Intervento

Guerra: "Al lavoro con Enac per l'aeroporto Verdi"

Il sindaco Michele Guerra interviene sulla questione aeroporto e fa il punto della situazione sul presente e sul futuro dell'infrastruttura.
«Il dibattito sul destino dell’aeroporto di Parma - scrive il primo cittadino - ha tenuto banco nelle cronache dell’ultima settimana, con registri diversi, allarmando anzitutto i lavoratori del “Giuseppe Verdi” e interrogando la città rispetto alla funzione e al ruolo di questa infrastruttura».

«Fase delicata»
A seguito «del mancato aumento di capitale – la cui notizia è della tarda serata del 25 luglio – che avrebbe dovuto mettere in sicurezza l’aeroporto - prosegue Guerra - considerate le criticità che attraversano SoGeAp, le istituzioni pubbliche, Comune di Parma e Regione Emilia-Romagna in testa, sono subito intervenute per comprendere cosa stesse accadendo tra i soci e per supportare la delicata fase che veniva ad aprirsi. Non c’è stato un singolo giorno senza che siano avvenuti confronti tra i due soci privati - Centerline e Parma Aeroporto - e i rappresentanti del pubblico, incluso ovviamente Enac. Personalmente, oltre ad aver preso parte ad ognuna delle molte e articolate riunioni organizzate in formazioni di volta in volta diversa, mantengo la quotidianità del dialogo con i due soci, con Enac e con la Regione, in modo da garantire quella necessaria mediazione che il Comune ha il dovere di mettere in campo in queste fasi».

Gli aggiornamenti
«Ritengo necessario dare un aggiornamento sul dove siamo oggi, ricapitolando ciò che è accaduto a partire dal 26 luglio - sottolinea -. La decisione del socio di maggioranza Centerline, che ha in capo la gestione operativa dello scalo, di non sottoscrivere l’aumento di capitale atteso ha spiazzato e acuito la crisi in cui SoGeAp si trova, con conseguente rischio di liquidazione della società. Pur continuando a dichiarare in ogni sede la volontà ad impegnarsi nell’aeroporto di Parma, Centerline ha fatto emergere la volontà di vedersi supportata da altri partner e di non voler proseguire con una quota societaria così alta (ad oggi è il 79.5% di SoGeAp). Tale scelta apre un problema, dal momento che l’altro socio, Parma Aeroporto, che aveva deliberato la sottoscrizione della sua parte di aumento di capitale, non è intenzionato ad investire risorse economiche che non siano quelle corrispondenti alla quota della sua partecipazione in SoGeAp».

L'azione delle istituzioni
L’azione «delle istituzioni pubbliche – Regione, Comune ed Enac – è stata da subito decisiva - aggiunge - per dare corpo a un tavolo di confronto allargato che ascoltasse i soci, analizzasse le ragioni della crisi e le possibili vie di ricomposizione e prefigurasse scenari eventualmente alternativi e praticabili, rispetto ai quali è fondamentale la regia di Enac – e a tal riguardo i numerosi confronti avuti in questi giorni con il direttore generale D’Orsogna, cui va il mio ringraziamento, mi hanno dato prova di un impegno fattivo di Enac, che è, come noto, il proprietario dell’aeroporto di Parma. Nell’immediato, come ho avuto modo di spiegare alle segreterie delle sigle sindacali con cui siamo in costante contatto, la preoccupazione primaria è stata quella di garantire anzitutto gli stipendi e le coperture del mese di agosto. Accanto ad essa, la necessità di avere un quadro più completo e più chiaro della situazione, delle intenzioni dei soci e degli investitori che vi sono dietro. Il tutto avendo ad obiettivo quello di identificare – se esiste – una strada percorribile e concreta che dia un senso compiuto all’aeroporto di Parma. Un senso che sia le strategie regionali che quelle nazionali – molto chiaramente esposte da Enac – riconoscono allo scalo di Parma, la cui concessione, se venisse liquidata SoGeAp, tornerebbe nelle mani di Enac che la rimetterebbe sul mercato. Un senso che – lo ribadisco una volta di più, per evitare malintesi, chiacchiere e perché è stato un punto più volte sottolineato anche in queste riunioni – è quello di uno scalo passeggeri, con la possibilità di concentrarsi anche sui voli “executive”».

«Cosa succederà?»
«I soci sono al lavoro per valutare se sussistano le condizioni per una soluzione economicamente sostenibile (e affidabile) per andare avanti - precisa - . È un lavoro che corre su binari privati, su confronti con gli investitori, con accanto Enac e immediatamente a fianco il Comune e la Regione che hanno il dovere di presidiare questo difficile terreno, pur senza avere parte in SoGeAp. Inutile ad oggi spingersi oltre e azzardare previsioni. Possiamo dire che nessuno tra i soci auspica la liquidazione e che entrambi condividono l’attenzione e il rispetto che si devono alle lavoratrici e ai lavoratori; possiamo dire che sarà probabilmente necessario attendere il 14 agosto, giorno in cui è stata fissata un’Assemblea dei soci di SoGeAp da cui potranno uscire informazioni ulteriori e più definite per capire quale percorso si intraprenderà».
«Come istituzioni pubbliche - continua - proseguiremo nel fare il nostro dovere, che in questa fase ci è stato sempre riconosciuto da entrambi i soci privati e che ci vede, come dicevo, ogni giorno coinvolti e cercati. Le polemiche sono un contorno triste, su cui non voglio spendermi. L’assurdità, in una situazione del genere, di tentare di addossare colpe al Comune di Parma o alla Regione Emilia-Romagna per ciò che è accaduto lo scorso 25 luglio si commenta da sé e può fondarsi solo su una scarsa o incompleta conoscenza dei fatti o delle possibilità e dei perimetri di intervento del pubblico. Continuiamo a fare il nostro lavoro, è la sola cosa utile in questo momento».
r.c.