...) di sdegno se non insulti e qualcosa di più pesante la notizia, o comunque le foto, di un paio di persone che, alla camera ardente di Maurizio Costanzo in Campidoglio, si sono fatte un selfie con Maria De Filippi. Un selfie, per uno dei due, che oltre a fare il giro del web (cioè praticamente del mondo) non è finito lontano da Parma. In tutti i sensi. Il 40enne, infatti, è di Boretto. Ma non solo, come vedremo. Tra chi lo ha subito riconosciuto (in paese pare sia un volto noto) ma soprattutto chi lo ha pesantemente insultato e l'onda mediatica (ripresa da più testate) negativa che lo ha travolto, l'uomo ha dovuto cancellarsi dai social. A chi ha cercato di contattarlo, a caldo, ha detto di non voler commentare, insomma scegliendo il silenzio. Un silenzio molto diplomatico e tattico, a quanto pare, visto che in pubblico non pare aver scelto la linea del silenzio. Anzi. E qui arriviamo non vicino, ma proprio a Parma. Perchè in treno, poltrona più poltrona meno, era vicino a Michele Dalai, amministratore delegato delle Zebre rugby. Non importa quanto vicino, perchè a quanto pare tutti nello scompartimento hanno capito, dalle sue telefonate e dai suoi racconti en plein air, chi fosse: "quello del selfie con la De Filippi". Altro che silenzio, Dalai in poche righe nel suo post è più che chiaro: "Sono in treno con il tizio che si è fotografato con Maria De Filippi. Lo so perché continua a parlarne al telefono tra un ‘voglio morire’, un ‘non mangio più’ e una risata". Quanto basta? No, nello scompartimento tutti vengono a sapere che "Gli hanno anche proposto di monetizzare il fattaccio". Lui ha messo  pure una mascherina chirurgica (per non farsi riconoscere?), ma inutilmente visto che anche senza origliare tutti sentono chi è e il suo racconto. E nemmeno due sguardi puntati gli fanno capire che sta commettendo una gaffe: "In due ore di viaggio ha affrontato mille temi e fatto seimila ipotesi sulle cose mirabolanti che potrebbero accadergli, per esempio grazie a un suo amico dirigente delle Poste sa che non deve rispondere a domande di Striscia la Notiza né a quelle delle Iene". Ha anche provato a coinvolgere i passeggeri: "Ma quando abbiamo capito che si trattava di lui è calato il gelo nel vagone, nessuno ha parlato". In tutto il viaggio "nemmeno per un secondo ha detto di aver fatto una stronzata. Non una volta". Il bilancio è "che non ha mai avuto tante visualizzazioni"...