CARABINIERI
Atti persecutori ai famigliari: 40enne dai domiciliari al carcere
Condannato nel mese di febbraio alla pena di 2 anni e 8 mesi per atti persecutori dal Tribunale di Firenze, nel mese di settembre il 40enne, è stato autorizzato a scontare la sua pena in regime di arresti domiciliari presso l’abitazione di un famigliare sita in Parma. Il 40enne però ha tenuto una condotta che ha creato seri problemi ai famigliari, che hanno espresso la volontà di revocargli il consenso a restare presso di loro. La Corte d’Appello di Firenze, informata dai Carabinieri di Vigatto dei nuovi episodi e della volontà dei conviventi, ha aggravato la misura disponendo il suo trasferimento in carcere. I Carabinieri di Vigatto, acquisito il provvedimento restrittivo, lo hanno prelevato dal domicilio coatto e dopo averlo dichiarato in stato di arresto lo hanno tradotto in carcere.
Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Stazione di Vigatto hanno dato esecuzione al provvedimento restrittivo della custodia cautelare in carcere emesso dalla Corte di Appello di Firenze, Seconda Sezione Penale nei confronti di un 40enne straniero domiciliato nella frazione di Vigatto.
L’esecuzione del provvedimento rappresenta un inasprimento della precedente misura degli arresti domiciliari, a cui l'uomo era stato sottoposto dal Tribunale di Firenze nel mese di settembre di quest’anno.
Il 40enne, infatti, dopo la condanna era stato autorizzato a fruire del regime degli arresti domiciliari presso l’abitazione di un famigliare.
Fin da subito la convivenza si è rivelata tutt’altro che pacifica. Nonostante la misura restrittiva in atto, il 40enne si sarebbe reso responsabile all'interno delle mura domestiche, di comportamenti aggressivi nei confronti di alcuni dei suoi conviventi che inizialmente avevano acconsentito ad accoglierlo durante gli arresti domiciliari.
Questi comportamenti, ripetuti più volte, hanno rappresentato una grave violazione della fiducia e un'evidente mancanza di rispetto nei confronti di chi lo aveva accolto in casa offrendogli un'opportunità di espiare la sua pena in un ambiente familiare. L'atmosfera domestica, già provata dalla precedente condotta dell'uomo, è stata ulteriormente compromessa, rendendo insostenibile la convivenza. Di fronte a questa situazione, i familiari, esasperati e preoccupati per la loro sicurezza hanno ritenuto necessario segnalare i comportamenti alle forze dell'ordine, interrompendo così il loro sostegno all'uomo.
I Carabinieri, ricevuta la segnalazione, hanno immediatamente trasmesso una dettagliata informativa all’autorità giudiziaria toscana, evidenziando come la fiducia riposta dai familiari fosse stata tradita e come la loro disponibilità ad accoglierlo nella propria abitazione fosse venuta meno.
Di fronte a questa comunicazione, la Corte d’Appello di Firenze ha preso atto della revoca della disponibilità all'accoglienza da parte dei familiari, elemento fondamentale per la prosecuzione degli arresti domiciliari. In considerazione dell’incapacità dell’uomo a rispettare le regole imposte la Corte d’Appello ha ritenuto che la misura degli arresti domiciliari fosse ormai inadeguata e insufficiente a garantire le esigenze cautelari. Per questi motivi, ha deciso di sostituire la misura in atto con una più restrittiva, ovvero la custodia cautelare in carcere, ritenuta l'unica idonea a impedire la reiterazione di comportamenti criminali e a tutelare i familiari e la collettività.
Una volta ricevuto il provvedimento, i Carabinieri della Stazione di Vigatto si sono recati presso l'abitazione dell'uomo e, dopo averlo informato della decisione dell'Autorità Giudiziaria, lo hanno accompagnato in caserma per la notifica formale del provvedimento restrittivo. Al termine delle procedure di rito, i Carabinieri hanno tradotto il 40enne presso la Casa Circondariale di Parma, dove resterà a disposizione del Tribunale in attesa delle future decisioni.