SALUTE

Fibromialgia, nemico doloroso, colpisce soprattutto le donne

La fibromialgia è una malattia dal grande impatto sociale ed è in grado di limitare in maniera significativa la vita di chi ne è affetto. In Italia ne soffrono approssimativamente due milioni e mezzo di persone con prevalenza del sesso femminile. Questa patologia è stata al centro di un incontro medico svoltosi alla sala convegni della Casa di cura Città di Parma con relatori Giulia Milioli, specialista in Neurologia e Antonio Cuzzoli, specialista in Endocrinologia e in Ematologia, entrambi della Città di Parma.
Come si presenta la fibromialgia?
«La fibromialgia è una sindrome multifattoriale caratterizzata da dolore che interessa i muscoli e i tessuti fibrosi (tendini e legamenti); dolore di tipo cronico diffuso, fluttuante e migrante associato a rigidità, astenia (calo di forza con affaticabilità), disturbi cognitivi quali deficit di concentrazione e memoria (cosiddetta Fibro-fog), cefalea, disturbi del sonno, alterazioni della sensibilità agli stimoli. In chi ne è affetto può riscontrarsi un calo dei livelli di serotonina, con possibili disturbi d’ansia e depressivi. In alcuni soggetti si manifestano anche sintomi gastroenterici come dolori addominali o sindrome del colon irritabile, dolore cronico pelvico, problemi urologici, fotosensibilità», spiega Cuzzoli.
Chi colpisce in prevalenza questa malattia?
«La sindrome fibromialgica interessa prevalentemente le donne, in cui la malattia può insorgere già in età giovanile, con un picco di frequenza tra i 25 e i 55 anni.- Afferma Cuzzoli - L’inizio dei sintomi può essere lento e progressivo e si diffonde in altre sedi con il passare del tempo»
Come viene fatta diagnosi di fibromialgia?
«La fibromialgia deve essere presa in considerazione in quelle persone che hanno dolore diffuso da almeno 3 mesi.- Continua Cuzzoli- La diagnosi della malattia fibromialgica è clinica ed è data dalla combinazione di dolore diffuso e rilievo dei tenders point, ovvero punti di dolorabilità evocabili con la digito pressione. La presenza di dolore in almeno 11 di questi 18 punti può aiutare nella conferma della diagnosi. Ovviamente la diagnosi non può prescindere dall’esclusione di altre malattie, che possano determinare sintomi analoghi, per questo spesso vengono richiesti anche esami del sangue e talora strumentali che possano fare ulteriore chiarezza»
I disturbi del sonno che ruolo hanno?
«Le alterazioni del sonno sono un problema che il paziente fibromialgico riferisce frequentemente, tra queste elevata frequenza di risvegli notturni, ridotta qualità del sonno notturno, sonnolenza diurna e sindrome delle gambe senza riposo – spiega Giulia Milioli -. Il sonno alterato di questi pazienti presenta un forte impatto negativo sulla percezione del dolore e della faticabilità diurna, tanto che la sensazione di svegliarsi stanchi al mattino viene ritenuta un sintomo cardine nelle scale di valutazione della patologia».
Come si tratta la fibromialgia?
«Il trattamento della fibromialgia prevede un approccio multifattoriale mirato alla riduzione dei sintomi e al miglioramento dello stato di salute, che parte dall’educazione del paziente riguardo alle caratteristiche della propria patologia e da cambiamenti dello stile di vita con introduzione di esercizio fisico regolare, che può essere effettuato anche in acqua calda, e tecniche di rilassamento.- Spiega Giulia Milioli- Esistono poi terapie come il massaggio connettivale, la neuromodulazione e l’agopuntura che hanno lo scopo di cercare di ridurre l’ipersensibilizzazione del sistema nervoso centrale dei pazienti attraverso una stimolazione tattile o attraverso l’uso di stimolazione elettrica effettuata a livello periferico. Si sono inoltre dimostrate molto efficaci nel controllo sia del dolore che dei sintomi depressivi e ansiosi le tecniche di mindfulness e la terapia cognitivo comportamentale. In seconda istanza, nei casi in cui la terapia fisica, le tecniche di rilassamento, la desensibilizzazione periferica e la terapia psicologica non si dimostrino efficaci si può poi ricorrere all’assunzione di farmaci che agiscono su questa tipologia di dolore centrale come farmaci antidepressivi, antiepilettici, antidolorifici o miorilassanti. L’introduzione dei farmaci però deve essere effettuata in maniera graduale e spesso partendo da bassi dosaggi».
Si può prevenire la fibromialgia?
«Non esistono ad oggi dei fattori preventivi dello sviluppo della malattia.- Conclude Giulia Milioli- Tuttavia, il mantenere uno stile di vita attivo, con esercizio fisico costante, l’applicazione delle varie pratiche sopra illustrate aiuta i pazienti fibromialgici ad evitare il peggioramento dei sintomi, che periodicamente può ripresentarsi nel corso della malattia, e conseguentemente a limitare il ricorso a terapia farmacologica».