salute

Caldo e afa sono responsabili di molte crisi ipotensive: cosa fare in caso di malore e come prevenirlo

Quando il caldo estivo incalza, le forze diminuiscono, la testa gira, la prima cosa a cui pensiamo è: calo di pressione! Ma la pressione bassa può essere un problema? Lo abbiamo chiesto a Giuseppe Rego
listi, direttore facente funzione
della Clinica e immunologia medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.
«Mentre l’ipertensione è sempre un problema clinico riscontrabile nel 37% della popolazione generale, e in aumento nella popolazione anziana sopra i 70 anni, nella quale l’incidenza sale anche oltre il 60%, la pressione bassa non è generalmente un problema - spiega Regolisti - Ci sono però dei distinguo: in particolare per la popolazione anziana, più vulnerabile, nella quale se la pressione diventa bassa l’arrivo di sangue agli organi nobili, quindi cervello o cuore, può risultare compromesso. Diversamente, in assenza di patologie cardiovascolari significative, la pressione bassa non è un problema clinico. La situazione cambia per chi assume una terapia antipertensiva, soprattutto se anziano.
Quanto incide il caldo?
«L’innalzamento delle temperature, talvolta repentino e precoce come quello di quest’anno, può portare nei soggetti in terapia antipertensiva - e ancora una volta particolarmente negli anziani - uno sbilanciamento che deve essere seguito e rimodulato dal medico di famiglia onde evitare la scarsa perfusione, cioè una diminuzione di sangue al cervello con i possibili danni che ne conseguono. Tra l’altro, l’aumentata efficacia dei farmaci antipertensivi è dovuta ad una vasodilatazione generalizzata, che con il caldo risulta evidente, con la conseguente diminuzione della pressione arteriosa. In genere, più aumenta l’età della popolazione, più c’è il rischio di subire cali di pressione nei mesi caldi».
Come agire in questi casi?
«È sempre opportuno rivolgersi al medico di famiglia per la misurazione della pressione e l’eventuale adeguamento della terapia farmacologica, che è una cosa assolutamente normale nei mesi estivi soprattutto nelle persone anziane. Evitare l’automedicazione e la riduzione dei farmaci senza aver consultato il medico».
La misurazione domestica è attendibile?
«Certamente. La pressione arteriosa può essere misurata con gli strumenti elettronici oggi in commercio che sono stati validati e quindi sono da ritenersi affidabili. La tendenza all’abbassamento di pressione con eventuali sintomi, soprattutto se ripetuti, deve essere comunicata al medico curante».
Quali i sintomi?
«Possono essere vari ma quello più comunemente associato all’abbassamento della pressione arteriosa è il giramento di testa, la sensazione di vertigine, stanchezza, spossatezza, non essere in grado di fare cose abituali; a volte si può avvertire un rapido senso di mancamento o anche improvvise cadute, particolarmente temibili nell’anziano. Negli anziani è da tenere in considerazione la possibile variazione dei valori pressori nel cambio rapido delle posizioni, da supino alla posizione eretta».
Qual è la pressione ottimale?
«Nella popolazione generale la pressione arteriosa ottimale è tra 120 e 130 su 70-80 fino a 65 anni, la massima (sistolica) oltre gli 80 anni deve essere senz’altro al di sotto dei 160, meglio tendere ai 140. Per la popolazione anziana è assolutamente sconsigliabile avere la massima sotto i 110 mmHg onde evitare complicanze a causa di una diminuzione di sangue al cervello».
Quali sono i suggerimenti?
«Consigli di buon senso: nei periodi caldi, in particolare per le persone anziane, evitare di uscire nelle ore centrali del giorno con temperature ambientali elevate, mantenere una buona idratazione, consumare abbondante frutta e verdura, evitare sforzi estremi».