certificazioni

Test di latino per 150 studenti

Andrea Grassi

Chi è ancora in aula scrive, immerso nella più profonda concentrazione. Chi ha appena finito, invece, ha la stanchezza negli occhi ma il sorriso sulle labbra. Si sono, infatti, svolti i test per le certificazioni di latino, alla sede di via Kennedy dell’Università di Parma. L’iniziativa, organizzata dalla Regione Emilia-Romagna e dall’Ufficio scolastico regionale, ha impegnato oltre 150 studenti provenienti da istituti superiori di tutta la regione.
«Le prove - ha spiegato Mariella Bonvicini, docente di Letteratura latina all’Università di Parma - sono strutturate sullo stesso modello delle prove delle lingue moderne». Gli esami, infatti, erano divisi in diverse aule, a seconda del grado di certificazione, che poteva essere di tipo A1-A2 oppure B1-B2. Le prove di livello B (chiamate anche prove di secondo livello) richiedono una competenza molto più alta. Nonostante ciò, non è mancata l’affluenza di studenti che hanno deciso di cimentarsi anche in questa sfida più difficile. «Le prove presentano esercizi di traduzione, di comprensione del testo e una serie di domande, esattamente come negli altri esami di lingua» ha aggiunto Bonvicini.
La certificazione verrà assegnata agli studenti da parte dell’Ufficio scolastico regionale in accordo con Cusl (Consulta universitaria di studi latini). «Questa certificazione ha una ricaduta anche nel mondo del lavoro - ha sottolineato Bonvicini -. Infatti, i dati dimostrano che vedendo la certificazione, a parità di curriculum, i datori tendono a scegliere quelli che ce l’hanno». Era presente anche Viviana Menoni, ex docente di Italiano e latino del liceo Marconi e parte della commissione generale che ha organizzato la prova nelle aule dell’Università. «Siamo molto soddisfatti del grande livello di partecipazione che abbiamo riscontrato - ha raccontato -. Fa molto piacere vedere che un buon numero di studenti ha scelto di affrontare la prova di livello B che quest’anno è la più impegnativa ed è strutturata in modo diverso rispetto al solito». Menoni ha spiegato che la prova B è stata organizzata secondo i modelli del progetto internazionale Eulalia (European latin linguistic assessment) che coinvolge università da tutta Europa. «È stata modificata la struttura di livello B, infatti, si può ottenere un livello B1 che certifica competenze di comprensione e un successivo livello B2 che certifica competenze di traduzione». Grande sorpresa di quest’anno è stata, inoltre, la nutrita partecipazione di studenti al di fuori dei licei classici e scientifici. «Abbiamo osservato con piacere un aumento e una presenza di ragazzi provenienti da altri istituti, specialmente da licei delle scienze umane e linguistici» ha sottolineato Menoni. Ad accompagnare alcuni ragazzi era presente Paolo Rossi, insegnante di Italiano e latino al Liceo Spallanzani di Reggio Emilia. «Queste prove sono fatte molto bene - ha dichiarato - in quanto puntano sulla conoscenza ma anche sulla competenza più in generale, gli esercizi di comprensione del testo, infatti, richiedono un certo ragionamento. È una prova molto stimolante che ci ha dato buoni spunti anche per lavorare in classe». Ma come ha trovato queste prove chi, invece, ha dovuto affrontarle? Lo abbiamo chiesto agli studenti presenti in aula venerdì. «A me è sembrata un po’ difficile - ha raccontato Vittorio, che studia in 1ªG al Romagnosi -. Non sono fiduciosissimo ma speriamo bene». Anche Alice studia in 1ªG al liceo Romagnosi e ha affermato: «Era abbastanza fattibile. Forse, però, c’era da prepararsi un po’ di più. Sono abbastanza soddisfatta anche se non penso di averla passata». Fiducioso, invece, Matteo del liceo Spallanzani di Reggio Emilia, che ha detto: «Me l’aspettavo così anche perché avevo già provato delle simulazioni sul sito e credo sia andata bene». «Me la sarei aspettata più semplice - ha dichiarato, poi, Adele, del liceo Gioia di Piacenza - perché la simulazione mi era sembrata più facile. Comunque credo sia andata bene».