Senzatetto ritrovato nell'abitacolo di un'auto
Giallo di via Cufra, oggi l'autopsia sul corpo del tunisino
Dall'esame forse la parola definitiva sulla morte di Neji Dhahri
Sarà eseguita questa mattina l'autopsia sul corpo del tunisino Neji Dhahri, 49 anni, trovato morto lo scorso martedì pomeriggio in un parcheggio di via Cufra (zona via La Spezia) dentro un'auto incidentata.
Una morte che finora resta un mistero e solo il risultato dell'autopsia potrà fornire qualche risposta. L'uomo era seduto su uno dei sedili. Nell'abitacolo c'era della frutta e una polverina bianca che gli inquirenti stanno analizzando. Ad un primo esame, non sembra che sul corpo ci fossero evidenti segni di violenza.
La segnalazione della presenza dell'uomo è arrivata da un frequentatore della vicina moschea, e ha mobilitato i mezzi di soccorso (purtroppo inutili), oltre che la squadra mobile e gli uomini del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) dei carabinieri. Sono state acquisite le immagini delle telecamere di sorveglianza dell'autofficina davanti alla quale si trovava l'auto - ora sequestrata - in cui è stato trovato il tunisino, e sono stati sentiti i testimoni. L'auto non era di proprietà di Dhahri, che era solito cercare riparo per la notte in quei mezzi destinati alla riparazione nella vicina officina.
La sua vita a Parma sembra segnata da grandi speranze, ma altrettanto grandi fragilità. L'uomo - che ha lasciato in patria l'ex moglie e due figlie - svolgeva lavoretti precari e aveva problemi di tossicodipendenza, tanto che tempo fa era finito in carcere per spaccio di stupefacenti. Un'esperienza che lo aveva provato duramente fino a quando, grazie ad una misura alternativa, era stato accolto in una delle case-comunità di don Umberto Cocconi.
Qui Neji sembrava essersi rimesso in sesto e intenzionato a dare una svolta alla sua vita. Aveva anche iniziato un'attività in proprio di traslochi con un furgoncino. Un'esperienza però naufragata quando il mezzo era stato sequestrato dalla polizia locale e non più restituito.
Negli ultimi tempi il tunisino appariva sempre più solo: chi lo conosce dice che aveva ripreso con la droga e aveva problemi di salute. Fino al tragico epilogo della scorsa settimana, in quel giaciglio disperato.
r.c.