Salute
Troppo attaccati a smartphone e tablet: «sindrome del collo da tastiera»
La terapia? Postura giusta, stretching, no sedentarietà. Il 30% della giornata dei «nativi digitali» è sui cellulari. Ma stare chini a lungo causa problemi alla cervicale
Si chiama «Text Neck Syndrome» ed è un fenomeno con cui si stanno misurando le famiglie: bambini e ragazzi sono infatti sempre più attaccati a smartphone e tablet, con conseguente «sindrome del collo da tastiera».
Una cervicale da dispositivo, insomma, che sta diventando, alla stregua del mal di schiena, uno dei maggiori problemi di salute nella popolazione mondiale (non solo dei minori, dunque) «con riduzione delle abilità lavorative, perdita di produttività e costi economici per spese sanitarie - spiega Mariangela Dardani, fisiatra e neurologa dell’Ausl di Parma -. L’avanzamento e la diffusione delle tecnologie informatiche hanno contribuito ad aumentarne l’incidenza e il target per età si è spostato sulla fascia dei bambini e dell’età adolescenziale. Il boom tecnologico ha investito i piccoli “nativi digitali” fin dai primissimi anni di vita».
I dati parlano chiaro: bambini e ragazzi della Generazione Z (vale a dire i nati tra il 1997 e il 2012) passerebbero infatti fino al 33% della loro giornata davanti a uno schermo! Anche la pandemia ha favorito una riorganizzazione della didattica scolastica, dall’insegnamento in presenza a quello on line. «Il luogo di studio è diventato il domicilio e il tempo trascorso in casa dagli studenti davanti ai computer è aumentato per un tempo oggi stimato tra le 5 e le 7 ore al giorno - continua la specialista -. La prolungata postura della testa piegata in avanti e in basso, con il collo sottoposto a un carico eccessivo, ha portato alla comparsa di nuova sindrome chiamata appunto “Text Neck Syndrome”, sindrome del collo da tastiera. Questa sindrome è caratterizzata da dolore al collo, mal di testa, senso di pesantezza agli arti superiori, rigidità delle spalle, formicolio alle mani e intorpidimento delle dita».
La prolungata postura in flessione del collo porta, in seguito, a modifiche su tutta la colonna vertebrale, «con aumento della curva a livello dorsale, spostamento in avanti e in chiusura delle spalle e cambiamento anche della posizione del bacino durante la postura seduta, con possibili ripercussioni sulla zona lombare. Nel collo, inoltre, risiede una sorta di “centralina” indispensabile per il controllo della postura e dell’equilibrio. L’alterazione della posizione della testa e del collo va anche a modificare il senso di posizione delle altre articolazioni del corpo coinvolte nella postura», dice Dardani.
Forse non tutti sanno che il peso del capo in posizione eretta si aggira sui 4,5-5,5 chili, «ma nell’atto di piegare la testa in avanti, come per guardare il cellulare, il peso della testa che il collo deve reggere può aumentare fino a 27 chili, con cambiamento delle forze gravitazionali che agiscono sul collo».
Anche la sedentarietà complica questa sindrome, soprattutto nei ragazzi in fase di sviluppo, contribuendo a fissare schemi posturali scorretti e a indebolire la muscolatura. «Nei ragazzi, l’insorgere di mal di testa e mal di collo deve fare insospettire il genitore e spronarlo a iniziare un eventuale percorso di accertamenti diagnostici coinvolgendo il pediatra e, se necessario, lo specialista fisiatra che, dopo aver escluso con la diagnosi differenziale le altre patologie che possono portare simili disturbi, porrà una diagnosi di “sindrome del collo da tastiera”».
Quali i rimedi farmacologici e non farmacologici (terapia manuale, terapie fisiche ed esercizi) per il dolore al collo?
«Prescritti dal medico fisiatra, hanno lo scopo di ridurre la tensione muscolare e combattere lo stato infiammatorio - continua Dardani -. Compito dello specialista, durante la visita, è il coinvolgimento del paziente in un processo educazionale motivante, dove passi l’informazione sui danni che una postura scorretta causa al rachide cervicale e la consapevolezza dei vantaggi di nuove posture e corretti stili di vita. A questo proposito, il medico illustra al genitore la corretta postura da seduta del ragazzo e lo invita a fotografarne l’immagine per potere poi, una volta a casa, stimolare verbalmente il figlio alle correzioni idonee».
Nel corso della visita, chiarisce la specialista, vengono inoltre dati suggerimenti sulla corretta posizione del mouse e della tastiera e i supporti da posizionare sotto al computer per portare lo sguardo perpendicolare allo schermo, senza trascurare l’altezza corretta della sedia e del tavolo.
«Non conosciamo ancora gli effetti e la ricaduta a lungo termine sui danni al collo che gli adolescenti avranno quando diventeranno adulti - conclude Dardani - Proprio per questo non vanno trascurati i sintomi riportati dai figli per poter arrivare, con una visita specialistica, alla diagnosi medica per la cura, la prevenzione, il processo educazionale e la pratica di attività sportiva idonea».