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Il parco di Panocchia intitolato a don Antonino Petrolini, quello di S.Pancrazio a don Tarcisio e padre Paolino Beltrame Quattrocchi

Non è stata Daria Jacopozzi Assessora ad Associazionismo, Quartieri e Toponomastica del Comune di Parma a svelare la targa che intitola il parco della frazione di Pannocchia a Don Antonino Petrolini, ma le piccole mani di due bambine che in quel parco ci giocano spesso.  "E' davvero un bel momento per i residenti di Pannocchia quello in cui la memoria di un paese diventa visibile e viene portata avanti anche nelle generazioni future" ha detto Daria Jacopozzi nell'affollata cerimonia che ha richiamato nella piazzetta di fronte alla chiesa i residenti. Insieme a lei erano presenti il parroco don Raffaele Mazzolini che ha celebrato il rito di benedizione, suor Plautilla Brizzolara delle Piccole Figlie, le nipoti di Don Petrolini, Massimo Palmia della Commissione Toponomastica che, con la ex dirigente scolastica Cristina Bocchi, hanno ricordato la figura di questo sacerdote che ha avuto la guida pastorale di Pannocchia dal 1945 al 1998. Una figura emblematica che ha saputo unire l'attività civile alla vocazione. "A don Petrolini stava a cuore anche la promozione sociale del paese che è sempre stato considerato l'estremo sud della città, un po' defilato. Don Petrolini ha contributo all'estensione delle reti dei servizi e dei collegamenti col capoluogo, ma si è fatto promotore anche di un welfare aziendale davvero innovativo per gli anni '50, a favore delle donne che lavoravano nel comparto agroalimentare del nostro territorio. Era burbero quanto autorevole, ma in quegli anni era un atteggiamento che non si discostava dall'educazione che si dava in famiglia. Ha saputo essere davvero una guida spirituale, un esempio concreto sia durante la guerra con la sua scelta antifascista sia con un dialogo tra le cose del mondo che ha accompagnato le generazioni cresciute a Pannocchia. Tutti ci ricordiamo anche che ogni numero di Vita Nuova, il giornale della parrocchia, uscito dal 1946 al 1998, era accompagnato da una sua lettera ai parrocchiani".   Don Antonino Petrolini è stato parroco di Pannocchia dal 1945 al 1998. Fu ordinato sacerdote il 23 marzo 1940, cappellano di Noceto dal 1940 al 1942 e in seguito, il 15 aprile 1942, nominato parroco di Vestana e Braia, frazioni di Corniglio. Durante la Guerra di Liberazione “rilevante è stato il sui sostegno  all’attività resistenziale” (Daniela Morsia, in «Comando Militare Nord Emilia». Dizionario della Resistenza nell'Emilia nord-occidentale, pag. 1, AA.VV.). Denunciato da un partigiano traditore, sulla strada tra Parma e Vestana fu catturato dalla Brigata Nera e  la sua prigionia trovò termine più tardi, grazie allo scambio con due tedeschi catturati nel langhiranese.
Nominato parroco di Panocchia il 1° dicembre 1945, fece il suo ingresso il 15 dicembre. Fu il promotore della realizzazione del nuovo Asilo Infantile, inaugurato l’8 dicembre 1953.
Diede vita al giornalino parrocchiale “Vita Nostra”, uscito la prima volta nel novembre 1946, terminando le pubblicazioni con il numero di Natale 1998.  Nel 1962 istituì la “Festa degli anziani” e nel 1976 la festa degli sposi, denominata “Famiglie felici, Parrocchia in festa”. Dopo quasi 53 anni di servizio parrocchiale, il 6 maggio 1998 rinunciò per motivi di salute mantenendo l’abitazione a Panocchia ed è mancato nel 2001.

 

