salute
Svolgere attività motoria tutti i giorni riduce il rischio d’insorgenza dei tumori
Svolgere attività motoria tutti i giorni e limitare la sedentarietà fanno parte delle 12 raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità per ridurre il rischio d’insorgenza dei tumori. Attività motoria non è solo indossare tuta e scarpette e avere tempo dedicato: è qualsiasi contrazione dei muscoli scheletrici in grado di provocare un aumento del consumo energetico rispetto al riposo. Può avvenire durante le ore lavorative, mentre si cammina o si va in bici, mentre si lavora a casa, e ovviamente nel tempo libero. Del rapporto fra tumori e sedentarietà parliamo con l'oncologo Vittorio Franciosi.
Quali sono i tumori maggiormente correlati alla scarsa attività motoria?
«Vi sono prove che l’attività motoria riduca il rischio di sviluppare i tumori a vescica, mammella, colon, endometrio, rene, esofago e stomaco. I dati sulla sedentarietà in relazione al rischio di tumore sono molto meno abbondanti di quelli sull’attività fisica. Tuttavia, un comportamento sedentario prolungato sembra associato, indipendentemente dal livello di attività fisica, ad un aumento del rischio di sviluppare tumori della mammella, colon, endometrio e polmone. Si stima che gli stili di vita, potenzialmente modificabili, caratterizzati da inattività motoria, sedentarietà e obesità siano la causa di circa il 20-40% di questi tumori».
Quanto deve essere intensa l’attività motoria perché sia efficace nella prevenzione dei tumori?
«L’intensità può essere lieve (stirare, cucinare, camminare lentamente). L'intensità moderata (compresa fra 3 e 6 METs, ossia l'aumento del consumo energetico espresso in Metabolic equivalents rispetto al riposo) può essere di tipo occupazionale (spazzare, curare il giardino, camminare a 5-6 chilometri orari, ballare, nuoto ricreativo, pallavolo non agonistica, ciclismo in pianura a 16-19 chilometri orari). L'attività intensa (oltre 6 METs) include lavorare la terra, camminare a velocità superiore a 7 chilometri orari o in salita, jogging, sci di fondo, tennis, nuoto agonistico, calcio. È impossibile determinare il livello esatto di intensità dell’attività motoria per ridurre il rischio di tumore, ma vi sono evidenze che suggeriscono che vi sia una relazione inversa».
Quanto deve durare l’attività motoria perché sia efficace nel prevenire i tumori?
«Per l’adulto, l’Oms propone, come minimo, 150-300 minuti di attività motoria moderata o 75-150 minuti di attività intensa alla settimana. Per il bambino e l’adolescente, almeno un'ora di attività motoria moderata o intensa ogni giorno, con almeno tre giorni di attività intensa alla settimana. Anche se può sembrare un paradosso, anche una persona che svolge regolarmente un’ora di attività motoria moderata o intensa ogni giorno può essere sedentaria se, per il restante periodo della giornata, rimane costantemente inattiva, in posizione seduta o reclinata. Per questo si raccomanda di interrompere, ogni 30-45 minuti, il lavoro al computer o alla scrivania intervallando alcuni minuti di attività motoria».
Qual è il meccanismo grazie al quale l’attività motoria protegge da certi tumori?
«I meccanismi più studiati includono i cambiamenti nel grasso corporeo e viscerale, l’alterazione di parametri metabolici (insulina, glucosio, Insuline-GF), lo stress ossidativo, le adipochine (leptina, adiponectina), gli ormoni sessuali, l’infiammazione cronica e la compromissione del sistema immunitario. Diversi studi sperimentali hanno dimostrato che interrompere periodi prolungati di sedentarietà alzandosi da seduti e muovendosi abbassa i livelli circolanti di insulina e glucosio, supportando un legame tra sedentarietà e diabete di tipo 2, fattore di rischio per numerosi tipi di tumore».
Per chi ha avuto un tumore ed è guarito, è utile svolgere attività motoria?
«Sì. Dopo la diagnosi di tumore si assiste ad un calo significativo dell’attività fisica, che persiste anche dopo il completamento delle terapie. Circa il 50% dei pazienti guariti soffre degli effetti collaterali psicosociali e fisici delle terapie (chirurgia, radioterapia, chemioterapia, ormonoterapia) che portano ad un peggioramento della qualità della vita. In particolare, nei pazienti guariti da tumori della mammella, colon-retto, prostata, ovaio e endometrio, una regolare attività motoria, con esercizi aerobici e di potenziamento muscolare, preceduti da un’accurata valutazione clinica, sembra ridurre il rischio di mortalità e migliorare la qualità della vita».