Sanità

Liste d'attesa, Report boccia Parma. «Pazienti fantasma e agende chiuse»

Ieri sera l'inchiesta di Rai3. L'assessore Fabi: «I tempi sono in larga parte rispettati»

Parma protagonista a Report ieri sera. La trasmissione si è occupata di sanità, nello specifico di liste d'attesa.
Per combattere le inefficienze il ministro Schillaci ha iniziato a raccogliere i dati di tutte le Asl italiane in modo da stanare quelle che lavorano male o non coordinano le agende e pesare la gravità dei ritardi. Report ha rivelato i veri numeri del fenomeno delle liste di attesa in Italia e i «trucchi» di alcune Regioni.
È stato fatto il punto anche sull'Emilia Romagna e in particolare su Reggio Emilia e Parma. Sono stati intervistati alcuni parmigiani, tra cui Antonio Pareggio, bisognoso di una visita oculistica, e Maria Angela Rossetti, che si è vista rispondere che l'agenda era chiusa.
Ha raccontato la sua «odissea» anche l'ex sindaco Pietro Vignali: «Mi sono recato al Cup di via Verona - ha dichiarato - per prenotare due visite e mi sono sentito dire che le liste erano chiuse. Non è corretto, è illegale, viene invalidato il sistema di monitoraggio delle liste d'attesa. È come misurare la puntualità dei treni contando solo quelli che partono».
Report ha parlato quindi di «lunghe liste di attesa per farsi visitare, pazienti fantasma, agende chiuse e di prenotazioni che stagnano».
Fabi ha rimandato al mittente le accuse, sottolineando come «i dati complessivi dicano che i tempi vengono rispettati al 90 per cento sulla diagnostica e all'80 sulle visite», pur senza negare che «i problemi esistono e li stiamo affrontando».

Reazioni Vignali , Brandini e Ubaldi: «Finalmente ci si accorge del problema»
«Nuovo osservatorio? Inutile, servono risposte vere» «Ora uno sportello a tutela del diritto alla salute»
Tanti i commenti politici legati alla nascita dell'Osservatorio sulle liste d'attesa.

Vignali
«L’annuncio della nascita di un nuovo “Osservatorio” lascia perplessi - dichiara Pietro Vignali, consigliere regionale di Forza Italia e capogruppo della lista che porta il suo nome in consiglio comunale -. Nella conferenza socio sanitaria il Comune aveva già – per legge – il compito di vigilare sull’attività delle Aziende sanitarie. È stupefacente che ci si accorga solo ora della gravità della situazione e solo grazie alla mia denuncia portata all’attenzione di Report. Non stiamo parlando di una novità improvvisa in quanto il monitoraggio delle liste d’attesa esiste già, è svolto dalla Regione, ed è proprio in quel sistema che si evidenziano da anni irregolarità e distorsioni che tutti conoscono e che non si risolvono creando l’ennesima sovrastruttura burocratica. L’Osservatorio rischia di essere un pannicello caldo, un modo per spostare l’attenzione senza risolvere i problemi. Permettete la battuta, ma è un po’ come nominare il conte Dracula presidente dell’Avis.I cittadini non chiedono tavoli, organismi, bensì visite specialistiche nei tempi previsti, esami diagnostici necessari, interventi programmati che non costringano le famiglie a rivolgersi al privato o ad aspettare mesi se non anni. Basta andare al Cup per rendersi conto della realtà».

Brandini
«Che il problema delle liste d’attesa per visite ed esami diagnostici a Parma non fosse una semplice percezione, i cittadini lo sapevano già. Ora sembra che finalmente anche il Comune e le aziende sanitarie se ne siano accorti, superando l’autocompiacimento con cui erano stati presentati i dati di performance della sanità regionale, secondo cui a Parma il problema quasi non esisterebbe» dichiara Serena Brandini, capogruppo di Azione in Consiglio. Da qui la richiesta di un monitoraggio serio e trasparente: «Bene il coinvolgimento di tutti gli attori ma l’Osservatorio non deve diventare un’operazione di facciata. Servono indicatori verificabili, non autoreferenziali».

Ubaldi
Maria Federica Ubaldi (ChiAma Parma) accoglie «con soddisfazione la proposta della realizzazione di un osservatorio per le liste d’attesa: una scelta che va nella direzione di quanto avevamo proposto sul tema della salute». «Il passo successivo ora sia la creazione di uno sportello per il diritto alla salute, che possa svolgere anche un ruolo di garante per la reale tutela del diritto alla salute dei cittadini». Una proposta già avanzata in un’interrogazione. «Lo sportello, che è già stato avviato con successo in altri comuni - prosegue - permette di raccogliere le segnalazioni dei cittadini ma anche di fornire consulenza in collaborazione con gli enti del Patto sociale». «Il profilo di salute comunale, che identifica lo standard di salute dei cittadini - precisa - sarà la base per la costruzione di un piano per la salute finalizzato a mantenere standard ottimali e un livello di assistenza adeguato. In quest’ottica lo sportello si profila come uno strumento a tutela dei cittadini, ma anche un punto di ascolto, indirizzo ed informazione».