SALUTE
Alito cattivo, come combatterlo: pulizia della bocca, dieta, idratazione. E occhio quando è spia di patologie
L'alito cattivo o, in termini tecnici, il «fetor ex ore», è un problema imbarazzante e fastidioso per molti, che può incidere sulla vita sociale. Quali sono le cause, e come porvi rimedio? Per individuare i fattori che danno origine all’alitosi è importante analizzare come si presenta: può infatti manifestarsi solo qualche volta o in maniera cronica, o solo nelle prime ore del mattino, o dopo i pasti, oppure in modo del tutto casuale, slegato da orari o dal consumo di certe pietanze.
«Il rischio di alitosi è maggiore se si mangiano cibi noti come causa del problema, come aglio, cipolle e spezie - spiega Angelo Di Mola, dentista e presidente della Commissione Albo odontoiatri dell'Ordine dei medici di Parma - Anche il fumo, la scarsa pulizia della bocca e alcuni medicinali possono avere un ruolo, così come la secchezza delle fauci o xerostomia, le infezioni della bocca e alcune malattie».
I batteri presenti sulla parte posteriore della bocca, entrando in contatto con i resti del cibo ingerito, provocano delle reazioni chimiche che emettono un odore poco piacevole. La parte posteriore della lingua è l’habitat ideale per la proliferazione di batteri, tuttavia possono esserlo altre zone del cavo orale, come gli spazi vicini alle infiammazioni gengivali o le carie. Anche Il bruciore di stomaco costante, che è un sintomo della malattia da reflusso gastroesofageo, può portare ad alitosi. A fronte di tutti questi fattori, l’igiene orale quotidiana è fondamentale per prevenire l’alito cattivo.
«Consiglio di lavare i denti dopo ogni pasto, utilizzando uno spazzolino dalle setole morbide e un dentifricio a base di fluoro, composto naturale che rinforza lo smalto proteggendo i denti. Non bisogna mai dimenticare di pulire accuratamente gli spazi interdentali, poiché è lì che si annida maggiormente la placca batterica - dice Di Mola - Una volta al giorno è opportuno utilizzare il filo interdentale, l’unico strumento in grado di raggiungere queste zone, asportando i residui di cibo che, se lasciati, alimentano la proliferazione dei batteri che causano cattivo alito».
È bene anche eseguire ogni sei mesi la pulizia professionale dal dentista, molto importante per una corretta igiene orale. Infatti, oltre a rimuovere placche e tartaro che possono formarsi nei punti non raggiungibili con lo spazzolino, il dentista può individuare eventuali patologie parodontali che predispongono all’alitosi.
Quando invece l’alito cattivo è dovuto a una scarsa salivazione, bisogna favorire la produzione di saliva con una maggiore idratazione, oppure con la masticazione di gomme che non contengano però zucchero. «In alcuni casi, può essere indicato l’utilizzo di impacchi a base di enzimi, capaci di ridurre i batteri nella bocca, o di laser terapia, per neutralizzare microbi responsabili del cattivo odore», suggerisce il dentista.
Come già sottolineato, il problema del cattivo alito può implicare disagi psicologici e limitazioni nei rapporti sociali. Parlare con uno specialista, che saprà indagare approfonditamente sulle cause attraverso l’anamnesi e l’esame obiettivo, aiuta sia a risolvere il disturbo con i giusti rimedi, sia a ridurre l’ansia che spesso ne consegue.
Vanno poi segnalati come fattori dell’alito cattivo anche alcune abitudini alimentari. «Adottare piccole modifiche allo stile di vita garantirà un sollievo duraturo - dice Di Mola - Una dieta ricca di fibre, frutta e verdura fresche favorisce il corretto transito intestinale, ostacolando la fermentazione batterica dannosa. Al contrario, cibi grassi, fritti, dolci e alcolici possono peggiorare il problema, soprattutto se consumati vicino ai pasti».
Ovviamente anche astenersi dal fumo giova all’alito, in quanto nicotina e catarro residuo alterano il ph della cavità orale. Anche se solo in rari casi, l’alitosi può essere sintomo di patologie come gastrite, ulcere o malattie croniche del fegato o del pancreas.
«Attenzione anche ad alcune forme di diabete non compensato o a disturbi del cavo orale come afte ricorrenti - sottolinea infine Di Mola - Solo il dentista, valutando anamnesi, esame obiettivo e risultati di analisi approfondite, può escludere cause sistemiche e indirizzare verso ulteriori pareri specialistici».
Addirittura oggi, per fornire ai pazienti un approccio multidisciplinare, sono stati inaugurati centri polifunzionali nei quali all’odontoiatria vengono affiancate attività di nutrizionismo, programmazione muscolare, osteopatia, optometria e logopedia.
Pietro Ferrari