salute
Karate, più che sport: aiuta a gestire una crisi nella vita e ritrovare l’armonia
Gestire una crisi nella vita e ritrovare l’armonia con sé stessi e con gli altri, con il karate si può. La disciplina nata a Okinawa, in Giappone, può essere una fonte di benessere quotidiano, traendo linfa dalla sua filosofia e dai principi psicologici che mirano all’equilibrio tra corpo e mente. Non solo un’attività sportiva che coinvolge migliaia di atleti in Italia e nel mondo, e che aiuta a migliorare agilità, flessibilità, riflessi, equilibrio, coordinazione, rendendo più tonici addome, cosce e braccia. Il karate è un’arte marziale che risale al VII secolo, un metodo che può aiutare ad affrontare un cambiamento che fa paura, un momento difficile in una relazione, una malattia, un problema sul lavoro.
A Parma, il maestro di karate Stefano Castelluccio insegna da 20 anni questa disciplina nella scuola dell’associazione sportiva Yukenkai Karate-do, dove fa lezioni con Jorge Borges. «Il concetto di “guerriero”, detto Bushi, nella tradizione orientale è molto diverso da quello della società occidentale e trae origini da discipline e principi che risalgono a Sun-Tsu e la sua “arte della guerra”, uno dei più importanti trattati di strategia militare scritti fra il sesto e quinto secolo avanti Cristo. Il guerriero perfetto è quello che evita il combattimento, la vera vittoria avviene quando si scongiura una guerra».
Il guerriero, nel confronto tra persone, non è più abile se conta sulla sua forza e la sua tecnica per “distruggere il nemico”, ma lavora prima di tutto sulla propria ostilità ed aggressività per poi concentrarsi su quella dell’avversario per spegnerla e trasformarla, minimizzando il danno per tutti. Il guerriero del karate difende gli altri e se stesso dalle aggressioni, creando armonia ed equilibrio nei rapporti interpersonali. Un po’ come “il guerriero” protagonista della famosa canzone di Marco Mengoni, che è la coscienza, l’anima, l’alter ego che ci aiuta a superare i momenti difficili e a scegliere la strada della pace e del benessere.
Castelluccio pratica karate da più di 42 anni e segue lo stile chiamato «Shotokai Egami Karate Do», ovvero la «via del karate Shotokai» secondo il maestro Shigeru Egami. La filosofia è che le tecniche di combattimento sono strumenti per esplorare sé stessi e gli altri, prima nel corpo, poi nelle energie, poi nella mente, poi nei livelli più alti dello spirito. «Metodi - spiega Castelluccio - per riuscire a cavalcare il cambiamento e dirigere la crisi verso il suo spegnimento, togliendole ciò che la nutre».
Tre sono i modi che, secondo il karate, consentono di affrontare una crisi di qualsiasi tipo: lo scontro, la fuga, l’accettazione o trasformazione. Lo scontro, inteso come opposizione di una forza ad un’altra forza, nasce da una reazione istintiva ed emotiva naturale che può portare, in caso di superiorità fisica di una parte, ad un vantaggio relativo immediato, ma in generale massimizza il danno di entrambe le parti, e nel medio e lungo termine si rivela sempre controproducente.
Anche la fuga può nascere da una reazione istintiva ed emotiva, innescata dalla paura, ed in generale, quando applicabile con successo, minimizza i danni di entrambe le parti, pur non agendo sulle cause iniziali della crisi.
«Esistono però forme più sottili di “fuga consapevole” o “azione complementare”, ben note agli artisti marziali ma anche, ad esempio, agli abili oratori: in questi casi la reazione porta ad evitare ogni scontro, ma allo stesso tempo induce premesse per lo spegnimento delle cause della crisi. Spesso la fuga, soprattutto quella “consapevole”, costituisce la scelta più saggia».
«La strategia più difficile e complessa da applicare, ma la più efficiente, che richiede autoconsapevolezza, attenzione, empatia, disponibilità, apertura, capacità di immedesimazione, nonché padronanza di strumenti tecnici ed esperienza - dice il maestro Castelluccio - è quella dell’accettazione/trasformazione. Il principio è quello di “lasciarsi travolgere dall’onda”, penetrarne l’interno con tutti i sensi, attenti alle strutture ad alle dinamiche degli eventi, poi andare a cercare gli “interruttori” per spegnere la crisi o trasformarla in qualcosa di più innocuo, senza distruggere nulla. Nel confronto a uomo, significa “diventare l’altro”, agire su di sé per indurre la stessa azione nell’altro, agevolare la strada e non forzarla, invitare e non costringere». Tutto questo insegna come il karate può essere un prezioso alleato per stare bene.