SPETTACOLI

«Futura umanità» di Mara Redeghieri. La voce dell'anima che incanta nella notte

Anna Maria Ferrari

Quasi immobile sul palco, le braccia che si alzano come per volare, le mani strette a pugno oppure aperte in una carezza. Essenziale, intensa. Ma anche energica ed allegra, all'improvviso.


Ha catalizzato gli sguardi del pubblico innamorato di lei, è stata il centro di gravità per tutta la serata sotto le stelle della piazzetta di Sorbolo, martedì, la cantante Mara Redeghieri, voce solista di numerosi progetti tra cui «Recidiva» e «Recidiva +», ex stella degli Ustmamò e co-protagonista del duetto con Vinicio Capossela, nella canzone «Staffette in bicicletta» dell'album «Tredici canzoni urgenti», premiato con la Targa Tenco come miglior disco 2023. «Futura umanità» è il titolo dell'ultimo spettacolo firmato Mara Redeghieri - sul palco assieme ai bravissimi Nicola Bonacini al contrabbasso elettrico e Lorenzo Valdesalici alle chitarre - e mai parole potrebbero essere più calzanti per il suo messaggio.

Memorie e valori del passato come pietre angolari per il presente: ed è partita, Mara, a immaginare il futuro che vorrebbe, tra gli applausi del pubblico della pastasciutta antifascista, con la lettura di «Considero valore», Erri De Luca scandito nel silenzio della notte dalla sua voce, «considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca». E poi canti e pioggia di note dolenti e splendenti con «Madredea», «Uomonero»,«Augh», i «classici» che portano la sua firma, anima e sangue, cantautrice e poetessa fiera delle sue radici e dei suoi valori.

Nella seconda parte, spazio al repertorio dei canti storici e popolari, il dolore delle guerre e dell'odio, ma anche nel coraggio della lotta al fascismo, con «Non piangere oi bella», «Il bersagliere ha cento penne», «Gorizia tu sei maledetta», «Inno individualista». Mirabile l'interpretazione di «Bella ciao di risaia», risate liberatorie con «E me gatt», riproposta dell'opera di Ivan Della Mea, tradotta nel dialetto stretto di Villa Minozzo, nel Reggiano.

Dagli emigranti di ieri, noi stessi, alle badanti di oggi, simbolo di un mondo che non è uguale per tutti. Ma Mara Redeghieri grida la speranza con i versi del poeta curdo Dogan Akcali: «La storia è un simbolo della resistenza. La storia è una ribellione alla persecuzione. Noi possiamo cambiare la storia. Oppure la storia ci cambia». Ogni canzone è una sintesi della vita, dice alla fine: «In ogni canzone aumenta la voce della gioia». È la voce di Mara.