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Salute è passare due ore a settimana nella natura
Tanto servirebbe per ridurre lo stress e renderci più felici: ecco come
Tutti noi abbiamo sperimentato i benefici che si provano stando a contatto con la natura: facendo una passeggiata in un bosco o camminando in riva al mare è facile provare una sensazione di profonda calma e nello stesso di rinnovata energia.
La specie umana è cresciuta immersa nella natura e pertanto il nostro Dna contrasta con il rumore, la confusione e l’inquinamento dei grandi centri urbani in cui il grigio del cemento domina sui pochi spazi verdi.
Ora anche la scienza ha documentato con sempre più numerose ricerche che il contatto con la natura fa bene al corpo e alla mente e la terapia del verde definita Nbi (Natural based intervention) o green therapy è entrata a pieno titolo come una vera e propria medicina per attivare il benessere e contrastare l’avanzata delle malattie croniche non trasmissibili fra cui tumori, diabete e patologie cardiovascolari in cui l’infiammazione cronica alimentata dallo stress rappresenta un denominatore comune.
Un sempre maggior numero di lavori scientifici ha documentato che trascorrere del tempo all’aria aperta a contatto con la natura migliora le condizioni di salute favorendo la diminuzione dei livelli di cortisolo (il cosiddetto ormone dello stress) e l'aumento della serotonina (ormone della felicità) che insieme contribuiscono ad attenuare l'ansia e lo stress.
Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista “Nature” condotto su un campione di ventimila inglesi diversificati per sesso, età, professione e residenza ha dimostrato che chi aveva trascorso negli ultimi sette giorni almeno 120 minuti in un parco o in un’area verde, si era dichiarato più in salute e più soddisfatto della propria vita.
Questa soglia di almeno un paio d’ore a settimana potrebbe essere punto di partenza per indicare una quantità di tempo minima da destinare al contatto con la natura.
Altri lavori scientifici hanno dimostrato che vivere all’interno di contesti naturali ha effetti benefici anche sulla salute mentale, sui livelli di stress, sulla longevità e sulla mortalità. Un lavoro pubblicato sulla rivista “Molecolar Psychiatry” da un gruppo di ricercatori tedeschi ha evidenziato come vivere in città sia associato ad un maggior rischio di depressione, malattie mentali e disturbi d'ansia e come l’attivazione dell’amigdala, che è la centralina che regola ed elabora le nostre emozioni, diminuisca dopo una passeggiata in mezzo alla natura, mentre rimane stabile dopo una passeggiata in ambiente urbano, suggerendo che il contatto con natura possa avere effetti salutistici sulle regioni cerebrali legate allo stress e, di conseguenza, possa agire come misura preventiva contro lo stress mentale e, potenzialmente contro le malattie.
Queste evidenze scientifiche hanno sicuramente influenzato i moderni concetti di pianificazione urbana per creare aree verdi più accessibili e adattare gli ambienti urbani in modo da favorire la salute mentale dei cittadini.
Più spazi naturali vengono progettati non solo nelle città ma anche negli ospedali dove si cerca di inserire elementi naturali nella consapevolezza che un contatto con la natura possa essere un elemento importante per migliorare gli effetti delle terapie.
Un progetto in tal senso è quello del Policlinico di Bologna, impegnato in una riqualificazione con inserimento del verde dal titolo “Lo spazio che cura”, teso a trasformare radicalmente alcuni reparti dell’ospedale per far si che la natura possa entrare all’interno trasformando i corridoi in portici fioriti e le logge in veri e propri giardini.
Quali possono essere nel concreto i metodi con cui poter attuare in maniera efficace la Natural based intervention o terapia del verde? Le attività sono molte e ben differenziate e possono essere praticate in tutti i periodi dell’anno. Una delle più note è il “forest bathing” o immersione nella foresta, versione occidentale del giapponese Shinrin Yoku, che si fa passeggiando lentamente nei boschi o nei parchi, concentrandosi sui suoni della natura, sui suoi profumi, cercando il contatto con gli alberi e le piante così di permettere a tutti i sensi di affinare le proprie percezioni.
Diverse ricerche hanno dimostrato come questa pratica possa ridurre in maniera drastica l’ansia, la depressione e lo stress con benefici sugli apparati cardiovascolare, nervoso e respiratorio con riduzione della pressione arteriosa, del battito cardiaco e dei livelli di cortisolo nel sangue, ma anche incrementando l’attività di alcune cellule, i linfociti nk (natural killer) che potenziano il sistema immunitario, contrastano le cellule tumorali e riducono il rischio di malattie.
Altra attività molto praticata è l’ortoterapia che propone le diverse attività tipiche del giardinaggio e della cura dell’orto, che diventano un mezzo per allenarsi, divertirsi e raggiungere l’obiettivo gratificante di vedere nascere i “frutti” del proprio lavoro.
Anche camminare a piedi nudi (barefooting) nell’erba o sulla sabbia è un buon modo per recuperare sia fisicamente che mentalmente. Questa tecnica di green therapy aiuta a riprendere coscienza del proprio modo di muoversi nello spazio circostante ed è una fonte di stimoli sensoriali e tattili dimenticati e preziosi.
Cercare fiori ed erbe spontanei nei prati, raccoglierli con cura e poi magari usarli in buone ricette sono i punti di forza del “foraging”, una pratica sempre più diffusa anche nel nostro paese, complici anche i ristoranti che hanno cominciato a utilizzare le piante selvatiche commestibili per ricette prelibate.