Parma
Zone rosse, commercianti e residenti: «Finalmente (forse) qualcosa si muove»
La fame di sicurezza nelle zone comprese dalla nuova ordinanza
Una linea rossa ha iniziato a ridisegnare Parma. Non corre davvero sulla pietra, ma la si immagina seguire strade e piazze, tracciando il perimetro delle zone rosse, già esistenti, ora ampliate. Alla vigilia dell’ordinanza, che scatta oggi, seguire il tracciato delle nuove aree è come ascoltare un respiro collettivo fatto di timori, richieste di sicurezza e curiosità per ciò che potrà cambiare. In piazza della Pace molti parlano di una quiete perduta. Gian Paolo Bottino ricorda che «la Parma di una volta era diversa», citando persone che dormono sotto le impalcature, chiamate alle forze dell’ordine: per lui «è un problema grosso». Elisabetta Delmonte evita la piazza di sera, mentre Simona Cazzulani, del teatro Regio, racconta odori sgradevoli, urla, furti di biciclette; persino suo figlio esce meno. Qui la linea rossa attraversa ricordi e timori, toccando una frattura ancora aperta. Poco più avanti emergono le difficoltà di chi continua a investire. Alessia Pettenati, che ha appena aperto un negozio, parla di fioriere spostate, serrande imbrattate, persone che dormono davanti all’ingresso: un disagio «penoso», dice, pur riconoscendo la bellezza della città. È il tratto in cui quella linea sfiora la tenacia e la vulnerabilità di chi mantiene vivo il tessuto urbano. Verso piazza Ghiaia il disegno cambia. Il barista Rocco Tropeo, presente da 14 anni, riassume l’evoluzione della piazza: «da bello, a meno bello, a bruttissimo». I clienti parlano di furti e tensioni crescenti. Luca Mattioli, della rosticceria, nota l’aumento delle pattuglie in varie zone dopo la prima ordinanza. E accanto ai timori c’è anche chi guarda al nuovo perimetro come a un segnale atteso da tempo: non risultati già misurabili, ma l’idea che, forse, «finalmente qualcosa si muove». In via Verdi il quadro si modifica ancora. Per il negoziante Franco Setti la via è migliorata negli ultimi tempi, anche se «l’estate resta critica» e le pattuglie non si fermano abbastanza. Il barista Urbano Branchi invita a uno sguardo più ampio: «la sicurezza non dovrebbe avere un tempo». Carlo Alberto Bertozzi, rientrato dagli Stati Uniti, nota una presenza crescente di persone in difficoltà: l’integrazione appare «troppo improvvisata». Vincenzo Zagardo parla di «sceneggiate quotidiane», ricordando però che al parco Ducale gli interventi precedenti avevano dato segnali incoraggianti: non una garanzia, ma un motivo in più per seguire con attenzione la nuova ordinanza. Alla fine dell’itinerario, la linea rossa appare come un filo che attraversa quartieri, negozi, abitudini: pattuglie che aumentano e commercianti che puliscono vetri imbrattati. Parma osserva, attende, reagisce. E mentre la città guarda il nuovo confine, una domanda resta sospesa: questa linea rossa sarà solo un segno sulla mappa, o l’inizio di un diverso modo di abitare Parma?