SALUTE

I benefici della pet therapy: riduce stress e ansia, migliora il ritmo cardiaco e la capacità cognitiva

Raffaella Ilari

Erano gli anni Sessanta quando lo psicoterapeuta Boris Levinson si rese conto di come la presenza del proprio cane portasse benefici, a livello psicologico e comportamentale, ad un suo piccolo paziente autistico. Da allora la pet therapy, pratica basata sulla relazione tra la persona e l’animale domestico, ha fatto enormi passi in avanti, confermando la sua efficacia nel migliorare il benessere emotivo del malato in una struttura ospedaliera, in particolare su pazienti anziani e bambini.
Marta Viappiani, psicologa e psicoterapeuta, è responsabile dei progetti dell’associazione «Impronte nell’anima APS», impegnata dal 2015 nella promozione del benessere psicologico e sociale della comunità, attraverso gli Interventi assistiti con animali (Iaa) e, per questa dedizione, premiata nel 2025 con l’attestato di Civica benemerenza al premio Sant’Ilario.
«Ho lavorato per vent’anni come psicologa dell’emergenza in contesti difficili. Mi sono trovata ad affrontare situazioni traumatiche in zone colpite dal terremoto, con persone rimaste senza casa. Con gli strumenti a disposizione, facevamo fatica a contenere gravi stati emozionali, risolti poi dagli amici cinofili e dai loro labrador. Tornai con il pensiero fisso di voler fare qualcosa con gli animali».
Da qui nasce l’associazione di volontari che, nel tempo, ha stretto collaborazioni con Rsa, cooperative che gestiscono centri diurni per disabili e scuole, e dal 2017 con l’ospedale Maggiore, prima con interventi all’Ospedale dei Bambini, dove nel giardino della Pediatria sostavano gli asinelli, capaci di compiere miracoli nei piccoli pazienti, e dal 2024 nei reparti di Odontoiatria, di Medicina interna di continuità e al Pronto soccorso pediatrico d’urgenza.
Phil, Miura, Sunny, Sami, Ametista, Dakota sono i nomi di alcuni degli amici pelosi (golden retriever, parson russell terrier, lagotto romagnolo, labrador retriever) che, scodinzolanti, fanno visita ai pazienti ricoverati.
«La pet therapy è una relazione tra utente e cane che, a sua volta, è un mediatore emozionale. Il progetto - continua Viappiani - è studiato e preparato dai professionisti della equipe multidisciplinare, tutti iscritti al “Digital Pet” (il portale con elenchi nazionali degli operatori Iaa, dei centri speciali e dei progetti) che sono responsabili dei progetti, coadiutori di animali esperti e certificati, veterinari specializzati in Iaa, educatori, psicologi e pedagogisti. I cani co-terapeuti sono costantemente monitorati dai veterinari dell’equipe, educati e accompagnati dai loro coadiutori in un percorso fondamentale per il pet e gli utenti».
«La pet therapy prevede un insieme di interventi, delicati e complessi, che si avvalgono del supporto di animali (asinelli, cani, gatti, conigli e cavalli) idonei al miglioramento del benessere delle persone di tutte le età. Le attività e i benefici non riguardano solo i malati, ma anche tante altre fasce fragili. La pet therapy riduce stress e ansia, migliora l’umore e il ritmo cardiaco, fa calare la pressione arteriosa, aumenta la capacità cognitiva. Avviene come un risveglio di tutte le nostre abilità, attraverso le carezze ai cani, attività dinamiche di gioco o di ricerca olfattiva che i cani propongono. Gli animali sono un raggio di luce per persone che vivono difficoltà, anche nelle fragilità temporanee, un momento di pace e tranquillità, anche per i familiari e il personale».
Tiziana Vallara, coordinatrice infermieristica di Medicina interna di continuità dell’Azienda ospedaliera-universitaria, in questi anni al fianco dei volontari e dei professionisti dell’associazione, definisce la pet therapy «una cura dell’anima. I suoi benefici sono ormai divulgati scientificamente a tutti i livelli. Ci abbiamo creduto sin dall’inizio, sposando il progetto di “Impronte nell’anima”, che si svolge due giorni alla settimana per due ore; un’esperienza meravigliosa. Ogni volta che i cani arrivano, è una festa. Sono una medicina insostituibile. I pazienti instaurano un rapporto bellissimo con i cani e con le persone che li accompagnano, parlano, raccontano le proprie esperienze personali, mentre fanno una carezza o danno un biscottino. È quel momento quotidiano di serenità che vivrebbero anche a casa, dimenticandosi per un momento di essere in ospedale. La presenza dell’animale tranquillizza, se sono agitati, i pazienti con deterioramento cognitivo. È una comunicazione profonda quella che si crea con gli animali, molto più empatici delle persone».
Per saperne di più: improntenellanima.it.