il caso

Ferragni, caso "uova pasquali": le sue società verseranno 1,2 milioni a «I Bambini delle Fate». (Video) Chiara: «E' una donazione e non una sanzione»

Chiusa le istruttoria sulle uova pasquali, le società di Chiara Ferragni verseranno 1,2 milioni di euro all’impresa sociale «I Bambini delle Fate». Lo annuncia un comunicato dell’Antitrust. Tutte le società parti del procedimento hanno presentato impegni che sono stati valutati positivamente e resi vincolanti nei loro confronti dall’Antitrust. L’impegno più rilevante prevede che siano devoluti a «I Bambini delle Fate», nell’arco di tre esercizi finanziari, almeno 1,3 milioni (ovvero il 5% dei rispettivi utili distribuibili, con un minimo complessivo di 1,2 milioni per il triennio.

A seguito dell’iniziativa dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che aveva avviato il procedimento sul caso «uova di Pasqua / Chiara Ferragni», le società TBS Crew Srl e Fenice Srl comunicano che esso è stato chiuso dall’Autorità accettando gli impegni proposti dalle Società e dalle altre parti del procedimento, in quanto ritenuti idonei a garantire la tutela dei consumatori. Lo rendono noto le due società di Chiara Ferragni. «Come segno concreto di impulso ed incentivo ad attività benefiche, le Società parti del procedimento hanno assunto impegni economici, consistenti in versamenti in favore dell’impresa sociale «I Bambini delle Fate», pari, per tre anni, al 5% dei rispettivi utili distribuibili, con un minimo complessivo di 1.200.000 euro per il triennio - sottolineano Tbs Crew e Fenice-. Inoltre, la presentazione e formulazione degli impegni è stata vista come occasione sia per un’evoluzione interna alle aziende sia per individuare un «modello di comportamento» che possa fungere da benchmark per l’intero settore dell’influencer marketing».
«Infine, le società si sono impegnate all’adozione di un’autoregolamentazione interna relativa alle attività di comunicazione e marketing, anche ispirata alle più recenti best practice in materia, munita di presidi che ne garantiscano l’enforcement e accompagnata dall’organizzazione di training periodici a beneficio dei dipendenti», concludono le due società di Chiara Ferragni.

 

Le due società che fanno capo a Chiara Ferragni nel comunicato con cui danno esito del procedimento davanti all’Antitrust spiegano che «in riferimento all’attività di comunicazione relativa a iniziative benefiche, le Società hanno deciso di separare nettamente le attività commerciali da quelle benefiche, impegnandosi ad astenersi dallo svolgimento di operazioni in cui attività commerciali siano connesse ad attività benefiche e, con specifico riferimento a quest’ultime, a darne illustrazione in apposita sezione dei rispettivi siti web di prossima creazione».