Qualche mugugno per la regia

Prima della Scala, è un successo il "Don Carlo" "parmigiano" (con Salsi e Pertusi): 13 minuti di applausi, tra vip, moda e contestazioni

Liliana Segre: da loggionista al Palco Reale

Tredici minuti di applausi per il Don Carlo di Giuseppe Verdi, con la direzione del maestro Riccardo Chailly e con la regia di Lluís Pasqual, che ha inaugurato la stagione del Teatro alla Scala. All’uscita del regista c'è stata qualche disapprovazione con alcune salve di "buu".

Il sindaco Sala: "Una prima superiore alle aspettative. Che erano alte"

Una Prima della Scala «molto bella e molto emozionante» per il sindaco di Milano Giuseppe Sala.
«L'opera - ha commentato Sala a margine della Prima - mi è piaciuta moltissimo, quasi al di sopra delle mie aspettative che erano alte. Molto bella»

La cronaca della giornata

Al teatro alla Scala si è aperta alle 18 la stagione 2023/24 con Don Carlo di Giuseppe Verdi  (con il parmigiano Luca Salsi e Michel Pertusi tra gli intepreti) nella versione in quattro atti che ebbe la sua prima rappresentazione proprio alla Scala nel 1884. Accolta da un applauso quando ha preso posto nel palco reale la senatrice Liliana Segre, entrata in teatro con il sindaco Beppe Sala. Assieme a loro nella zona più prestigiosa della sala, ci sono il presidente del Senato Ignazio La Russa, il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, la ministra per le Riforme Istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati e il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Liliana Segre, scherzando ha parlato della sua passione per la lirica dicendo di essere passata dal Loggione al Palco Reale.

Tra gli altri ospiti Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset e della Veneranda Fabbrica del Duomo, Mario Monti, l'architetto Mario Botta, Livia Pomodoro, la cantante Patti Smith e il regista Pedro Almodovar. Alcune signore hanno voluto ricordare tutte le vittime del femminicidio, da Giulia Cecchettin a Giulia Tramontano, indossando un abito o un accessorio rosso sfatando così la tradizione che vieta questo colore a teatro per mandare un messaggio contro la violenza sulle donne. Sabina Negri, drammaturga, ha indossato delle scarpe rosse e davanti al Piermarini tira fuori le chiavi dalla borsa per far rumore come chiesto dalla sorella di Giulia Cecchettin, mentre il chirurgo plastico Dvora Ancona si è fatta realizzare un abito rosso da Antonio Riva. Una signora si è presentata con un segno rosso sul viso.

All’esterno, come ogni anno il 7 dicembre, non sono mancate le proteste. Un gruppo di attivisti pro Palestina ha steso una grossa bandiera della Palestina scandendo cori come «free free Palestine» e «Israele fascista, Stato terrorista». Esposti anche diversi cartelloni con scritto «stop genocide». Altri manifestanti si sono radunati sul lato di palazzo Marino, sventolano le bandiere del sindacato di base autonomo Cub che, come ha spiegato il segretario Mattia Scolsri, ha deciso di portare in piazza «la voce dei lavoratori in contrapposizione ai potenti e ai politici che saranno presenti alla Prima».

Presente anche una donna ucraina con indosso una sciarpa dei colori della bandiera e un cartellone per dire «no ai concerti della cantante Anna Netrebko». L’artista è una delle protagoniste del Don Carlo, diretto da Riccardo Chailly, nel ruolo di Elisabetta di Valois accanto a Francesco Meli, Don Carlo. Chally, che ha aperto la serata con l’Inno di Mameli, è alla sua decima inaugurazione scaligera.