MUSICA

Il dark luminoso e l'anima elettronica dei Lux Anodica

L'ultimo album, «The factory», è strumentale

E se la colonna sonora di un amore fosse un pezzo electro-dark? Per i due artisti Redux (Antonio Bocchi) e Claudia Morel (Elisabetta Poli) è sicuramente così, dato che è questa la musica che li accompagna da oltre vent’anni.

Coppia nella vita e sul palco

Coppia nella vita (si sono sposati nel 1999) e sul palco, insieme hanno fondato il gruppo parmigiano «Lux Anodica» nel 2007. Per anni, Antonio si è tolto il camice da chirurgo plastico (da un paio di anni è in pensione) per salire sul palco e indossare i panni - scuri e stravaganti - di Redux, un tastierista e ingegnere del suono. Per Elisabetta lo stesso, tolti gli abiti da counselor e scrittrice, indossa quelli di Claudia, vera regina dark e musa ispiratrice, che si trasforma tanto da riuscire «a mettere da parte ogni forma di timidezza». Si differenziano da altri gruppi per l’«allergia» allo studio musicale mnemonico e alle lunghe lezioni da Conservatorio - sono autodidatti -, preferendo seguire il fluire dei suoni: «Partiamo sempre dal suono. Se c’è un rumore che ci intriga su quello costruiamo una melodia - spiega Redux -. Quello che vogliamo trasmettere è l’emozione immediata, non ci affidiamo al virtuosismo, ma all’impatto».

Un band "gotico-solare"

Il loro è un dark-luminoso (scusate l’ossimoro): «Lux Anodica è un nome particolare, ma ha un significato ben preciso - prosegue Redux -. Nasce dalla definizione che ci aveva assegnato un amico di “band gotica-solare”. Riferendosi a una sorta di luce interna, dell’animo». Dal punto di vista tecnico la loro musica, interamente di propria produzione, risente dell’influenza di vari gruppi dark degli anni ‘80 e ‘90, ma anche delle influenze elettroniche più recenti, verso i suoni industrial. Gli strumenti preponderanti sono le tastiere e l’elettronica senza escludere l’apporto delle chitarre di Matthew Drive.

I sette album della band

La band ha già prodotto sette album, l’ultimo dei quali, uscito nel 2022, si intitola «The Factory» a cui è seguito anche un video omonimo pubblicato su YouTube. «The Factory», come l’album del 2021 «Trancemutation», è solo strumentale, concentrato «solo sul suono e la sua purezza - spiegano gli artisti -. Con “The Factory” c’è stata una virata importante verso lo stile Industrial con suoni metallici non necessariamente intesi come cupi o tristi». Importante anche il loro lavoro con le sonorizzazioni di film da eseguire live con riferimento a opere di David Lynch («Eraserhead»), John Carpenter («Halloween»), Ridley Scott («Blade Runner»), Steven Spielberg («Duel») e Walter Rutmann («Berlin») o spettacoli teatrali come Cafè Muller di Pina Bausch. Per loro, è chiaro, la musica va oltre se stessa. Fa della loro vita (e del loro legame) un’opera d’arte e li tiene stretti, al ritmo intenso - non di un tango - ma di un brano elettronico e dark.