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La Fattoria di Vigheffio intitolata a Mario Tommasini, "provocatore e anticipatore"

La Fattoria di Vigheffio è stata intitolata a Mario Tommasini. E non poteva che essere così, perché è stato Tommasini per primo a credere e adoperarsi affinché quel podere alle porte della città diventasse un luogo aperto, di inclusione e socializzazione, un luogo abitabile per le persone con malattia psichiatrica. Grazie alla visione e ai valori di Mario Tommasini è cambiato in modo radicale l’approccio alla malattia mentale, anche grazie a lui, che ha chiamato a Parma Franco Basaglia, è stato possibile arrivare al superamento e definitiva chiusura dei manicomi.

La giornata di oggi, con la cerimonia di intitolazione, è stata una festa nel ricordo e nella riconoscenza, ma è anche e soprattutto un’occasione per rimarcare l’impegno affinché il percorso iniziato da Mario Tommasini continui, con nuove progettualità sempre più rispondenti ai bisogni delle persone, sempre nel segno dell’inclusione e della dignità.

Oggi sono state ricordate anche altre due figure che hanno saputo ben interpretare e concretizzare, ciascuna nel proprio ruolo, le idee di Tommasini. Si tratta di Vincenzo Tradardi, medico, dirigente sanitario e docente universitario, capace di cogliere sempre l’importanza dei fattori sociali nella costruzione di nuovi servizi territoriali e di comunità, e dell’architetto Antonio Pellegrini, già direttore del dipartimento Attività tecnico Ausl, per il decisivo contributo nella progettazione innovativa e nella direzione partecipata dei lavori di diverse strutture, tra cui la Fattoria di Vigheffio.

All’evento sono intervenuti Pietro Pellegrini, direttore del Dipartimento salute mentale-Dipendenze patologiche dell’Azienda Usl,  Massimo Fabi, commissario straordinario dell’Azienda Usl e direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Marcella Saccani, presidente Fondazione Mario Tommasini, Maristella Galli, sindaca di Collecchio, Michele Guerra, sindaco di Parma, la presidente di Proges Michela Bolondi, il presidente di Avalon Liliano LambertiStefano Bettati, direttore del Dipartimento di medicina e chirurgia dell’Università di Parma, il presidente Comitato utenti e famiglia (CUF) Andrea Panizzi.

Sono state inoltre presentate le attività dell'area sanitaria e dell'area agricoltura e dell’area del Centro sociale, e sono state scoperte anche le targhe ad Antonio Pellegrini per il Centro per la promozione della salute, il benessere, la formazione e l’inclusione sociale, gestito dal Dipartimento salute mentale, e a Vincenzo Tradardi per il Centro sociale gestito dalla cooperativa Avalon. 

Oggi è una giornata dedicata ai valori che hanno ispirato Tommasini, Tradardi e Pellegrini: siamo nel ricordo ma anche proiettati verso il futuro, con tanti interventi e progetti a tutela dei diritti individuali e collettivi per fare crescere un’intera comunità”, ha ricordato Pietro Pellegrini.

Gli insegnamenti maggiori che ci hanno lasciato le figure fondamentali che ricordiamo oggi, sono l’importanza delle relazioni sociali, l’impegno per affermare valori e principi ma anche la grande capacità di azioni concrete, l’attenzione ai fragili e agli ultimi – ha sottolineato Massimo Fabi -. Tommasini ha anticipato i tutti valori alla base del Servizio sanitario pubblico e universale che conosciamo oggi”.

Tommasini è stato un provocatore e un grande anticipatore – ha affermato Marcella Saccani – Quando Basaglia ha iniziato a chiudere i manicomi, lui aveva già da tempo fatto uscire i primi pazienti dall’ospedale psichiatrico”.

Siamo qui per ricordare e ringraziare tre persone straordinarie che hanno dato tantissimo per il bene di tutti noi, sia come singoli che come collettività”, ha affermato Maristella Galli.

Dopo tanti tentativi di trovare un luogo o una via di Parma degni di essere intitolati a quella figura straordinaria che fu Mario Tommasini – ha ricordato Michele Guerra –, la targa che scopriamo oggi finalmente rende giusto onore a un uomo che tutti noi continuiamo a ringraziare per quanto ha fatto. La Fattoria dedicata Tommasini ha un significato potentissimo per il presente e per il futuro”.

