CHIESA

La chiesa di Parma ha due nuovi sacerdoti

Dai primi vespri della solennità dell’Ascensione la Chiesa di Parma conta due nuovi presbiteri: Lorenzo Beltrame e Giampiero Tonello (per tutti Nando) sono stati consacrati sabato pomeriggio in Cattedrale dal vescovo Solmi che così ha tratteggiato la personalità dei due nuovi preti.
«Lorenzo - ha spiegato Solmi - arriva al presbiterato dopo anni di attività forense. Anche il lavoro è una forma di vocazione, in modo particolare quando aiuta a regolamentare i rapporti tra le persone come è, o dovrebbe essere, chi agisce in nome della legge. Mentre fa l’avvocato, matura una chiamata diversa. Viene alla mente sant’Alfonso Maria de Liguori - mio protettore - che, non è così per Lorenzo, da una causa andata male si affretta nel cammino che lo porterà ad essere prete, missionario, fondatore e addirittura vescovo. Nulla è impossibile a Dio: neanche passare da avvocato a prete!
Nando – ha proseguito il vescovo – è sposo e padre, diacono da quindici anni. Maria Claudia, sua moglie ha dato il consenso dal paradiso e da là ora guarda Mariano suo figlio e Nando suo sposo, sul cui Battesimo e diaconato il Signore ha voluto innestare la consacrazione presbiterale e una missione che ora parte con la precisa voglia di “fare il prete” a tempo pienissimo, modificando le sue attuali incombenze.
Non dobbiamo andare lontano, ma fare poche centinaia di metri per raggiungere la casa delle Orsoline, nella quale è vivissima, e non solo per il recente centenario, la memoria e l’opera di suor Maria Lucrezia Zileri del Verme, il cui padre, Giulio, alto funzionario di Maria Luigia, rimasto vedovo, avverte la chiamata e diventa prete, nella Compagnia di Gesù, alla quale tanto le Orsoline e la figlia, erano unite».
In un giorno di festa per la Chiesa di Parma il vescovo Solmi ha poi ricordato anche, tra i doni ricevuti dalla Chiesa cittadina, quello di padre Lino Maupas, che ha racchiuso ed anche fatto esplodere nella propria esistenza «l’essenza dell’annuncio del Vangelo proclamato dalle parole che tutti possono intendere, cioè le sue azioni, i fatti che compie».