TEATRO
Immediatamente mito: quei monologhi specchio della vita
Grande l’ammirazione per gli artisti di Loft, Libera organizzazione forme teatrali, capaci di impegnarsi con la più grande competenza e sensibilità in ogni progetto, in laboratori, spettacoli e rassegne. E dopo il coinvolgente, accurato evento itinerante dedicato a Pinocchio negli spazi del complesso San Paolo e in attesa di conoscere titoli e date dell’amato festival estivo «Sul Naviglio», è stato possibile gustare al Teatro Europa i quattro monologhi «Immediatamente mito», frutto di un intelligente, originale percorso che ha preso origine all’interno di più scuole, fondamentale il contributo della Fondazione Pizzarotti.
Quante volte, dopo più incontri su un particolare tema e pratiche sulla scena, i ragazzi hanno rappresentato esiti di qualità, sereni, convinti nei propri ruoli conquistati insieme, definiti all’interno del gruppo? Ma questa volta l’emozione è stata diversa, del tutto nuova e davvero grande: degli attori professionisti - Carlo Ferrari, Francesca Grisenti, Elisa Cuppini e Savino Paparella - hanno messo in scena alcuni monologhi, scritti con divertita sapienza dall’ottimo drammaturgo Matteo Bacchini, nati dalle risposte, dalle riflessioni dei ragazzi di alcuni istituti scolastici della città - Fra Salimbene, Ferrari, Vicini - e del Centro Giovani Casa nel Parco, sui miti della nostra contemporaneità. Non si dice spesso che il teatro è specchio del nostro vivere, sintesi di condizioni esistenziali di cui si può prendere consapevolezza?
Qui c’è una felice restituzione, scherzosa ma mai derisoria, di alcuni dei sogni di adolescente, particolarmente densa nella sua apparente semplicità, «Quasi tredici» dove Carlo Ferrari, nel ruolo dell’imbarazzato ragazzino poco più che dodicenne - perfetta la postura, il modo di esporsi, timido ma tenace nel voler afferrare, comunicare il proprio pensiero - esalta la figura di Pinky Divine, in verità inesistente, in cui pure si identifica totalmente, una compagnia per chi sta cercando, solo, forse anche preso in giro, spesso inascoltato, un suo personale modo di essere, pieno di sogni confusi ma proprio suoi.
Il mito vive in un tempo indefinito, racconta di figure straordinarie che diventano modello, esempi che aiutano a comprendere la realtà. Come Cristiano Ronaldo, Chiara Ferragni o Samantha Cristoforetti? Personaggi in verità molto legati al presente, ma che permettono alla mente degli adolescenti di allontanarsi dalla quotidianità e immaginarsi eroi in mezzo a uno stadio, galleggiare nello spazio interplanetario seguiti dal mondo intero, o essere ammirati da milioni di followers. Così in «Lunedì» Savino Paparella scandisce la giornata della famosa influencer, sua e di tutta la famiglia, in continuo affanno; in «A bolsa» Elisa Cuppini, la grande borsa sportiva dove anche può rannicchiarsi, dialoga con la voce esterna…di Ronaldo!: era stato suo quel sogno di successo infine raggiunto, e ancora ama farsi raccontare la storia che lo vede protagonista, lui ragazzino piccolo piccolo che viveva in un’isola piccola piccola in mezzo all’Oceano…; una delizia Francesca Grisenti che si esercita a navigare in aria, usare il respiratore, immaginare la terra vista da quello spazio «dove c’è spazio per tutti».
Divertenti i brevi raccordi tra le parti, colme di partecipazione le risate dei ragazzi che ritrovavano le tracce lasciate da loro per la creazione drammaturgica, colmi di entusiasmo gli applausi finali.