AMBIENTE

Mancuso: «Tagliare alberi crea un doppio effetto devastante»

Laura Ruggiero

«Non si risponde alla scienza con le opinioni». Incontro promosso dall'Ordine degli architetti

Gli esseri viventi, compreso l’uomo, costituiscono appena lo 0,3% della vita sulla Terra, una percentuale quasi irrilevante rispetto all’87% rappresentato dalle piante. Eppure, nonostante questa esigua porzione, la nostra specie è riuscita a infliggere danni devastanti al pianeta, i cui effetti sono ancora difficili da comprendere appieno. Questo è stato il punto di partenza della «lectio magistralis» tenuta ieri in Sala Pizzetti dell'Auditorium Paganini dal celebre scienziato Stefano Mancuso, in occasione dell’evento organizzato in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Parma (l'introduzione è stata affidata al presidente Daniele Pezzali) e l’Accademia Mendrisio Alumni per il festival «Il rumore del lutto». «La vita è il fenomeno più raro che esista nell’universo - ha esordito Mancuso -. Si sviluppa in uno strato sottilissimo, la biosfera, che al massimo raggiunge i venti chilometri di altezza. Un fenomeno che noi consideriamo scontato, ma che in realtà non lo è affatto».

La domanda che sorge spontanea è come l’uomo stia trasformando questo fenomeno così raro e vulnerabile e in che misura stia modificando l’intero ecosistema del pianeta. «Dal 2021 - prosegue - su questo pianeta il peso del materiale prodotto dall’uomo ha superato quello della vita. Per darvi un’idea dell’enormità di questo fenomeno, nel 1920 la percentuale di materiale sintetico prodotto rispetto al peso della vita era inferiore all’1%. In appena cento anni, abbiamo completamente ribaltato questa proporzione».

Le dimensioni di questo impatto sono colossali. Circa 12 mila anni fa gli alberi sulla Terra erano 6 mila miliardi. Oggi sono ridotti della metà, a 3 mila miliardi, con 2 mila miliardi abbattuti negli ultimi due secoli, un’area pari a due volte gli Stati Uniti. «Non pensate - sottolinea Mancuso - che abbattere 2 mila miliardi di alberi non abbia conseguenze per la nostra vita. Negli stessi due secoli in cui abbiamo iniziato a produrre enormi quantità di anidride carbonica, abbiamo anche distrutto gli alberi che un tempo assorbivano questa Co2, creando così un doppio effetto devastante».

Questi cambiamenti così rapidi sono incompatibili con la sopravvivenza delle specie. Dal 1970 a oggi, la popolazione animale globale è diminuita di almeno il 50%. Eppure, nonostante le evidenze scientifiche sempre più schiaccianti, per la prima volta la scienza sembra non avere alcun impatto sulle convinzioni delle persone. «Non si può rispondere alle verità della scienza con le opinioni - tuona lo scienziato -. Alle verità scientifiche si risponde con esperimenti. Se si vuole dimostrare che qualcosa non è vero, bisogna fornire prove concrete».