LE TARGHE

Mario Tommasini (1928 – 2006) è intitolata la Fattoria di Vigheffio. La targa in marmo bianco di Carrara scoperta fuori dall’ingresso riporta alcuni tratti salienti della sua vita:  “Amministratore pubblico, antifascista. Assessore provinciale con delega all’Ospedale psichiatrico di Colorno,  promuove le dimissioni dei ricoverati e la creazione di diverse strutture fra cui la Fattoria di Vigheffio. Collabora con Franco Basaglia. Promuove la chiusura  del brefotrofio, lotta per l'eliminazione delle classi differenziali, per il reinserimento nella società delle persone private della libertà e per forme innovative di assistenza agli anziani”.

Vincenzo Tradardi (1938 –2016), medico e docente di fisiologia, “costruttore della sanità pubblica universale” è stato intitolato il Centro sociale e riabilitativo.

Ad Antonio Pellegrini (1960–2012) architetto, direttore del dipartimento Attività tecniche e delle tecnologie dell’Azienda Usl di Parma è stato intitolato il Centro di formazione e inclusione.

IL  LIBRO

“Eutopia - La Fattoria di Vigheffio Mario Tommasini, viaggio in una storia straordinaria” è il titolo del libro curato dalla giornalista Laura Ugolotti che l’Azienda Usl ha voluto realizzare per far conoscere la storia della  Fattoria di Vigheffio, come è nata, com’è oggi e anche come sarà domani.

LA NUOVA SEGNALETICA

L’intitolazione della Fattoria di Vigheffio a Mario Tommasini è stata l’occasione per fare un restyling alla segnaletica di tutta l’ampia area del complesso. Oltre al nuovo cartello d’ingresso, l’Azienda Usl con la collaborazione della cooperativa Avalon, grazie ad un contributo di Fondazione Cariparma, ha realizzato due ulteriori cartelli con la mappa dell’intero complesso, posizionati nei due parcheggi.

I SERVIZI ALLA FATTORIA DI VIGHEFFIO   

Ricavata dalla ristrutturazione della vecchia casa colonica, alla Fattoria di Vigheffio è operativa la residenza con undici posti letto, destinati a persone con disfunzionalità moderata o grave, con spazi comuni, sala mensa, infermeria, laboratorio. E’ presente anche il gruppo appartamento La Barchessa, a seguito di ristrutturazione e ampliamento fatti dall’Azienda Usl nel 2010. Il gruppo appartamento dispone di tre alloggi, con sei posti, una sala comune e la cucina.

Gli ospiti sono seguiti da una équipe multiprofessionale composta da medici, psicologi, infermieri, educatori, assistenti sociali, operatori socio-sanitari. Il servizio è gestito dalla cooperativa sociale Proges.

Alla Fattoria di Vigheffio sono presenti inoltre molteplici attività produttive, di formazione e socio educative. Vi sono le serre, laboratori e campi coltivati. Un’area è dedicata all’addestramento, soccorso e pet-therapy gestite dal Soccorso cinofilo parmense. I laboratori sono gestiti dalle cooperative sociali Proges, EMC2 e Avalon e in convenzione con numerose associazioni culturali. Le attività agricole sono gestite da Proges ed EMC2. Alla Fattoria di Vigheffio vengono inoltre organizzati eventi ricreativi e di sensibilizzazione culturale, visite guidate per le scolaresche, centri estivi per minori gestiti da Avalon e Emc2 con Uisp e i gruppi di auto mutuo aiuto. La Piccola Osteria di Vigheffio è gestita dalla cooperativa Avalon. Nella conduzione sono coinvolti anche gli ospiti dei servizi, con progetti riabilitativi personalizzati.

Dal 2023, alla Fattoria di Vigheffio è attivo il Centro per la promozione della salute, il benessere, la formazione e l’inclusione sociale dove prende concreta forma il “recovery college”, uno spazio di cura, cultura, formazione e inclusione per tutti i professionisti della salute, gli utenti, i familiari e per l’intera società.

Il nuovo Centro è dotato di una sala con oltre cento posti, con la possibilità di una suddivisione interna tramite pareti mobili in due ulteriori sale da ottanta e sessanta posti ciascuna per attività riabilitative; una sala con venticinque posti, attrezzata con ausili didattici informatici; uno studio medico oltre a spogliatoio, servizi igienici, locali di portineria e servizi.

