Nuova edizione del libro che andò a ruba nel 2013

Mitici Mirella e Peppino: la leggenda dei Cantarelli è ancora tutta da sfogliare

Stefania Provinciali

Trasformarono un'osteria in un tempio dell'alta cucina

È stata presentata ieri a palazzo del Governatore la nuova edizione del libro «I Cantarelli. Storia e mito della cucina italiana», edito da «Gazzetta di Parma».
«Per certi versi, questo libro è a sua volta un mito: andò a ruba quando, nel 2013, la Gazzetta lo pubblicò, su idea di tre eruditi e competenti buongustai e accademici della cucina - Giovanni Ballarini, Giorgio Orlandini e Roberto Tanzi - e divenne presto un oggetto di culto», ha ricordato Claudio Rinaldi, il direttore del quotidiano che ha moderato l'incontro.


Nei loro interventi i rappresentanti degli enti che hanno sostenuto la pubblicazione - Alessandro Gattara, presidente dell’Associazione della Strada del Culatello, Romeo Gualerzi, presidente del Consorzio di Tutela del Culatello di Zibello e Giuseppe Scaltriti, presidente di Distillerie Faled - hanno riportato alla memoria la trattoria di Samboseto aperta da Cantarelli nel 1953 con spaccio di alimentari e chiusa nel 1982 con due stelle Michelin, ancora oggi un’eccellenza viva nelle cantine e nelle cucine del territorio e anche in chi ha solo ascoltato, per motivi anagrafici, la storia di Mirella e Peppino dalla voce altrui.
«Ci sono da scovare sempre nuovi aneddoti e testimonianze di persone che hanno vissuto quell’epopea» ha spiegato Errica Tamani, curatrice assieme a Alberto Salarelli del libro tanto atteso, arricchito di scritti e fotografie.
Una «coppia di ristoratori che ha raggiunto la dimensione eccelsa e indiscutibile della classicità», li ha definiti Salarelli. A Samboseto tuttora aleggia il ricordo di chi aveva voluto e saputo trasformare una piccola osteria di campagna in uno dei più famosi ed apprezzati ristoranti italiani.

Peppino accoglieva gli ospiti in sala, una trattoria dove le tovaglie erano di lino, i bicchieri di baccarat e i migliori vini francesi era sempre presenti; in cucina Mirella cucinava secondo una tradizione sempre performante: un tratto unico nel tenere insieme gli opposti. Il loro essere ristoratori è rimasto nel tempo un mito e oggi sono ritornati in auge vari locali che si ispirano al celeberrimo Savarin di riso.
Non hanno voluto perdersi l'incontro che celebrava questa coppia leggendaria che ha attraversato il tempo, ristoratori quali Ivano Albertelli e Massimo Spigaroli e il figlio, Fernando Cantarelli ha voluto ringraziare tutti per le testimonianze, quelle presenti e quelle raccolte nel libro: tute più che sincere, capaci di entrare nella forte personalità dei due protagonisti.
«Tra le novità inserite - ha proseguito Tamani - un'intervista al presidente del Gruppo Barilla, Guido Barilla, da cui emergono alcuni ricordi vivi e più nitidi che mai; la serata a Palazzo Antinori, nel 1983, dove in occasione di un prestigioso evento Mirella Cantarelli era stata chiamata a cucinare con un’altra celebre cuoca, Anni Feolde, e con Paul Bocuse: una cucina a sei mani allora cosa rara.
Ed ancora l’invito a Mirella a fare lezione alla scuola di cucina dei Gritti a Venezia chiamata da Massimo Alberini, e le ricette tutte da rileggere, alcune da scoprire. Il libro è in vendita con la Gazzetta di Parma a 15 euro più il prezzo del quotidiano.