«Do you speak pramzàn?» Il libro da oggi in edicola

Dalle valli al mondo: storie da tramandare alle generazioni future

Mara Varoli

Rinaldi: «Sono testimonianze straordinarie»

Il libro è in vendita in tutte le edicole a 10 euro più il prezzo del quotidiano.

Il libro? «Tutti pezzi di una memoria preziosa, da tramandare alle generazioni future». È lo stesso autore, Claudio Rinaldi, a definire il significato di «Do you speak pramzàn? Dalle valli al mondo: storie di uomini e donne, storie di successo». Un libro del direttore della Gazzetta di Parma per Mup editore, che sarà in vendita da oggi con il giornale a 10 euro più il prezzo del quotidiano. In tanti alla prima presentazione a Palazzo Giordani: insieme all'autore, il giornalista Vittorio Rotolo, il vice presidente della Provincia Daniele Friggeri, l'assessore comunale di Parma Ettore Brianti, il presidente dell'Unione dei Comuni Valli Taro e Ceno Francesco Mariani, il vice presidente di Fondazione Monteparma Angelo Vibi, il consigliere regionale Matteo Daffadà.

«Un libro che valorizza Parma fuori da Parma stessa - ha aperto Friggeri -. E che ci racconta come ognuno di noi si porti dietro le radici anche oltre oceano. Un racconto, quello di Rinaldi, di grande emotività e di cui siamo orgogliosi». Da ex sindaco di Pellegrino, Brianti ha avuto il privilegio «di conoscere tante figure di emigrati. Sono storie che emozionano in un libro che diventa un motivo di riflessione, per ripensare all'immigrazione dei tempi attuali». «È stato un piacere per Fondazione Monteparma collaborare alla realizzazione di questo progetto editoriale, che valorizza la tenacia e la storia degli abitanti del Taro e del Ceno nel mondo. Rinaldi in questo libro ha raccolto numerose storie di emigrati che hanno avuto successo in altri Paesi, senza mai dimenticare le loro origini: storie che sapranno suscitare interesse nel lettore». Vibi ha poi ringraziato Matteo Daffadà e Alessandro Cardinali per il coinvolgimento nel progetto: una ricerca portata avanti dall'Unione dei Comuni Valli Taro e Ceno con il sostegno finanziato della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo presso l'Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna.

«Abbiamo deciso di fissare su carta una serie di esperienze di persone che hanno deciso di lasciare la propria terra per riscattarsi da una vita non proprio agevole - ha aggiunto Mariani -. Ringrazio Rinaldi per la passione che ha messo in questo libro». Una giornata speciale per Daffadà, «perché ognuno di noi ha una parte nel mondo. Sono storie meravigliose: i valori che queste persone ci trasmettono e l'attaccamento all'Italia sono un grande esempio. Il libro è poi un mezzo importante per sentirci uniti, Parma e la sua provincia, e per esportare nel mondo il nostro territorio». Pagine che danno voce agli emigrati a New York, a Parigi e a Londra: «Sono le storie di 20 famiglie - ha sottolineato Rinaldi -. Persone che sono partite con pochi spiccioli e senza parlare la lingua del luogo dove sarebbero arrivati. E tanti di loro hanno avuto un successo incredibile. Le storie sono raccontate in prima persona per renderle più immediate e nascono da lunghe interviste anche agli eredi, che raccontano la vicenda del padre, della madre, del nonno o della nonna. E spesso nel raccontarle c'è commozione». Sacrificio, valori e solidarietà: ecco il refrain. «Il viaggio è un ricordo bellissimo - ha proseguito Rinaldi -. Anche per chi è andato a piedi in Scozia. E poi i sacrifici: tutti li hanno fatti e molto duri. L'obiettivo era comune: lavorare sodo affinché i figli e i figli dei figli non dovessero fare i conti con la povertà». Rinaldi ha anche riportato alcuni aneddoti, come quelli legati a Frank Capitelli, «il papà della Valtarese Foundation e il volto del Friars Club, sbarcato a New York a 19 anni - ha ricordato Rinaldi -: lavapiatti fino a cameriere al Friars Club, frequentato dal jet set. Ma qui rischia il licenziamento perché non conosce la lingua: tanto studio e in breve tempo il posto è garantito. Oppure i Federici, anzi i Frederick, una famiglia di gelatai tra guerre mondiali e ice cream wars.

Una storia che comincia alla fine dell'Ottocento con nonno Antonio e raccontata da Irene Frederick. Una storia che continua con suo padre Mattia-Matthew che fra mille difficoltà riesce a trasformare un furgoncino in una grande azienda vicino a Liverpool. Ma con la Seconda guerra mondiale su ordine di Churchill gli italiani diventano nemici e Mattia e suo fratello Francesco arrestati: Mattia è destinato al campo d'internamento in Canada e viene imbarcato sulla nave Ettrick che parte due giorni dopo l'Arandora Star. E quando arriva la notizia dell'affondamento la famiglia è nel panico. Poi scrivono persino al Papa per farlo tornare in Inghilterra, ma solo alla fine della guerra riuscirà ad essere libero. Ricomincia da capo e piano piano crea un impero, portato avanti dai fratelli di Irene, Frank e Philip. Fino a quando l'azienda viene venduta».