GINECOLOGIA
Endometriosi, la masterclass che nasce dalle pazienti
Al Maggiore un corso su diagnosi e terapie mini-invasive finanziato con il 5x1000
La terza edizione della masterclass «Ecografia di riferimento nella paziente affetta da endometriosi» si terrà il 7 e 8 novembre nell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma. Non è un congresso medico qualunque. È il frutto di un percorso che parte dal basso, dalle donne che convivono quotidianamente con questa malattia cronica e invalidante, e che hanno deciso di non limitarsi a chiedere aiuto, ma di costruire soluzioni.
L'Associazione Progetto Endometriosi odv (A.P.E.), nata nel 2005, gestita da pazienti e che ha la sede nazionale proprio a Parma, ha fatto della formazione del personale sanitario una delle sue missioni prioritarie. Dal 2017, grazie alle donazioni e ai proventi del 5x1000, l'associazione organizza corsi specialistici destinati a ginecologi, ecografisti, psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, infermieri e radiologi.
Un investimento strategico che parte da una constatazione dolorosa: per una malattia che colpisce una donna su dieci in età fertile, per la quale non esistono percorsi di prevenzione né cure definitive, rivolgersi a personale sanitario specializzato non è un'opzione, è una necessità vitale.
«Questo corso rappresenta la concretezza di un impegno collettivo che vede coinvolti i maggiori professionisti nel campo dell’endometriosi sia in ambito diagnostico che terapeutico nell’intento comune di diffondere le conoscenze più attuali riguardo ad una malattia ancora troppo spesso diagnosticata con latenza di anni - spiega Martino Rolla, direttore del corso e dirigente medico di Ginecologia e ostetricia, responsabile del percorso diagnostico e terapeutico dell'endometriosi nell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma - Ogni iscrizione, ogni sessione pratica, ogni competenza acquisita dai colleghi è resa possibile dalla generosità di chi destina il proprio 5x1000 all'A.P.E.. È la dimostrazione che la sanità pubblica può beneficiare enormemente della partecipazione dei cittadini, creando un circolo virtuoso tra pazienti e professionisti».
La struttura del corso è stata pensata con un approccio pratico. La prima giornata combina teoria e video-clips per rendere immediatamente applicabili le nozioni acquisite, poi Rolla eseguirà un intervento di eradicazione di endometriosi profonda con tecnica mini-invasiva. «Questo è possibile grazie alle competenze raggiunte dall’equipe ginecologica in ambito chirurgico che pongono la Ginecologia di Parma come uno dei centri di riferimento diagnostico e chirurgico, grazie anche allo sforzo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma che incentiva la chirurgia robotica, portando i professionisti di Parma tra le figure professionali di spicco a livello nazionale nell’approccio laparoscopico e robotico a una patologia complessa come l’endometriosi» dice Roberto Berretta, direttore del reparto di Ginecologia ed ostetricia e del Dipartimento assistenziale integrato Materno-infantile.
La seconda giornata approfondisce i diversi aspetti della patologia: dalla consensus Idea all'adenomiosi, dall'endometriosi ovarica tipica e atipica fino ai compartimenti anteriore, laterale e posteriore. Non manca l'attenzione al delicato tema del rapporto tra endometriosi e tumori, affrontato da Valentina Chiappa, specialista della Ginecologia oncologica della Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e vicepresidente Sieog (Società italiana di ecografia ostetrica e ginecologica e metodologie biofisiche).
Il clou della masterclass sono le sessioni live di ecografie transvaginali: pazienti reali, quadri clinici complessi, interazione diretta tra discenti e operatori.
Jessica Fiorini, vicepresidente dell'Associazione Progetto Endometriosi, sottolinea il valore simbolico e pratico di questo modello: «Quando una donna destina il suo 5x1000 all'A.P.E., non sta semplicemente facendo una donazione. Sta investendo nella formazione del medico che domani potrebbe visitarla, del ginecologo che saprà riconoscere i sintomi, dell'ecografista che individuerà le lesioni».
Il corso riunisce alcuni dei massimi esperti italiani: oltre a Rolla e Berretta, Michele Vignali, direttore dell'Ostetricia ginecologia PO Macedonio Melloni Milano, Stefano Guerriero, direttore della Diagnostica ostetrico-ginecologica dell'Azienda Ospedaliera-Universitaria di Cagliari; Fabiana Divina Fascilla dell'Ostetricia e ginecologia dell'Irccs istituto tumori Giovanni Paolo II Bari; Michela Monica dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma. Il corso è accreditato Ecm.
La proposta: niente ticket per chi soffre della patologia
«Potenziare la rete regionale per la diagnosi e la cura dell’endometriosi». Lo chiedono in una risoluzione rivolta alla Giunta dell’Emilia-Romagna i consiglieri di Fratelli d’Italia Nicola Marcello (primo firmatario), Marta Evangelisti e Annalisa Arletti.
«L'endometriosi - si legge nel testo dell’atto - è una malattia cronica, infiammatoria con sintomatologie spesso dolorosa che colpisce le donne in età fertile: è caratterizzata dalla presenza anomala di tessuto simile a quello dell’endometrio al di fuori della cavità uterina».
«In Italia - sottolineano - si contano circa 2 milioni di donne diagnosticate (circa 2% della popolazione femminile tra i 15 e i 50 anni), e si stima che una significativa percentuale, tra il 30% e il 40%, possa affrontare difficoltà legate alla fertilità». «Permangono criticità significative - spiegano i tre consiglieri - nell’accesso ai percorsi diagnostico-terapeutici per le pazienti con endometriosi, con tempi di attesa che in alcuni casi superano i 6-8 mesi per una prima visita specialistica».
Per i consiglieri serve «aumentare le campagne informative nelle scuole, nelle strutture sanitarie, nei consultori e nei luoghi di aggregazioni civica quali quartieri o forum cittadini». Chiedono, poi, alla giunta «di estendere l’esenzione del ticket a tutte le forme e grado di malattie dalla sua prima diagnosi». Richiedono anche, nello specifico, «di valutare la possibilità di introdurre in sede di assestamento l’esenzione per le terapie ormonali per gli stadi già riconosciuti dai livelli essenziali di assistenza».