ROMA
Zerocalcare rinuncia a partecipare a Più libri Più liberi: cresce la polemica
Zerocalcare rinuncia a partecipare alla fiera nazionale della piccola e media editoria «Più Libri Più Liberi». La decisione del noto fumettista, annunciata con un video e un post su Instagram, arriva dopo le polemiche per la presenza della casa editrice Passaggio al Bosco, accusata, insieme ai suoi promotori, di distribuire testi che glorificano figure e ideologie nazifasciste e antisemite. «Purtroppo non sarò alla fiera romana Più libri Più Liberi - scrive nel post -. Purtroppo ognuno c'ha i suoi paletti, questo è il mio. Quando l’ho deciso, quindici anni fa, mi pareva semplicissimo da applicare. Oggi è una specie di campo minato».
Cresce la polemica
di Chiara Venuto e Francesca Pierleoni (agenzia Ansa)
Non c'è stato un momento di calma davanti allo stand di Passaggio al bosco a Più Libri Più Liberi, oggi. Il via vai costante di fronte al banchetto dell’editore, contestato per i testi di estrema destra nel suo catalogo, è emblematico del primo giorno dell’ultima edizione della fiera sotto la guida di Chiara Valerio. La quale ha ribadito di «non condividere» niente degli ideali della casa editrice, ma non avere «paura dei libri». Il bilancio provvisorio: un editore in meno dentro Aie (Orecchio Acerbo), alcuni autori disertori - primo fra tutti Zerocalcare - e ben poca cura al resto.
Già dalle prime ore del mattino, quando le porte della Nuvola di Fuksas di Roma si sono aperte a migliaia di studenti, gran parte dell’attenzione di giornalisti, acquirenti o semplici curiosi è stata catalizzata dalla casa editrice. «Faremo un comunicato alla fine della fiera, non vogliamo alimentare le polemiche», hanno riferito da dietro il banco, non senza una certa tensione, che è durata tutto il giorno. Tant'è che ci sono stati controlli rafforzati sia delle guardie giurate che di persone legate all’editore. Poco dopo, delle studentesse del collettivo Artemisia del liceo Caravaggio di Roma hanno provocato il venditore: «Sei d’accordo con questo libro?». Al che lui ha ribattuto: «Questo non l’ho letto».
Diversi, invece, hanno scelto di comprare un volume, in alcuni casi facendosi pure la foto. Il segretario generale di Ugl, Francesco Paolo Capone, a un certo punto è passato di lì: «Questa polemica gli ha fatto pubblicità», ha dichiarato. E, comunque, «anche sul fronte 'sinistrò c'è una fiorente editoria». Qualche stand più avanti, c'è stato il debutto in fiera pure per Lotta Comunista (ma nessun responsabile ha voluto parlare). Mentre Cristiano Armati di Red Star Press, altra casa editrice di sinistra, ha detto che «il corpo estraneo sono quelli di Passaggio al bosco».
E questo solo sul fronte espositori. All’evento inaugurale il presidente dell’Aie, Innocenzo Cipolletta, ha ribadito che «siamo contro ogni forma di censura». Mentre la presidente di Più Libri, Annamaria Malato, ha ricordato che «questa fiera è profondamente antifascista». Poi, è stato dato il microfono a Christian Raimo, con cui c'è stato un battibecco. «Concedere oggi un metro a un nazista vuol dire che tra tre anni avrà 5, 10 metri», ha detto lo scrittore. E Cipolletta: «Condividiamo alcune tue preoccupazioni, ci penseremo». Mentre Luciano Canfora, interpellato dall’ANSA al telefono, ha dichiarato che l'Aie ha preso la decisione giusta: «non siamo tornati alla controriforma che aveva l’elenco dei libri proibiti». Zerocalcare, ha aggiunto, «avrà avuto da fare altrove» e comunque «l'antifascismo da salotto fa ridere».
Intanto Orecchio Acerbo, casa editrice specializzata in libri per ragazzi, ha annunciato di uscire dall’Aie per protesta. «È inconcepibile abbia accettato una dichiarazione formale in cui Passaggio al bosco promette di rispettare i valori della Costituzione - ha detto Paolo Cesari, ufficio stampa e traduttore per loro -. Poi leggi i titoli e resti basito».
Tra un evento e l’altro, è intervento sul tema del giorno pure il ministro della Cultura, Alessandro Giuli. «Si può giudicare nel peggiore dei modi o inaccettabile il punto di vista di un editore, quale che esso sia, però la risposta più giusta è non censurare e non assentarsi dal dibattito pubblico», per non «rinunciare alla battaglia». Mentre Massimiliano Smeriglio, assessore alla Cultura di Roma Capitale (che ha dato forfait all’inaugurazione per protesta), ha poi detto la sua a un convegno nel pomeriggio: «Se Hamas avesse fatto una proposta per accedere a uno spazio» a Più Libri Più Liberi «e proporre un libro di Sinwar, che tipo di metro avremmo usato?». Per lui va «definito un limite». Ha detto lo stesso il suo omologo del Comune di Milano, Tommaso Sacchi: «Bisogna valutare quale sia il confine. Per me è determinato dalla Carta costituzionale» con il divieto di apologia del fascismo.