FENOMENO

Ragni e ragnatele volanti, spiegata la causa- Foto

Sta facendo parecchio discutere il fenomeno delle ragnatele volanti, dette anche capelli d’angelo che, da qualche settimana, si stanno vedendo in particolare abbondanza un po’ in tutta la pianura padana. Una vicenda che sta scatenando numerose prese di posizione e, soprattutto, sta facendo impazzire i social. Ci sono quelli che sostengono che, in queste proporzioni, mai prima d’ora sia stato osservato questo fenomeno e chi ricorda che si tratta di un fatto del tutto naturale che, di questi tempi, si ripete da sempre. Le campagne della nostra pianura stanno evidenziando una vera e propria con intere aree ricoperte da questi filamenti che, in effetti, sono davvero ragnatele.

Su questo singolare fenomeno si sono diffuse, nel tempo, le più svariate interpretazioni che vanno dall’attribuzione ai fenomeni Ufo a modelli di bioingegneria per il controllo del clima ed altro ancora. Si tratta in realtà, come già scritto, del fenomeno del balloning, un modo di spostarsi nell'aria utilizzato da diversi ragni e da altre specie di insetti, già attestato in Italia da secoli.

Soltanto nell’area della Pianura Padana il fatto è sempre uguale e si ripete ogni anno, in questo periodo, da secoli. Le prime cronache risalgono addirittura al 1500.

Si tratta di ragnatele dalle caratteristiche eccezionali per resistenza chiamate “draglie” prodotte dai ragni nelle grandi pianure del Nord Europa e confini, alle quali affidano le loro uova ai fini della diffusione della specie (diffusione anemofila). Incontrando l’ambiente idoneo le uova si schiudono riproducendo la specie. I ragni, come noto, secernono il filamento, che non è altro che seta, in modo da essere trasportati dalle correnti e migrare. Inoltre in questa stagione, come i contadini sanno bene, tutti i campi vengono ricoperti da queste ragnatele. Nella Bassa, in questi giorni, il fenomeno è molto più evidente, visibile ed intenso perche, nelle aree allagate, i ragni di fatto “fuggono” utilizzando questa sorta di paracadute e partono in balia del vento. Sull’argomento è intervenuto anche il professor Davide Persico, docente universitario a Parma ed esperto naturalista rimarcando che . Sull’argomento, però, le opinioni continuano a dividersi e c’è chi sostiene che si tratti di un risultato delle cosiddette scie chimiche o dell’inquinamento, c’è chi parla di dai microchip e chi di geoingegneria.

Pur nel più assoluto rispetto delle opinioni di tutti, e ricordando ai lettori che il compito degli organi d’informazione è quello di fare cronaca evitando di parteggiare per l’uno o l’altro mentre ai lettori è data l’opportunità di leggere e informarsi esprimendo eventualmente le loro opinioni (possibilmente nel rispetto di quelle altrui) ha portato il suo ad ingrandire queste ragnatele, o ed in effetti si vedono migliaia di piccoli ragni neri muoversi sulle ragnatele con cui hanno ricoperto, ancora una volta, i campi della nostra pianura dando vita ad un paesaggio fiabesco e particolare, avvolto da grandi teli bianchi. Un paesaggio capace ovviamente di attirare gli obiettivi di fotografi e fotoamatori. Per il resto, per quanto riguarda spiegazioni ed interpretazioni, ognuno tenga legittimamente la sua ricordando sempre che il confronto, quando costruttivo, è sempre un bene per tutti.