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Tom Brady ci ripensa e torna a giocare. Ritiro rinviato. E come lui fecero Phelps, Jordan...
E chissà che aver visto Cristiano Ronaldo segnare una tripletta al Tottenham a 37 anni suonati non sia stata la molla definitiva: i Bucs appartengono dal 1995 ai Glazer, gli stessi proprietari del Manchester United, e Brady e i suoi due figli erano stati ospiti del club in occasione del 3-2 di sabato al Tottenham. "Tom is back", annuncia Tampa Bay, sperando che quello di Brady sia l'ennesimo ritorno di successo. Come quello di Michael Phelps, che aveva detto basta dopo Londra 2012 e 18 ori olimpici (22 medaglie totali, record): si è ripresentato tirato a lucido quattro anni dopo a Rio, tornando a casa con altri cinque ori e un argento. Il "come back" per eccellenza è stato quello di Michael Jordan, il più grande giocatore di basket di tutti i tempi: nel '93, ancora scosso per la morte del padre, si ritirò. Ma nè il baseball nè il golf facevano per lui, MJ tornò nei suoi Bulls e collezionò altri tre Anelli. Nel '99 il secondo addio, poi il nuovo rientro, stavolta ai Washington Wizards nel 2001, dove chiuse definitivamente la sua carriera due anni dopo ma stavolta a bocca asciutta. Nel circus della F1 gli esempi non mancano, a partire da Niki Lauda che, dopo aver vinto due titoli in Ferrari (1975 e 1977), uscì di scena per due anni, dal 1979 al 1981, per poi tornare in McLaren e conquistare il suo terzo Mondiale nel 1984 a 35 anni.
Sette anni dopo Alain Prost chiuse la sua avventura a Maranello e nel circus ma il suo ritiro durò solo una stagione: nel '93 si ripresentò sulla griglia di partenza e con la Williams centrò il quarto titolo iridato. Il 1990 doveva essere anche l’ultimo anno di Nigel Mansell ma il pilota britannico ci ripensò e archiviata la sua avventura alla Rossa passò al servizio di Frank Williams, aggiudicandosi il Mondiale piloti del '92. Meno fortunato il ritorno di Michael Schumacher: dopo sette titoli mondiali, cinque dei quali in Ferrari, appese il casco al chiodo nel 2006 salvo poi accettare la proposta della Mercedes di tornare in pista nel 2010. Tre stagioni, zero vittorie e appena una volta sul podio. Forte anche il richiamo del ring, chiedere per credere a George Foreman, che appese i guantoni al chiodo nell’82 per riprenderli 12 anni dopo: un rientro trionfante, con la vittoria su Michael Moorer a 45 anni che ne fece il più vecchio campione del mondo di sempre. Nel tennis i ritorni sono stati spesso dei flop (Borg, Seles, Davenport, Henin) ma non sempre: Martina Navratilova mise via la racchetta nel '94 per poi ripresentarsi sei anni dopo e vincere, a quasi 50 anni nel 2006, il doppio misto agli Us Open.
Più recente l’esempio di Kim Clijsters, che per due anni decide di mettere da parte la racchetta per fare la mamma, torna nel 2009 e un mese dopo trionfa a Flushing Meadows, ripetendosi un anno dopo fino al successo agli Australian Open 2011. Ritorno eccellente, nell’ippica, fu quello di Lester Piggott, nove volte vincitore del Derby, che si ritirò nel 1985. Dopo vicissitudini giudiziarie e un anno in carcere, il fantino risalì a cavallo nel '90, a 54 anni, e a dieci giorni dal rientro si impose nella Breeders Cup. Eterna, nel nuoto, Dara Torres, che per due volte ha deciso di chiudere la carriera salvo poi conquistare tre argenti, a 41 anni, ai Giochi di Pechino 2008. Poteva mancare poi il calcio? Dopo una carriera al Santos e tre Coppe del Mondo, Pelè disse basta nel '74 ma fu solo un arrivederci: dopo sei mesi eccolo di nuovo in campo con i New York Cosmos, dove vinse il campionato assieme a Franz Beckenbauer, altro giocatore che sembrava volesse appendere le scarpette al chiodo salvo poi concedersi un ultimo ballo.