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Mezza maratona. Pronti per correre? Come tenere a bada l'ansia da gara

Laura Ugolotti

La tensione prima della gara, il timore di mancare l’obiettivo, l’emozione di una nuova sfida. Quando si parla di corsa non sono solo le gambe ad essere protagoniste: anche l’aspetto psicologico può giocare un ruolo importante.
In vista della Parma Mezza Maratona by CF Reale Mutua, che il Cus Parma porterà ancora una volta in piazza Garibaldi domenica 10 settembre, abbiamo chiesto a Marcello Zoni - psicoterapeuta psicologo dello sport e istruttore di mindfulness - qualche consiglio su come gestire al meglio la competizione.

«Decidere di affrontare una gara, magari per la prima volta, significa mettersi alla prova cercando di raggiungere un obiettivo, che sia di tempo o di distanza. E lo stimolo alla competizione è presente anche nei non agonisti, quelli che corrono solo per stare informa e che non sono abituati a gareggiare. Ciò significa dover fare i conti anche con gli aspetti emotivi di questa prova».

E se è normale avvertire un po’ di emotività, la classica «adrenalina» prima della gara, quando questa genera disagio allora è bene imparare a gestirla, perché la corsa possa restare sempre e comunque un’occasione per stare bene. «Se prima della partenza avvertiamo un po’ d’ansia, proviamo a concentrarci sulle sensazioni fisiche di quel momento, attraverso il respiro, inspirando e poi facendo delle lunghe espirazioni - suggerisce Zoni -. Anche se siamo in mezzo ad altre persone, proviamo a isolarci, a concentrarci sul battito, sul respiro, cercando di ritrovare la calma. Se siamo molto agitati possiamo fare un piccolo riscaldamento, così da scaricare un po’ di adrenalina; se invece ci sentiamo poco attivi, proviamo a scaldarci lentamente, fino a quando sentiamo l’agitazione ridursi».

«Sudorazione, nervosismo, tachicardia, chiusura alla bocca dello stomaco, sono sensazioni che posso verificarsi - aggiunge -. Sono aspetti fisiologici, che hanno la loro funzione e come tali non vanno spenti del tutto. Per evitare però che ci blocchino, possiamo provare a contattare queste sensazioni e a modularle attraverso il respiro. Anche spostare l’attenzione sul percorso, concentrarsi su alcuni passaggi, fare mente locale sui ristori può essere utile per riprendere il controllo della situazione».
E se la gara non dovesse andare come abbiamo sperato? «Può capitare, certo, per diversi motivi - rassicura lo psicoterapeuta -. L’importante in questi casi è analizzare, a mente fredda, e quindi non subito dopo la gara, cosa può essere andato storto. Forse un eccesso di agitazione, magari ci siamo allenati troppo o troppo poco, o abbiamo sbagliato la colazione. La consapevolezza è il primo passo. Così non si perde mai: o si vince o si impara. Lo sport e la corsa offrono tante occasioni per potersi riscattare, nuove gare in cui rimettersi alla prova, magari correggendo quello che prima è andato storto. L’insuccesso fa parte dell’apprendimento e anche dopo una delusione, possiamo trovare nuovi stimoli e nuovi obiettivi».