Salute - Psicologia
Fratelli gelosi: come gestire i bambini quando arriva un nuovo figlio
Con il giusto intervento educativo, il momento può essere risolto senza lasciar tracce. «Coinvolgeteli nell'evento, spiegate. E siate pazienti»
Quando arriva un neonato in famiglia è una gran festa, è la vita che entra impetuosa nelle esistenze di tutti, grandi e piccini, portando tanta gioia ma anche un po’ di confusione, preoccupazioni e
paure.
Ma, ancora di più, se c’è già un quasi-fratellino in casa che magari ha delle aspettative o teme di essere messo da parte dallo sconosciuto in arrivo, cosa succede?
Dolores Rollo, professoressa associata di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione presso il dipartimento di Medicina e chirurgia dell’Università di Parma, delegata del rettore per Inclusione e counseling psicologico e direttrice del Centro accoglienza e inclusione dell’Ateneo parmense, sull’argomento ci ha scritto un libro («Un amore di fratello. Come sopravvivere a gelosia e rivalità», San Paolo editore, 2011).
«Quando nasce un secondogenito i genitori generalmente prestano minore attenzione al primogenito che di solito tende a rispondere a questo “passare in secondo piano” diventando capriccioso, piangendo e qualche volta picchiando o pizzicando il fratellino. La maggior parte dei primogeniti non è entusiasta di avere in famiglia un fratello o una sorella che cattura tutta l’attenzione dei genitori. Quando il bambino vede la mamma che allatta il nuovo arrivato, gli cambia il pannolino, gli parla, gli consente di dormire nel lettone, si sente escluso e ha paura di perdere il posto privilegiato che ha avuto fino a quel momento», spiega la professoressa Rollo.
Tutti i bambini sono gelosi del nuovo arrivato?
«Gli psicologi dello sviluppo, fra i quali Judy Dunn, hanno osservato che il 93% dei bambini manifesta comportamenti capricciosi ed esigenti con l’arrivo di un neonato in famiglia - risponde Rollo - Essi risentono negativamente della perdita dell’attenzione genitoriale e possono coltivare odio verso il fratello che l’ha rubata, mettendo in atto tutto ciò che possono per far capire ai genitori il loro stato d’animo e riconquistarne l’attenzione esclusiva. La gelosia è il sentimento tipico del primo figlio che con l’arrivo di un altro bambino in famiglia sperimenta la perdita dell’esclusività goduta fino a quel momento nel rapporto con i genitori. Per quanto il secondo e il terzo figlio siano meno timorosi di perdere il legame unico con i genitori, in una famiglia con più fratelli, ogni bambino può essere geloso di un altro».
A che età può comparire la gelosia per il nuovo arrivato?
«Tradizionalmente, gli psicologi dello sviluppo definiscono la gelosia un’emozione autoconsapevole o autocosciente, perché richiede consapevolezza e in quanto tale non sembra comparire prima che il bambino abbia compiuto 18-24 mesi, a seguito della consapevolezza di sé come essere distinto dagli altri. Tuttavia, parafrasando Joseph Campos, docente all'Università di Berkeley e studioso dello sviluppo socio-emotivo dei bambini, si può affermare che “il paradosso è che la gelosia non dovrebbe esistere nel primo anno di vita, ma evidentemente c’è”. Negli studi più recenti, infatti, si è arrivati a sostenere l’esistenza della gelosia anche nei neonati di soli sei mesi, come conseguenza di una sensibilità intrinseca alla perdita dell’esclusività nelle relazioni. Una sorta di “dotazione innata” che fa percepire molto precocemente al bambino il senso di minaccia e lo prepara a reagire alle situazioni in cui è presente un altro bambino percepito come “concorrente”».
Come alleggerire questa “sofferenza”?
«Dal momento che la gelosia scaturisce dalla nascita del fratello, il primogenito dovrebbe essere informato dell’evento per tempo, prima che se ne accorga da solo e possa così vedere confermate le sue previsioni più catastrofiche. Il bambino si sente meno escluso se viene coinvolto nell’arrivo del fratellino fin dall’inizio, assistendo, ad esempio, alle ecografie o seguendo le trasformazioni del corpo della mamma. Parlargli di ciò che è un neonato, cosa sa e non sa fare, sfogliare con lui libri o riviste su gravidanza e nascita, possono essere modi per coinvolgere il bambino e condividere con lui l’arrivo del fratellino».
Come può essere “curata” la gelosia?
«La gelosia non passa da sola o con la crescita. A seconda dell’intervento educativo approntato dai genitori può essere risolta senza lasciare traccia, oppure può lasciare cicatrici permanenti che influenzano lo sviluppo della personalità. Per prima cosa i genitori devono mettersi nei panni del figlio. È l’unico modo per capire i suoi sentimenti e i suoi comportamenti. Comprensione, rassicurazione e pazienza sono gli ingredienti che il genitore dovrebbe miscelare per affrontare gli effetti negativi della rivalità fraterna».