CHI ERA MARIO TOMMASINI

Nasce e cresce nella Parma antifascista. Aderisce al Pci e a 14 anni è tra i partigiani più giovani. Milita nei Gap, i gruppi d’azione patriottica. Per questo nel 1967 riceverà la Croce al merito per la lotta partigiana. Partecipa alle lotte politiche e sindacali degli anni 50 e conosce anche il carcere. Nel 1965 è Assessore ai Trasporti (e rende pubbliche le linee provinciali), con delega per l’ospedale psichiatrico di Colorno. Inizia la collaborazione con Franco Basaglia che dirigerà l’ospedale dal primo settembre 1970 per un anno circa. Facilita molte dimissioni a domicilio di pazienti e l’apertura di diverse strutture come la Fattoria di Vigheffio e il centro diurno 8 marzo. Promuove la pubblicazione del libro “Cos’è la psichiatria?” di Franco Basaglia e il film “Matti da slegare” di Marco Bellocchio che contribuiranno a sostenere il cambiamento culturale nell’assistenza psichiatrica. Nel 1970 promuove la chiusura del brefotrofio e delle “classi differenziali”. Riceve il premio Schweitzer e inizia collaborazioni internazionali in Grecia, Brasile, Santo Domingo. Nel 1980 è assessore ai Servizi sociali e alla sanità del Comune di Parma: promuove gli orti per gli anziani e istituisce il servizio di assistenza domiciliare. S’impegna a favore dei detenuti col movimento “Liberarsi della necessità del carcere”; contribuisce alla fondazione della cooperativa Sirio, che dà lavoro esterno a centinaia di detenuti. Nel 1991 organizza a Vigheffio una seduta straordinaria del Consiglio regionale nel corso della quale viene presentato il progetto “Esperidi”, che mira a superare le case di riposo attraverso una rete di strutture dove possano coesistere anziani che vivono autonomamente in appartamenti e giovani coppie, con servizi di “portineria sociale”.  Questa idea nel 2003 troverà realizzazione a Tiedoli (Borgotaro). Per contrastare la nuova cronicità psichiatrica, immagina per Vigheffio il progetto Itaca, affinché ciascuno possa rientrare a casa e vivere in modo indipendente. Nel 1990 Tommasini è eletto consigliere regionale e attorno a lui nascono i movimenti politici “Nuova solidarietà” e, successivamente, nel 1998, “Libera la Libertà”.

CHI ERA VINCENZO TRADARDI

Medico docente di fisiologia umana all’Università di Parma, è stato sempre molto impegnato nel mondo dell’assistenza e della sanità, attento ai diritti delle persone. Compagno, ispiratore e poi erede del pensiero e dell’azione di Mario Tommasini, ha dato vita a quella pagina rimasta scolpita nelle pietre della storia, ovvero l’occupazione dell’ospedale psichiatrico di Colorno alla fine degli anni sessanta per protestare contro le condizioni di vita cui erano sottoposti i pazienti. Primo grande seme di quel percorso che ha portato Franco Basaglia a Parma e ai cambiamenti della legge manicomiale.

Vincenzo Tradardi è stato un importante amministratore: presidente del Consorzio Socio-sanitario Bassa est e poi dell’Unità sanitaria locale di Parma, quindi anche della Asp Bassa est di Colorno. Tradardi si è sempre battuto per i diritti dei malati, per il sociale e la politica. Dopo una lunga militanza nel Pci, agli inizi degli anni novanta si è avvicinato alla rete e ai movimenti civici di Mario Tommasini. Portatore di cultura, di analisi e di un sapere critico, sempre misurato anche quando radicale, ha saputo dialogare con tutte le persone anche nelle circostanze più complesse e difficili. La ricca produzione di scritti, fotografie e filmati costituisce un patrimonio da conoscere e valorizzare.

CHI ERA ANTONIO PELLEGRINI

Architetto, direttore del dipartimento Attività tecniche e delle tecnologie dell’Azienda Usl di Parma è stato promotore di una modalità di “progettazione partecipata”, attenta alle esigenze dei professionisti, all’installazione delle più avanzate ed appropriate tecnologie per la cura e la diagnosi e al contempo molto sensibile agli aspetti umani, alla grande attenzione per l’accoglienza degli utenti, alla qualità delle strutture e alla cura dei dettagli. Esperto in bioarchitettura e molto preparato anche in materia ambientale, ha sempre collocato le sue opere nel contesto sociale e nel verde. 

Ogni opera rimaneva sempre sua anche dopo che era finita, perché doveva vivere, essere manutenuta e possibilmente migliorata. Con intelligenza spiazzante e ironia bonaria ha costruito insieme ad opere un'architettura dell'anima nella quale abitare, tutti. Ha diretto i lavori per la realizzazione dell’ospedale di Vaio, curato il recupero delle case di Tiedoli; tra le ristrutturazioni, si ricordano quelle del centro Primo maggio e della Fattoria di Vigheffio, dove ha realizzato gli appartamenti La Barchessa, progettato il Centro Sociale e  recuperato i locali dell’ex archivio,  come futura sede della Fondazione Tommasini; ha predisposto gli interventi per la rete provinciale delle Case della Salute e la Casa della Salute del Bambino e Adolescente.