Il medico: «Eriksen era praticamente morto, non so come sia potuto rimanere al mondo»
Insieme a lui anche il commissario tecnico della nazionale Kasper Hjulmand: "Christian ha detto che non ricorda molto, era preoccupato lui per noi e per la sua famiglia - ha spiegato -. Nelle parole che ci ha detto è emersa tutta la sua generosità e tutta la sua grandezza come persona. E’ lui che ci ha chiesto di tornare a giocare. Penso che sia stato sbagliato far scegliere ai giocatori tra le due possibilità - ha poi aggiunto -. Erano in condizioni di stress e non sapevano come stesse il loro amico. Ho la sensazione che non avremmo dovuto giocare, magari saremmo dovuti solo salire sul bus e andare a casa. Ma è una cosa che penso ora, è stata una decisione difficile. Io sono orgoglioso di loro, intendiamoci. Ieri abbiamo visto cosa è il calcio: spirito di squadra, compassione, amore. E’ stato anche un grande segnale". Anche lo staff medico dell’Inter è rimasto tutto il giorno in contatto diretto con quello della Danimarca, ma non rilascerà dichiarazioni ufficiali fino a quando non avrà un quadro completo della situazione. Da quel che trapela, però, anche a Milano ritengono sia stato fondamentale il primo soccorso sul campo, svolto in maniera rapida ed efficiente, cosa che ha permesso ad Eriksen di riprendere conoscenza prima di essere trasportato in ospedale. Dopo il breve messaggio che lo stesso giocatore ha mandato sulla chat interna della squadra, lo staff medico (che in passato ha avuto altri casi simili, da Ronaldo a Kanu) resta in attesa di avere tra le mani la documentazione completa, e solo allora sarà possibile rispondere alla domanda che tutti si stanno ponendo in queste ore: Eriksen tornerà a giocare? In tal senso sarà fondamentale capire se si è trattato di un malessere momentaneo che consentirà una piena guarigione, o se, al contrario, si è trattato di un’anomalia non esplorabile attraverso i normali esami di idoneità sportiva cui i giocatori vengono sottoposti, ipotesi che metterebbe a rischio la ripresa dell’attività agonistica. Al momento, però, c'è la ferma volontà di non azzardare alcuna ipotesi fino a quando il giocatore non avrà completato tutti gli accertamenti.