CARABINIERi
Imprenditore truffato per 3mila euro da un falso mediatore di vendite. 50enne nei guai
Nei mesi scorsi l'amministratore di un'azienda locale ha deciso di vendere una quota della società. Dopo aver consultato altri imprenditori della zona, ha ottenuto il nome e il numero di telefono di un mediatore professionista specializzato nelle vendite.
Contattato telefonicamente, il mediatore si è presentato nella sede dell'azienda per fare il punto sulla situazione. Dopo aver esposto le sue qualità professionali, ha convinto l'amministratore ad affidargli l'incarico. Sono seguite delle corrispondenze via email in cui il mediatore confermava l'accettazione del mandato e comunicava che avrebbe emesso una fattura di 2.500 euro + IVA, da pagare anticipatamente per il servizio reso. L'imprenditore, sorpreso dalla richiesta di pagamento anticipato, ha chiesto spiegazioni e ha ricevuto la risposta che si trattava di una dimostrazione di interesse nell'affidargli il mandato.
Convinto della serietà del professionista, l'imprenditore ha effettuato un bonifico di 3.000 euro a favore dell'IBAN precedentemente comunicato. Dopo il pagamento, il sedicente mediatore ha riferito che la pratica stava procedendo bene e che era riuscito a trovare un acquirente interessato alle quote della società.
Tuttavia, dopo pochi giorni senza ulteriori aggiornamenti, l'imprenditore ha tentato di contattare il mediatore, ma non è riuscito a farlo poiché il telefono risultava sempre spento e il professionista sembrava essere sparito nel nulla. Effettuando ricerche online sul sedicente mediatore, ha riscontrato ulteriori lamentele a suo carico e ditte fantasma ad esso associate. Realizzando così di essere stato vittima di una truffa, si è recato presso la caserma dei Carabinieri di San Pancrazio per sporgere denuncia, fornendo tutti i dati e le evidenze relative al pagamento effettuato.
I Carabinieri hanno avviato subito le indagini, attraverso l'analisi dei dati forniti dall'imprenditore e utilizzando metodi investigativi tradizionali e moderni, hanno effettuato accertamenti presso i gestori di telefonia mobile e presso gli istituti di credito coinvolti. Queste verifiche hanno permesso di tracciare il flusso del denaro, risalendo fino al beneficiario finale, un 50enne italiano che, a conclusione degli accertamenti e sulla scorta degli elementi probatori raccolti è stato denunciato per truffa.