nella bufera
Juventus, la procura della Figc apre un'inchiesta sugli stipendi ai calciatori. I bianconeri rischiano penalizzazioni
Nel futuro della Juventus c'è anche il rischio sanzioni sportive, con uno spettro che va da un’ammenda alle penalizzazioni in classifica o addirittura alla retrocessione qualora la falsificazione dei documenti contabili avesse consentito di ottenere l’iscrizione al campionato. Al momento rimangono tutte ipotesi, ma è lo scenario che emerta dalla notizia che la Procura della Federcalcio ha aperto oggi un procedimento sulle scritture private tra il club bianconero e i suoi calciatori. L’ufficio guidato da Giuseppe Chinè aveva ricevuto nei giorni scorsi le nuove carte degli atti dei pm torinesi che conducono l’inchiesta sulle plusvalenze e avevano indagato 14 persone, tra cui Agnelli e Nedved: l’intento era valutare se ci sono elementi per riaprire il processo sportivo già chiuso sul tema, ma quello dei contratti dei giocatori, con una parte non messa a bilancio secondo i sospetti dei magistrati, è un filone diverso. Di qui, la nuova indagine sportiva e le nubi all’orizzonte.
Le dimissioni del cda bianconero hanno provocato un terremoto anche sportivo. «Sono un atto di responsabilità, e dunque opportuno», la valutazione del ministro dello Sport, Andrea Abodi. Sono invece un’occasione per la Liga dei club spagnoli, schierata nei mesi scorsi contro la Juve per la vicenda SuperLega. L’associazione presieduta da Tebas ha messo nero su bianco la richiesta di sanzioni sportive: «Servono provvedimenti immediati, è stato violato il regolamento del fair play finanziario» l’entrata a gamba tesa.
Era da circa sedici anni e dalla retrocessione in serie B che non si vedevano nuvoloni del genere sulla Juve, ma Alessandro Del Piero sottolinea le differenze tra i periodi: «Non è come il 2006, l’accusa è alle persone e ai componenti del cda - precisa l'ex capitano - e il fatto che il presidente Agnelli si sia dimesso è un qualcosa di grave, che non capita spesso». Il nome di Del Piero è tra i più gettonati nei desideri dei tifosi, sconcertati in queste ore. «E' presto per dirlo. Ma a Torino ho ancora casa...», dice l’ex di lusso. Intanto, i calciatori non si possono compattare, se non altro per motivi logistici: mezza squadra è in Qatar per il Mondiale, l’altra metà sta trascorrendo il periodo di vacanze concesso dal tecnico Allegri.
I cancelli della Continassa riapriranno il prossimo 6 dicembre con la ripresa degli allenamenti, nel frattempo i bianconeri provano a fare quadrato. La posizione dell’allenatore non sembra in discussione nonostante il ribaltone societario che ha provocato le dimissioni di uno dei suoi principali estimatori, l’ormai ex presidente Agnelli. «Rimane il punto di riferimento dell’area sportiva», le parole di Elkann. Per il presente, dunque, tutto resta così. E anche il ds Cherubini è destinato a rimanere al suo posto, pur con alcuni rumors che volevano anche il suo addio: d’altra parte, gli scenari più pessimistici avrebbero inevitabili risvolti anche sui contratti dei giocatori, soprattutto su quelli a breve termine, come Di Maria. Dal punto di vista dei risultati immediati, l’operato di Allegri torna ad essere un tema di discussione all’interno degli uffici del club, con l’allenatore che alla ripresa del campionato dovrà necessariamente continuare sulla strada intrapresa nelle ultime settimane prima dello stop per il Mondiale, le 6 vittorie consecutive che hanno riportato i bianconeri nelle primissime piazze, anche se ancora molto lontano dal Napoli. Durante il mercato di gennaio non sono previsti grandi acquisti, anzi l’obiettivo sarà recuperare chi è mancato del tutto o quasi nei quattro mesi di stagione: da Pogba, ancora fermo per un problema al ginocchio, a Chiesa, rientrato soltanto a minutaggio ridotto, fino a Di Maria e Paredes, bloccati da troppi fastidi fisici. Questi saranno i veri volti nuovi della Juve per l’inizio di 2023, da qui si prova a ripartire per provare ad isolarsi dalle vicende societarie. Per quanto possibile.
C'è un primo possibile risvolto giudiziario dalle dimissioni in blocco del consiglio di amministrazione della Juventus. Dopo quanto accaduto ieri sera, la Procura subalpina sarebbe propensa a rinunciare all’appello contro la decisione del Giudice per le indagini preliminari, che lo scorso 12 ottobre aveva respinto la richiesta di misure cautelari e altri provvedimenti nei confronti di alcuni esponenti del Cda.
In particolare, la rinuncia dei magistrati riguarderebbe il provvedimento di interdizione dalle cariche societarie, mentre nella richiesta della pubblica accusa non c'erano già più misure cautelari. Il gip, Lodovico Morello, infatti, aveva respinto questa richiesta insieme alle misure cautelari personali per alcuni indagati, tra cui gli arresti domiciliari per Andrea Agnelli, negati perchè il giudice aveva sostenuto che non ci fossero pericoli di reiterazione del reato. La rinuncia all’appello sull'interdizione dalle cariche societarie sarebbe dovuto al fatto che l’esigenza è venuta meno proprio con le dimissioni dell’intero Cda bianconero.
L’indagine della Procura, coordinata da un pool di magistrati del Gruppo di Diritto Penale dell’Economia, composto dai sostituti procuratori Ciro Santoriello e Mario Bendoni e dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio, riguarda le ipotesi di reato di falso in bilancio e false comunicazioni, che coinvolge la società bianconera.
L’inchiesta iniziata su presunte plusvalenze gonfiate per centinaia di milioni di euro, era partita il 27 novembre 2021 con il blitz della guardia di Finanza, che aveva perquisito anche la sede della Juventus e si è conclusa il 24 ottobre con 15 indagati, sedici con la società bianconera.
Secondo l’accusa sarebbero stati alterati bilanci di tre annualità: il 2018 (approvato il 24 ottobre 2019), il 2019 (approvato il 15 ottobre 2020) e il 2020 (approvato il 29 ottobre). Ad alcuni indagati è stato contestato anche il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni insistenti. Per gli inquirenti sarebbero stato alterati bilanci quale conseguenza «di un anomalo ricorso ad operazioni di scambio dei diritti alle prestazioni sportive di un elevato numero di atleti, operazioni, per altro, nel complesso distoniche nel panorama nazionale». Non solo. Per gli inquirenti ci fu un ulteriore intervento per alterare i risultati di bilancio attraverso 'manovre stipendì, negli anni 2020 e 2021. «Sussistono concreti elementi per ritenere che i calciatori, in accordo con la società, abbiano rinunciato a percepire, in concomitanza con il periodo pandemico, una sola mensilità e non quattro, come per contro comunicato da Juventus Fc nel marzo 2020». E le restanti tre mensilità, «non sarebbero oggetto di rinuncia, bensì di differimento ad esercizi successivi.
Nei giorni scorsi sono stati sentiti ex sindaci ed ex revisori dei Conti che si sono presentati spontaneamente al quinto piano del Palazzo di Giustizia per parlare con i magistrati. Sono state presentate anche due memorie da altrettanti indagati. La decisione per gli eventuali rinvii a giudizio dovrebbe arrivare, secondo fonti giudiziarie, entro la fine dell’anno.