Altra impresa di Belletti: il giro del Lago d'Orta

Marco Bernardini

28 chilometri a nuoto per circumnavigare il lago d’Orta. Dopo le imprese delle scorse estati, come la traversata dalla Corsica alla Sardegna attraverso le Bocche di Bonifacio e la maratona benefica da Portovenere a Monterosso, ecco l’ultima fatica in acqua del nuotatore parmigiano Davide Belletti che sabato scorso ha impiegato circa undici ore per completare interamente il giro lungo le coste del lago piemontese, scortato dal fondista Diego Zanotti prima a suon di bracciate poi nella seconda metà in canoa.
 «Dal 2015 ad oggi lo avevo già attraversato a nuoto tre volte ed era da parecchio tempo che sentivo il richiamo verso sfide ancora più impegnative - le parole di Belletti - per questo motivo circa due anni fa ho deciso di prepararmi ad affrontare una traversata di oltre 50 chilometri che avrei dovuto compiere nei primi giorni di luglio. Purtroppo il lockdown ha bruscamente interrotto i miei allenamenti e sono stato costretto a rivedere tutti i piani». 
Lo stop improvviso della preparazione non ha, però, frenato la sua voglia di tornare in acqua. «E’ stato faticoso riprendere e, visto l’obiettivo sfumato, il mio unico scopo era quello di ritrovare le belle sensazioni e la sensibilità perduta, concentrandomi sulla tecnica della nuotata. Poi lunedì scorso è nata l’idea di cimentarmi in quest’impresa su proposta dell’amico Diego, che mi ha prestato assistenza durante il tragitto». E, nonostante la mancanza di un’adeguata preparazione fisica, la missione è andata in porto pur tra qualche difficoltà. «Come temevo si è rivelata una prova particolarmente ardua nata con la consapevolezza del fatto che, a solo un mese e mezzo dal ritorno in acqua, non ero ancora pronto per questa distanza. Sapevo che avrei potuto gestire una ventina di chilometri ma i rimanenti otto rappresentavano davvero un’incognita. Per fortuna in questi anni ho sviluppato la capacità di motivarmi in poco tempo e le precedenti esperienze mi hanno insegnato che nell’endurance la testa conta quanto le braccia e le gambe. Il mio corpo aveva deciso di averne abbastanza, sentivo le forze affievolirsi eppure ero fermamente determinato a concludere il giro e ho tenuto duro provando la sofferenza fisica più intensa della mia vita». 
Fondamentale il ruolo dell’alimentazione,  ogni 30-40 minuti, in quella che è stata l’ennesima sfida contro i propri limiti. «In tanti mi chiedono perché mi spingo così al limite e la risposta non è una sola. Perché è difficile farlo, perché più la sfida è scoraggiante e maggiore è la soddisfazione che provo nel portarla a termine. E ancora perché mi piace l’isolamento che il nuoto mi regala: puoi contare solo sulle tue forze e nessuno faticherà al posto tuo».