Oncologia l'analisi di Marcello Tiseo

Tumori, aumentano i nuovi casi (e le guarigioni) ma è allarme sugli stili di vita scorretti

Anna Maria Ferrari

Come un censimento dei tumori nel nostro Paese: i nuovi casi nell'anno appena trascorso sono stati 205.000 negli uomini (a fronte dei 194.700 casi diagnosticati nel 2020) e 185.700 nelle donne (181.900 nel 2020). Analizzando la fotografia scattata dal Ministero della salute, con la pubblicazione de «I numeri del cancro in Italia 2022» , si scopre che i tumori più frequenti sono quelli della mammella (55.700 nuovi casi), colon-retto (48.100), polmone (43.900), prostata (40.500) e vescica (29.200). Negli uomini, le neoplasie più diffuse sono: prostata (40.500) nuove diagnosi nel 2022), polmone (29.300), colon-retto (26.000), vescica (23.300) e stomaco (8.800). Nelle donne, invece, mammella (55.700 casi), colon-retto (22.100), polmone (14.600), endometrio (10.200) e tiroide (8.700). Un incremento dei casi che porta sul banco dell'accusa le cattivi abitudini di vita: Marcello Tiseo, professore di Oncologia e direttore della Scuola di specializzazione in Oncologia medica della nostra Azienda ospedaliero-universitaria, , analizza i dati e spiega le strategie per contrastare la crescita dei nuovi casi di tumore.

Quasi 400mila nuovi casi di tumore in Italia nel 2022, 14mila in più rispetto all’anno precedente: mancata prevenzione, lockdown, invecchiamento della popolazione, quali secondo Lei sono le cause?

«L’aumento a 390.700 del numero assoluto dei casi nel 2022 pone interrogativi per i quali non abbiamo al momento risposte conclusive. Queste stime per l’Italia per il 2022 sembrano indicare un aumento dei casi di tumori, in gran parte legato all’invecchiamento della popolazione. Va sottolineato inoltre come, i dati raccolti in piena pandemia da COVID-19, durante il biennio 2020-2021, circa gli stili di vita, quali fumo di sigaretta, consumo di alcol, sedentarietà ed eccesso ponderale, abbiano visto complessivamente un trend in senso peggiorativo. L’impatto della pandemia sugli stili di vita più visibile nel 2020 sembra, in parte, essere migliorato nel 2021. Queste osservazioni invitano sempre di più a rafforzare le azioni per favorire la prevenzione secondaria (quali i programmi di screening) e soprattutto quella primaria, tramite il controllo dei fattori di rischio, quali fumo di tabacco, obesità, scarsa attività fisica, abuso di bevande alcoliche e favorendo le vaccinazioni contro le infezioni note per causare il cancro, quale HPV».

Qual è la tipologia di tumore più frequente nel nostro territorio sia per gli uomini che per le donne? Esistono fattori di rischio associati?

«In ordine decrescente di incidenza stimata nella popolazione complessiva, i tumori più frequenti sono il tumore della mammella, del colon-retto, del polmone, della prostata e della vescica. Negli uomini, il più frequente è tumore della prostata, nelle donne il tumore della mammella.
Nel numero del 20 agosto 2022 della rivista Lancet sono stati resi noti i risultati del più grande e rappresentativo studio finora pubblicato sull’associazione tra vari fattori di rischio e mortalità per tumori. Usando stime delle morti per tumori in più di 200 Paesi, i ricercatori hanno valutato che, nel 2019 nel mondo, i vari fattori di rischio evitabili siano responsabili di quasi il 45% di tutte le morti per cancro documentate nel mondo nel 2019. Il fumo di tabacco, il consumo di bevande alcoliche e un alto indice di massa corporea sono risultati di gran lunga i più impattanti fattori di rischio evitabili per la mortalità oncologica nel mondo intero. Quindi, gli sforzi per sensibilizzare i cittadini sull’importanza della prevenzione non devono fermarsi».

Guarire dal cancro o convivere con un tumore per tanti anni oggi è possibile: quali sono i tumori guaribili o più curabili?

«Grazie ai programmi screening e alle terapie oncologiche sempre più efficaci, guarire o convivere con una diagnosi di tumore è sempre più un traguardo raggiungibile. Infatti, a fronte dei 2 milioni e mezzo di cittadini italiani viventi nel 2006 con una pregressa diagnosi di tumore, si è passati a circa 3.6 milioni nel 2020, pari al 5.7% della popolazione italiana. Negli uomini, la malattia oncologica a più alta prevalenza è il tumore della prostata, nella donna il tumore alla mammella.
Interessante notare che l’aumento è stato particolarmente marcato per coloro che vivono da oltre 10 o 15 anni dalla diagnosi. L’aspetto della guarigione e della sua definizione è particolarmente importante anche da un punto di vista giuridico; coloro che, a distanza di un certo numero di anni dalla diagnosi di alcuni tumori o dalla fine dei trattamenti, non hanno più evidenza di malattia, hanno diritto a non doverla più dichiarare. Il diritto all’oblio aiuta gli ex-pazienti a non essere discriminati nella ricerca di un nuovo lavoro, la sottoscrizione di un mutuo o di una polizza assicurativa».

L’importanza dello screening per la diagnosi precoce.

«Come già indicato la prevenzione secondaria, ossia i programmi di screening sono fondamentali per una diagnosi precoce e quindi per una riduzione della mortalità per tumore. La mammografia per il tumore al seno, il sangue occulto per quello al colon-retto, il pap-test per il tumore alla cervice sono i programmi riconosciuti dal SSN, a cui speriamo presto si possa aggiungere anche quello per il tumore al polmone con la TC spirale.
I programmi di screening hanno subito importante arresto nella fase pandemica. Nel 2021 si è osservato ad un ritorno ai dati pre-pandemici anche per quanto riguarda la copertura dei programmi di screening. Importante è garantire livelli di copertura ottimali, quindi raggiungere la maggior parte della popolazione a rischio. Più i livelli di copertura saranno elevati, maggiore sarà la nostra capacità di fare diagnosi precoce e quindi minore la mortalità per tumore».

L’impatto del Covid nella lotta i tumori.

«Nel complesso, in Italia, la pandemia ha causato un aumento della mortalità dei pazienti oncologici, soprattutto nei maschi, in età avanzata, con tumore diagnosticato da meno di 2 anni e nei tumori ematologici. Recenti studi hanno dimostrato come la vaccinazione contro l’infezione da SARSCoV-2 sia fondamentale da includere nel contesto delle terapie oncologiche al fine di ridurre il rischio di morte.
La pandemia ha causato, nel 2020, anche un calo delle nuove diagnosi, in parte legato all’interruzione degli screening oncologici, in parte al rallentamento delle attività diagnostiche. Già dal 2021 tuttavia i dati fanno vedere una ripresa delle attività di screening, con un nuovo aumento di interventi per esempio per tumore alla mammella e al colon in stadio precoce».