Nella partecipata cerimonia in mattinata il Sindaco Michele Guerra con il Presidente del Consiglio Comunale Michele Alinovi, Daria Jacopozzi, Assessora all'Associazionismo, ai Quartieri e Toponomastica, Oronzo Pinto, consigliere incaricato del Comune di Parma, Luigi Vignoli membro della Commissione Toponomastica e Chiara Cantoni, presidente del MASCI PR 8 hanno intitolato il Parco di San Pancrazio (nei pressi del CONAD) ai due fratelli consacrati Tarcisio e Paolino Beltrame Quattrocchi con la benedizione del parroco della frazione don David Kwepanga. “Un’area verde, un quartiere trova da oggi uno spazio di comunità che trattiene la storia di persone che con il loro impegno, i loro valori, la loro azione hanno segnato la storia della nostra città” ha sottolineato Michele Guerra “la toponomastica di Parma racconta in diversi punti, grazie all’impegno del Masci e delle altre associazioni scoutistiche, non solo la storia del movimento a Parma, ma anche il ricordo di persone che ne hanno permesso la crescita, l’impegno civico, e la diffusione dei suoi valori.”   Giuseppe Forlani ex Prefetto di Parma (attualmente in carica a Palermo) ha svelato, insieme ad Adriana Superchi storica capo Scout Agesci, la nuova targa di intitolazione del parco. Daria Jacopozzi ha ricordato come “il lavoro che questi due fratelli hanno portato avanti abbia avuto una visione sociale soprattutto verso l’empowerment femminile che negli anni 50/60 era ancora tutta da costruire. Tra il molto altro di cui sono stati promotori con vivacità ed innovazione c’è stata anche la scuola per le assistenti sociali, che fu la prima in Italia.” “Uno dei tre punti della promessa Scout” ha ricordato il Presidente Alinovi con il suo fazzoletto azzurro al collo “fa riferimento al paese e promuove i valori di generosità e sussidiarietà in famiglia e nella società civile che ci è vicina. E’ fondamentale per una comunità avere esempi e stimoli in questo senso: l’intitolazione ai Beltrame Quattrocchi e la cartellonistica con l’illustrazione dell’impegno delle loro vite che, da oggi, porterà il parco di San Pancrazio prosegue la diffusione di questi valori”.  Don Tarcisio Beltrame Quattrocchi, nel 1945, fu tra i primi a promuovere la rinascita dello scautismo cattolico a Roma e, rientrato a Parma, fondò col fratello nel Monastero di San Giovanni, il 21 dicembre 1945, il Riparto ASCI Parma 5 intitolandolo al martire partigiano Maggiore Max Casaburi e poi il Riparto AGI Parma 2 (Associazione Guide Italiane). Durante il suo impegno pastorale ha operato nel mondo della scuola, alle opere di assistenza fondate dal fratello e alle coppie di sposi, come loro consigliere spirituale. Rientrato a Roma nel 1953, si è dedicato all’insegnamento nei licei e all’opera educativa nei gruppi scout, mantenendo stretti contatti e collaborando alla fondazione del gruppo AGESCI Parma 8 della SS. Annunziata e più tardi della Comunità dei Foulards Blancs. Padre Paolino Beltrame Quattrocchi entrò nell’Ordine benedettino nel 1924 col nome di Paolino, e ordinato sacerdote a Parma, il 22 gennaio 1933. Dopo diversi anni nel monastero di San Giovanni Evangelista, dove venne apprezzato per le doti di predicatore e le attività assistenziali divenne Cappellano degli Alpini in Jugoslavia durante la guerra. Passato nelle file della Resistenza, con il nome di “Fulvo” fu Capo Maglia del Comitato Volontari della Liberazione di Parma:  in prima linea per salvare ebrei e perseguitati politici. Insieme al Maggiore dei Carristi Max Casaburi “Montrone”, è stato insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare. Dopo la guerra ha dato vita a Parma a numerose opere di carattere sociale: la Pontificia Opera di Assistenza con una rete di 10 colonie, fra le quali Misurina (BL), e Serravalle Val Ceno (PR), la “Casa del reduce”, “Villa Serena” per i carcerati liberati,  un refettorio per i poveri e la scuola per Assistenti Sociali ONARMO, il circolo “La spiga” per il doposcuola dei ragazzi, il pensionato universitario “Sant’Anselmo d’Aosta”. Padre Paolino su sempre vicino al Movimento Scout, di cui aveva fatto parte in gioventù, insieme al fratello Don Tarcisio, fonda nel 1946 il Riparto AGI Parma 2. Nel 1962 si è ritirato nel Monastero dei Monaci Trappisti delle Frattocchie a Roma. Il finale della cerimonia è stato dedicato allo svelamento della panchina dedicata allo scout del Parma 8 Enrico Tridenti, alla presenza di amici e dei genitori Gabriele e Antonella Rosi. Davanti alla panchina dedicata al “Trido” i compagni Scout del Masci hanno letto con commozione una dedica. “Vivi il momento al meglio in queste vite davvero veloci con la testa già al dopo. Enri ci ha insegnato, quando era troppo tardi, che nelle relazioni per raggiungere insieme il traguardo voluto, il più veloce deve ogni tanto rallentare per non lasciarsi indietro nessuno.”