La scuola come nucleo fondante della nostra civiltà

Alla Ferrari la settimana di educazione civica

Il professore Giovanni Di Stefano

Così le medie diventano un cantiere aperto: i ragazzi hanno avuto l'opportunità di aprirsi alla città e conoscere le associazioni e le istituzioni

Se la memoria non inganna, proprio nel testo di un cosmologo - Max Tegmark, Vita 3.0, si legge: un conto è ciò che succederà; altro conto è ciò che vogliamo che succeda. Singolare per certo, citare un cosmologo per ragionare di scuola, futuro e civiltà.

La settimana
24- 28 marzo 2025: nella scuola secondaria di primo grado Giacomo Ferrari di Parma si è tenuta la seconda edizione della «Settimana dell’educazione civica», una manifestazione unica nel suo genere per tipologia e contenuti. Il cammino disciplinare va in stand-by. Niente interrogazioni o verifiche. Le porte della scuola si aprono: così gli alunni fanno esperienza della città, delle donne e uomini che progettano una vita comunitaria migliore; così anche ospiti illustri trovano accoglienza e ascolto nelle classi.

I protagonisti
L’Università di Parma con la sua contemporanea riflessione sulla Lis, la Croce Rossa e il regolamento stradale, Legambiente e la pulizia fattiva dei nostri parchi, l’Avis e i principi della donazione, l’Enpa per i nostri animali e la stessa Gazzetta di Parma con «Gazzetta nelle scuole», un lungo training sul significato del giornalismo nella realtà quotidiana: come prendere le distanze dalle fake news. Insieme al direttore Claudio Rinaldi anche l'assessore comunale all'Ambiente Gianluca Borghi, che ha parlato ai ragazzi di Parma città climate neutral 2030. E ancora Cineforum, Podcasting, dibattiti, interazioni e idee. Decine di sponsor, docenti, collaboratori e studenti che rendono lo spazio dinamico, entusiasmante. Gli alunni imparano, si confrontano, domandano in una maniera tutta alternativa, in chiave di sviluppo dell’autonomia e della responsabilità. Vogliono sapere. Voglio fare e sapere come farlo. Vivono così una scuola dalla prospettiva ampia, olistica.

Provocatoriamente - se anche fosse da considerarsi una provocazione - una scuola dove studiare non basta. Perché in realtà ci invita tutti a ricordare quanto straordinario sia pensare che si possa stare insieme e condividere momenti di vita significativi. Che è poi lo specifico del nostro essere umani. Siamo speciali proprio perché possiamo cercare un buon motivo per stare insieme. È una prova troppo umile, questo nostro tentativo di riassumere lo spirito di questa piccola avventura. La nostra «Settimana» è un cantiere aperto. Tra le stanze della dirigenza e l’aula docenti si ragiona già di 2026. Errori? Revisioni? Aggiunte? A questa altezza cronologica, la settimana di educazione civica risulta essere una sfida che puntualmente si ripresenta all’orizzonte delle nostre professionalità e dei nostri ruoli. Forse non è poi così ardito citare un cosmologo. Forse, non così azzardato pensare che la scuola possa essere ancora, di nuovo, il nucleo fondante della nostra civiltà. È soltanto una questione di prospettiva. Non credete?