IL PRESIDE DEL PACIOLO D'ANNUNZIO DI FIDENZA

Ciro Marconi: «La cura delle persone a scuola fa la differenza»

Mara Varoli

Un preside e due scuole superiori che nel territorio sono centrali per l'offerta formativa. Con una laurea in Filosofia all'Università Cattolica di Milano, Ciro Marconi è il dirigente scolastico del Paciolo D'Annunzio di Fidenza e del liceo delle Scienze umane Sanvitale, dove è stato vicepreside e dal 2009 al 2019 anche docente di Scienze umane e Filosofia. «Ho iniziato il mio primo incarico come dirigente scolastico proprio al Paciolo-D’Annunzio di Fidenza nel settembre 2019, dove dopo pochi mesi mi sono dovuto subito confrontare con la gestione dell’emergenza Covid-19 - confessa il preside Ciro Marconi -. Sono stati due anni molto impegnativi, durante i quali la scuola è stata messa sotto forte stress, ma devo dire che a Fidenza siamo riusciti ad affrontare le difficoltà in modo molto efficace. Ricordo che già durante la prima settimana di lockdown, quando ancora non si pensava minimamente a cosa stessimo andando incontro, qualche docente aveva spontaneamente iniziato a fare lezione tramite Skype. In questi cinque anni è letteralmente cambiato il mondo, si avverte che le richieste nei confronti della scuola stanno cambiando, ma si fa fatica come istituzione a trovare le soluzioni migliori. Siamo in un momento di forte transizione, e ancora non si intuisce verso quale direzione».


Il Paciolo-D'Annunzio si è distinto nella classica di Eduscopio: quali i punti di forza?
«È il secondo anno consecutivo che il nostro liceo scientifico si colloca al primo posto nella provincia di Parma e questo ci riempie di orgoglio e di soddisfazione - risponde il dirigente scolastico -. I punti di forza sono diversi: il principale ritengo sia la qualità e la stabilità del corpo docente, e poi la cura che gli insegnanti mettono nel fare bene il proprio lavoro. Un altro punto di forza è sicuramente l’attenzione nei confronti degli studenti poiché fare scuola in un ambiente tranquillo stimola i ragazzi a dare il meglio di sé. Nel nostro piccolo siamo la conferma a livello locale di quanto emerso dalla classifica di Eduscopio a livello nazionale, e cioè che le scuole migliori d’Italia sono quelle della provincia».
Una scuola molto importante per il territorio: quanti gli indirizzi?
«Il nostro istituto offre sei indirizzi di studio diversi. Abbiamo, infatti, il liceo classico, il liceo scientifico, il liceo linguistico e il Tecnico economico con tre articolazioni: AFM-Amministrazione finanza e marketing, RIM-Relazioni internazionali per il marketing e SIA-Sistemi informativi aziendali. Dall’anno scolastico 2022-23 abbiamo attivato nel Tecnico un corso AFM con curvatura Management sportivo, mentre per il liceo scientifico abbiamo introdotto una specifica curvatura Ambiente & Sostenibilità. Inoltre, sono ormai dieci anni che offriamo all’interno dei diversi indirizzi i percorsi Cambridge International con docenti madrelingua inglese. Siamo stati la prima scuola di Parma ad attivare questi percorsi».


Da ottobre lei è anche preside del liceo Sanvitale al posto di Andrea Grossi, oggi dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale.
«Il liceo Sanvitale è una scuola che è cresciuta moltissimo e che ho trovato cambiata. È un onore poter tornare nella scuola in cui ho mosso i miei primi passi come docente e come collaboratore del preside. Il timore più grande è quello di rimanere legato al passato, mentre invece occorre saper guardare avanti alle nuove sfide che attendono la scuola e che il dirigente scolastico deve cercare di anticipare e accompagnare nel miglior modo possibile».
Anche il Sanvitale è una scuola molto ambita: perché?
«Il liceo Sanvitale è una scuola in forte espansione perché negli ultimi anni le iscrizioni sono cresciute, tanto che l’Istituto conta oggi più di 1600 studenti. Purtroppo scontiamo le carenze di spazi relativamente all’edilizia scolastica per cui attualmente siamo distribuiti su quattro sedi diverse: la sede centrale in piazzale San Sepolcro e tre sedi distaccate in Oltretorrente. Non saprei dire se è una scuola ambita, sicuramente è una scuola che viene riconosciuta per la sua inclusività e per il grado di personalizzazione che la nostra didattica riesce a realizzare. Una scuola che vuole essere per tutti e che intende raccogliere la sfida di essere una scuola capace di coniugare l’attenzione agli studenti con la rigorosità nello studio che un percorso liceale richiede. Tutto questo nella consapevolezza che l’obiettivo è quello di formare i nostri studenti dal punto di vista culturale, ma anche come persone perché possano affrontare con le competenze necessarie il percorso di vita».


Quali le maggiori difficoltà nel gestire due scuole?
«L’elenco sarebbe lunghissimo. La più grande difficoltà è avere poco tempo per parlare con le persone. Il dirigente scolastico è anche gravato da tante incombenze burocratiche, ma quello per cui in questi mesi mi sento maggiormente in difficoltà è non poter dedicare abbastanza tempo per ascoltare e poter interagire con gli studenti e le famiglie, anche con i miei insegnanti - conclude -. In una comunità l’organizzazione è importante, ma più il tempo passa e più mi rendo conto che quello che fa la differenza è la cura delle relazioni tra le persone».