Carabinieri

Preso il ladro del bar di via Venezia: incastrato dalle impronte digitali

Il ladro del bar di via Venezia? E' stato incastrato dalle impronte digitali. Durante il furto commesso a mani nude, aveva lasciato le sue impronte su porte e finestre. I carabinieri immediatamente intervenuti hanno effettuato un sopralluogo e proceduto ai rilievi e alla campionatura delle impronte che hanno recentemente svelato l’identità del presunto responsabile.

Si è conclusa con la denuncia alla Procura di Parma di un 28enne straniero senza fissa dimora in Italia, l' attività investigativa condotta dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Parma. Le indagini hanno permesso di individuare il presunto responsabile di un furto aggravato ai danni di un bar di via Venezia. Durante il colpo, erano stati sottratti 1.500 euro tra fondo cassa in contanti e gratta e vinci. L'uomo, già noto alle forze dell'ordine per numerosi precedenti, è stato "inchiodato" da prove scientifiche inequivocabili. 

Era notte fonda quando, il 24 settembre scorso, una pattuglia della Radiomobile è intervenuta in un bar di via Venezia, a seguito dell'attivazione dell’allarme antifurto. I carabinieri, tempestivamente intervenuti, hanno constatato che si era appena verificato un furto con la tecnica della cosiddetta "spaccata". A terra, accanto alla vetrata infranta, era presente il coperchio di ghisa di un tombino stradale. I militari hanno immediatamente isolato l'area, preservando così eventuali tracce utili alle indagini. Un intervento cruciale per garantire l'integrità delle prove. Sono quindi intervenuti gli specialisti dell’Arma della Sezione Operativa, che hanno effettuato un sopralluogo della scena del crimine: sono state individuate numerose impronte digitali lasciate sulla saracinesca dell’attività e sulla vetrata.

Oltre alle impronte digitali, i Carabinieri hanno acquisito i filmati di videosorveglianza dell’attività colpita, riuscendo a ricostruire l’intera sequenza del "colpo". L’attenta disamina dei video ha permesso agli uomini dell’Arma di accertare il coinvolgimento di un uomo che, a mani nude e viso scoperto, dopo aver sollevato la serranda metallica dell’attività, ha colpito la vetrata sfondandola, utilizzando come ariete un coperchio metallico di un tombino stradale, prelevato nelle vicinanze, per poi introdursi all’interno e fare bottino, dileguandosi rapidamente.

Le impronte digitali repertate sono state quindi affidate alla "Sezione Impronte" del RIS di Parma. Qui, i Carabinieri del RIS hanno svolto un lavoro cruciale, mettendo in atto tutte le procedure necessarie per rendere le tracce utilizzabili a fini probatori e avviando un complesso processo di comparazione.

Le indagini sul volto del sospetto avevano già messo gli investigatori dell’Arma nella condizione di restringere il campo su una cerchia ristretta di soggetti corrispondenti per tratti somatici. La svolta è arrivata con il matching di un’impronta recentemente inserita nella Banca Dati Nazionale. La comparazione ha rivelato che le impronte processate risultavano associate a un 28enne magrebino, collegandolo in modo inequivocabile alla scena del crimine.