SALUTE
Vivere a pieni polmoni: come ossigenarsi bene
Attività fisica, normopeso, esercitare il diaframma. E abolire il fumo
Recentemente sono stati pubblicati studi che dimostrano che la mancanza di ossigeno a livello tissutale è la causa di molte patologie degenerative.
Il corpo umano è costituito dal 62% di ossigeno, l’elemento più importante per la salute dell’uomo poiché permette alle cellule di trasformare gli alimenti in energia. Lo dimostra il fatto che l’uomo può vivere circa quindici giorni senza cibo, una settimana senz’acqua ma solo pochi minuti senza respirare. È facile rilevare, con un semplice pulsossimetro presente in molte case dopo la pandemia, la propria ossigenazione sia a riposo che durante lo sforzo fisico ed è possibile misurare anche il massimo consumo di ossigeno di una persona (Vo2 max) che esprime la capacità massima dell’organismo di incamerare e bruciare ossigeno.
Il Vo2 max è anche un forte indicatore di longevità che riflette la salute cardiorespiratoria in quanto un valore più elevato è associato a una maggiore aspettativa di vita e a una riduzione del rischio di mortalità per tutte le cause. Avere un VO2 massimo più alto significa che il corpo utilizza l'ossigeno in modo più efficiente durante l'esercizio intenso, il che indica anche una migliore funzionalità del cuore e dei polmoni.
La salute è quindi una questione molto legata alla disponibilità di ossigeno ed è noto che un'alta percentuale di persone ha nel proprio sangue un volume di ossigeno ridotto rispetto alla norma, con un impatto molto negativo sulla salute perché una ridotta saturazione di ossigeno riduce il metabolismo cellulare predisponendo tra le altre cose, al sovrappeso e all’obesità.
La carenza di ossigeno, definita ipossia, rappresenta un “killer” per la salute, determinando sintomi quali capogiri, fiato corto, stato confusionale, mal di testa, tachicardia, aumento della frequenza del respiro, aumento della pressione, perdita della coordinazione, problemi di vista, stanchezza e nervosismo, insonnia, attacchi di panico, depressione, calo di memoria, obesità, aumento del colesterolo. Con l’invecchiamento l’ossigeno cellulare diminuisce e lo stress è una delle cause principali di carenza di ossigeno alle cellule in quanto portando alla liberazione di alcuni ormoni, fra cui l’adrenalina, determina una vasocostrizione, con diminuzione della circolazione capillare e della disponibilità d’ossigeno utilizzabile dalle cellule.
Le cause della carenza di ossigeno nel sangue sono numerose e diverse. Una delle principali è il fumo che compromette l'ossigenazione del corpo principalmente attraverso il monossido di carbonio, che riduce la capacità del sangue di trasportare ossigeno, danneggiando i vasi sanguigni e provocando il restringimento e l'irrigidimento delle arterie. In un fumatore, la capacità dell’emoglobina di trasportare ossigeno viene ridotta fino al 20% in quanto il monossido di carbonio si fissa sull’emoglobina 250 volte più dell’ossigeno.
Anche il sovrappeso, specialmente quando la circonferenza addominale supera i 102 centimetri per l’uomo e 88 centimetri per le donne, limita la respirazione determinando un respiro superficiale che non è in grado di fare arrivare i volumi corretti di ossigeno agli organi vitali come cuore e cervello.
Più l’obesità è marcata, meno le cellule sono provviste di ossigeno. Inoltre l’obesità è spesso causa anche delle apnee notturne, disturbo che può essere anche molto grave e che si verifica quando durante il sonno la respirazione viene ripetutamente interrotta da “pause” del respiro creando condizioni di carenza di ossigeno, un quadro che genera cattiva qualità del riposo e sonnolenza e stanchezza durante il giorno, mal di testa al risveglio, minzione notturna frequente, irritabilità e disturbi dell’umore, come depressione e ansia, difficoltà cognitive, come scarsa concentrazione e memoria.
Inoltre chi russa e non si ossigena bene durante la notte ha anche spesso una riduzione nel sangue del testosterone, l’ormone dell’energia e della vitalità che regola anche il desiderio sessuale.
Diverse patologie dell’apparato cardio respiratorio e del sangue, come le anemie, determinano carenze di ossigeno mentre sostanze inquinanti come nitrati e nitriti portano a una riduzione della capacità del sangue di trasportarlo.
Anche i metalli pesanti, ed in particolare il mercurio, penetrando attraverso i polmoni e la pelle hanno effetti nefasti sul sistema nervoso e sui mitocondri che sono i motori energetici delle cellule, così come additivi e grassi saturi, sostanze psicotrope, mancanza di adeguato esercizio fisico possono ridurre la quantità di ossigeno.
Cosa si può fare per migliorare l’ossigenazione dell’organismo? A parte trattamenti come la terapia iperbarica - in grado di aumentare notevolmente l’ossigenazione dei tessuti - è fondamentale cercare di vivere in un ambiente meno inquinato possibile, allontanandosi dalle città e dal traffico almeno nei fine settimana, avere un'alimentazione adeguata e mantenere un peso corretto, evitare la sedentarietà che può enormemente ridurre il quantitativo di ossigeno disponibile alle cellule, così come lo stress.
Ci sono poi alcune tecniche, come la respirazione diaframmatica, in grado migliorare l’apporto di ossigeno: consiste nell'eseguire una profonda inspirazione dilatando la gabbia toracica senza alzare le spalle, trattenere il respiro per qualche secondo mantenendo contratto il diaframma e i polmoni pieni d’aria ed infine eseguire una profonda espirazione.
Per valutare la corretta esecuzione della respirazione diaframmatica si può misurare la circonferenza del torace valutando la differenza in centimetri tra la misura a riposo e in fase di profonda inspirazione che deve essere di circa 4-5 centimetri.