Tabella di marcia

Stop all'ansia come «sopravvivere» agli esami

Antonella Cortese

Per milioni di studenti è alle porte l’esame di maturità. Mercoledì 21 giugno cominceranno con la prima prova scritta tra ansia, timori e quel senso di svolta unico e irripetibile. Come affrontare al meglio questo importante test? Lo abbiamo chiesto a Teresa Di Leo, dirigente psicologa della Psicologia clinica e di comunità dell’Ausl di Parma,.

L’ansia e lo stress sono sempre negativi?

Partiamo dal definire l’ansia e lo stress come risposte naturali del nostro corpo: predispongono al fronteggiamento di un evento o situazione, nuova e/o temuta, smobilitando risorse sia fisiche che emotive. Pertanto livelli di ansia e di stress, adeguati e correlati al compito, possono essere alleati degli studenti, perché li attivano a focalizzare l’attenzione e i processi di memorizzazione su determinati contenuti, e li orientano verso il compito e verso l’obiettivo. È indubbio, invece, che alti livelli di ansia non solo interferiscono con l’apprendimento, ma conducono a comportamenti di evitamento o rifiuto per lo studio.

Come tenere a bada l'ansia da prestazione?

Se partiamo dal presupposto che l’ansia può essere un’alleata, più che mirare ad abbassarla o a eliminarla potrebbe essere utile pensare invece di contenerla. In che modo? Introducendo nella giornata di studio delle pause, perché studiare ininterrottamente non serve. Al contrario è dimostrato che dopo alcune ore di studio, il livello di apprendimento si abbassa (Legge di Yerkes e Dodson). Cosa intendo per pause? Intendo “nutrire” il cervello con attività piacevoli, come una passeggiata, un’attività sportiva, una puntata della serie televisiva preferita, un brano del cantante che si ama. Ma anche e soprattutto avere dei pasti regolari e dormire una quantità di ore sufficiente per notte.

Quando è meglio studiare? Ognuno secondo i propri ritmi o è consigliabile, e forse anche rassicurante, seguire una tabella di marcia?

Ha ragione quando sottolinea che ognuno ha i propri ritmi, e questi vanno rispettati. Consiglierei pertanto un auto-monitoraggio, cioè interrogarsi su qual è il momento della giornata in cui ci si sente più attenti e concentrati, e sfruttare gli altri momenti per ricaricare. Un programma di studio potrebbe in effetti aiutare, ma con una certa flessibilità. Suggerirei di indirizzare il proprio piano di studio su macroaree o temi piuttosto che su numeri di capitoli o di pagine da studiare, così da spaziare e allenare la mente a collegamenti e nessi.

Meglio studiare in gruppo o da soli?

Anche in questo caso non credo che ci sia una regola che valga per tutti gli studenti. Si è unici nell’approccio allo studio, e nella preparazione all’esame di maturità ogni studente ripropone il proprio metodo, cioè lo stile che lo ha accompagnato in tutto il percorso scolastico. Credo che, al di là della scelta di studiare in gruppo o in compagnia, possa essere importante anche curare gli spazi dedicati allo studio, così che siano privi di fonti di distrazione, con una buona illuminazione, sedie comode e con scrivanie e piani di lavoro liberi.

I genitori quanto possono essere d’aiuto?

Il sostegno degli adulti di riferimento, dei compagni di scuola e degli amici è fondamentale, ognuno nel proprio ruolo e funzione. I genitori possono e devono sostenere i loro figli, limitando consigli, pressioni o aspettative, ma rinforzando l’impegno e la conclusione di un percorso di studio, piuttosto che l’esito dell’esame. Il gruppo dei pari, compagni e amici è altrettanto prezioso per un confronto ma anche per “normalizzare” le proprie emozioni, per sentirsi accolti e compresi da chi sta condividendo lo stesso momento o lo ha appena passato.
Cosa ritiene possa essere di aiuto e di stimolo a chi si sta preparando alla fatidica maturità?
Ricordare che la maturità va affrontata con impegno e come esperienza unica, nel proprio percorso di crescita, ma anche che essa è solo una tappa di un progetto di vita più ampio e ricco. La sua portata va commisurata ad altri importanti piani, livelli, sogni… Ai nostri studenti va detto che il loro valore personale non coincide con il voto dell’esame. Ai nostri studenti va ricordato che loro sono altro. Sono molto di più!.